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Cresce il successo del referendum sulla cittadinanza: 500mila firme in 72 ore

Cresce il successo del referendum sulla cittadinanza: 500mila firme in 72 ore - Bagolinoweb.it

La richiesta di consultazione popolare per abbreviare i tempi di concessione della cittadinanza in Italia sta riscuotendo un notevole supporto da parte delle regioni del Nord. In particolare, il referendum propone di ridurre da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale continuativa per i cittadini stranieri. Negli ultimi giorni, un’ampia schiera di sostenitori, tra cui nomi noti come Julio Velasco e Roberto Saviano, ha contribuito a raccogliere oltre 500mila firme in sole 72 ore. La Cassazione valuterà la legittimità della proposta il 15 dicembre.

Un buon risultato e obiettivi ambiziosi

Il percorso di raccolta firme prosegue con un incremento costante. Fino al 30 settembre, i cittadini possono firmare online sul sito del ministero della Giustizia. Già giovedì pomeriggio era stato raggiunto il numero di 600mila firme, di cui 47.168 provenienti dal Veneto, una cifra che include anche le adesioni dei sindaci delle principali città della regione, come Verona, Vicenza e Padova. «Puntiamo a raggiungere un milione di firmatari», ha dichiarato Anna Lisa Nalin, componente della segreteria nazionale di +Europa, il partito che ha promosso l’iniziativa in collaborazione con diverse associazioni, incluse quelle cattoliche come “Libera” di don Ciotti.

Nalin ha voluto sottolineare come, nonostante la minore visibilità mediatica iniziale, il sostegno del Veneto rappresenti un segnale importante di apertura nei confronti del riconoscimento dei diritti degli stranieri. Infatti, nel Paese ci sono attualmente 2,5 milioni di immigrati regolari che contribuiscono all’economia pagando le tasse e, di questi, il 10% vive proprio in Veneto. L’iniziativa mira a promuovere un messaggio di inclusione e riconoscimento per chi ha scelto l’Italia come patria, contribuendo attivamente alla società.

La presenza degli stranieri in Veneto e il loro impatto economico

Le statistiche fornite dall’Istat nel 2023 mettono in luce una realtà significativa: il Veneto ospita 498.127 stranieri legali, rappresentando così il 10,3% della popolazione totale residente. Questa regione si colloca al quarto posto in Italia per il numero di residenti stranieri, dopo Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna, e presenta circa il 9,7% degli immigrati presenti nel Paese. Gli stranieri in Veneto non solo arricchiscono la cultura e la società locale, ma hanno anche un impatto economico notevole, contribuendo all’11% del Pil regionale, una percentuale superiore alla media nazionale.

Le figure di queste comunità si integrano perfettamente nel tessuto produttivo locale, supportando l’economia veneta e rispondendo alle esigenze del mercato del lavoro. La richiesta di un cambio normativo, che favorirebbe il riconoscimento della cittadinanza, è vista come un passo necessario per incentivare ulteriormente questa sinergia tra residenti stranieri e la società italiana, settore da sempre in crescita grazie all’apporto di chi ha scelto di risiedere in Veneto.

Risposte contrastanti dalla politica

Le posizioni politiche riguardo al referendum sono variegate e riflettono un’ampia gamma di opinioni. Da un lato, il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo disaccordo con l’iniziativa, suggerendo invece di permettere la concessione della cittadinanza d’ufficio ai cittadini che rispettano i requisiti di legge dopo dieci anni di residenza, senza ulteriori attese. “La questione non è tanto quella di dimezzare i tempi, quanto piuttosto garantire a chi ha i requisiti di ottenere la cittadinanza in tempi ragionevoli”, ha affermato.

Dall’altro lato, il Partito Democratico sostiene strenuamente la proposta di modifica, definendola una “battaglia di civiltà” necessaria per regolarizzare la posizione di chi, lavorando in Italia da anni, non ha ancora ricevuto il riconoscimento ufficiale della propria condizione. Il senatore Andrea Martella ha inoltre sottolineato come la raccolta di firme evidenzi una società civile che avanza più rapidamente rispetto alla politica, richiedendo riforme concrete per un’integrazione più efficace.

Infine, la voce degli stranieri stessi è stata rappresentata dal vicepresidente della Consulta regionale per l’Immigrazione, Abdallah Khezraji, che ha espresso la propria soddisfazione per il crescente consenso verso il dimezzamento dei tempi di attesa per la cittadinanza, evidenziando l’importanza di questa misura nel garantire stabilità e sicurezza ai giovani e alle famiglie migranti.

Con questo panorama complesso, il dibattito sulla riforma del riconoscimento della cittadinanza rende evidenti sia le sfide che le opportunità che l’Italia si trova ad affrontare nel suo percorso di integrazione e inclusione sociale.

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