Negli ultimi trent’anni, l’Italia ha assistito a un significativo incremento nella cultura della donazione di organi, trasformando profondamente il panorama dei trapianti. Questi dati straordinari, emersi durante il convegno “Il dono della vita” organizzato dall’Ospedale Bambino Gesù, celebrano il trentesimo anniversario della drammatica storia di Nicholas Green. Questo bimbo, colpito da un proiettile nel 1994, ha ispirato un cambio di mentalità sulla donazione di organi nel nostro Paese.
L’impatto della storia di nicholas green
Nicholas Green, un bambino della California, è diventato un simbolo della donazione di organi in Italia dopo la terribile sorte che lo ha colpito durante una vacanza con la sua famiglia. I suoi genitori, Margaret e Reginald, presero una decisione che avrebbe cambiato le vite di molti: donare gli organi del loro amato figlio. Quattro mesi dopo, incontrarono i fortunati riceventi, che avevano ricevuto un nuovo organo e vedevano la loro vita ripartire. Tra questi, Maria Pia, una giovane di 19 anni in coma a causa di insufficienza epatica, che grazie al nuovo fegato ha potuto risvegliarsi, riprendere in mano la propria vita, sposarsi e dare alla luce un figlio, che hanno chiamato Nicholas in onore del donatore.
Questa tragica storia ha avuto un impatto profondo sulla società italiana, contribuendo a sensibilizzare i cittadini sui temi della donazione e della vita. Grazie a queste donazioni, in Italia sono stati eseguiti ben 92.478 trapianti da allora, cambiando per sempre il destino di molti pazienti. Gli organi donati non solo restituiscono la salute ma anche la speranza e la dignità a chi, senza di essi, affronterebbe una vita di sofferenza.
Crescita della cultura del dono in italia
Negli ultimi decenni, l’Italia ha visto un notevole aumento nel numero di donatori, crescendo da otto donatori per milione di abitanti nel 1994 a una media di 30 nel 2024. Questo aumento è testimoniato da un incremento delle donazioni, passate da 450 nel 1994 a ben 1.700 nel 2024. Parallelamente, anche i trapianti sono aumentati in modo esponenziale, passando da 1.498 a 4.466 nello stesso periodo.
Una delle pietre miliari di questa evoluzione è stata la Legge 91 del 1999, che ha creato e formalizzato la Rete trapiantologica italiana. Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti , ha sottolineato come questo sistema integri il Cnt, il Ministero della Salute e le Regioni in un lavoro di squadra. La crescita dei numeri, tuttavia, non è solo un aspetto burocratico; è anche il riflesso di una crescente cultura del dono che è stata supportata dalle testimonianze commoventi delle famiglie dei donatori, le quali hanno potuto sperimentare e raccontare il valore di questo gesto altruistico.
L’urgenza di affrontare le resistenze alla donazione
Nonostante i progressi, permangono significative resistenze alla donazione di organi. Maria Rosaria Campitiello, capo Dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute, ha evidenziato che nel semestre scorso il 35% dei cittadini ha rifiutato di esprimere la propria volontà di donare al momento del rinnovo della carta d’identità. Questo fenomeno è spesso attribuito a una mancanza di informazioni corrette e all’emergere di notizie false che alimentano timori e incertezze.
Le ricerche dimostrano che diversi miti e misinformazione continuano a circoscrivere la comprensione pubblica sulla donazione. Di conseguenza, è cruciale il rilancio dell’appello alla donazione, per garantire che i circa 8.000 pazienti ancora in attesa di un trapianto possano avere una chance. Maggiore informazione e chiarezza sui vantaggi della donazione possono contribuire a ridurre i timori e aumentare il numero di donatori, permettendo a un numero sempre maggiore di persone di ricevere quella seconda possibilità che tanto desiderano.