L’ospedale Civile di Brescia si prepara a dare il via a un nuovo progetto di formazione rivolto a volontari, che avrà come obiettivo principale quello di migliorare l’atmosfera nelle sale d’attesa del Pronto soccorso. Questa iniziativa, che partirà il 2 ottobre e avrà una durata di tre mesi, è stata realizzata grazie alla sinergia tra il Forum Provinciale del Terzo Settore, il Centro Servizi Volontariato e l’ASST Spedali Civili. Con quasi 70mila accessi all’anno e diverse situazioni di tensione quotidiana, questo approccio mira a risolvere i problemi legati a violenze verbali e aggressioni che spesso si verificano in queste aree critiche.
La necessità di un progetto di supporto umano
Il Pronto soccorso dell’ospedale bresciano è attualmente gestito con grande difficoltà a causa dell’elevata affluenza di pazienti, testimoniando la necessità di un intervento umano e di supporto morale. Ogni giorno, si registrano fino a 240 accessi, e questo volume di lavoro mette a dura prova sia il personale sanitario sia i pazienti e i loro familiare. Le sale d’attesa, spesso affollate e cariche di tensione, richiedono figure di supporto capaci di alleviare il disagio e il nervosismo. “La figura del volontario diventa essenziale per migliorare questa esperienza, offrendo ascolto e comprensione”, spiega Giovanni Vezzoni, presidente del CSV.
Il progetto si pone quindi come soluzione per aumentare il numero di volontari attivi, i quali saranno in grado di fornire sostegno emotivo e pratico, informando i pazienti sui percorsi da seguire e offrendo chiare indicazioni. La presenza dei volontari potrebbe contribuire a creare un ambiente più sereno in un contesto abitualmente stressante come il Pronto soccorso.
Percorso formativo e temi trattati
Il corso, che si svolgerà presso il Civile fino al 18 dicembre, prevede un programma intenso di 24 ore suddivise in 12 incontri. Durante queste sessioni, i partecipanti saranno guidati da operatori esperti dell’ospedale e da membri del Forum del Terzo Settore. Inoltre, i volontari apprenderanno come gestire situazioni di aggressività e come approcciare persone con diverse esigenze, tra cui anziani e individui con disabilità o con problemi di tossicodipendenza.
Le tematiche trattate nel corso abbracciano un’ampia gamma di aspetti, quali l’importanza dell’empatia e dell’ascolto attivo nelle interazioni con pazienti e familiare in attesa. Saranno affrontate anche le sfide quotidiane che i professionisti della sanità devono affrontare, creando così un collegamento diretto tra la formazione ricevuta e l’esecuzione del ruolo di volontario. Al termine del percorso, i partecipanti saranno pronti a svolgere la loro attività con competenza e sensibilità, fondamentali per un ambiente di accoglienza.
Risposte positive e il supporto della comunità
Il progetto ha già suscitato un notevole interesse, con oltre cinquanta persone che hanno manifestato la volontà di aderire all’iniziativa. Ventidue di loro inizieranno il corso la prossima settimana. Michele Bordin, portavoce del Forum del Terzo Settore, sottolinea come il fine ultimo sia quello di “umanizzare” le sale d’attesa, in un contesto in cui i dipendenti sanitari spesso non hanno il tempo di interagire con i pazienti.
Inoltre, il modello adottato si ispira a un’iniziativa simile avviata all’ospedale di Cremona, che ha avuto esiti positivi. La richiesta di supporto è particolarmente alta nella fascia oraria che va dalle 15 alle 20, momenti nei quali l’affluenza è massima. Nicoletta Boroni, volontaria dell’associazione Agape, condivide la propria esperienza, evidenziando come le spiegazioni e il dialogo possano contribuire notevolmente a ridurre la tensione nei momenti critici.
Questa iniziativa rappresenta pertanto un fondamentale passo verso un’integrazione di un sostegno umano all’interno di un sistema sanitario spesso messo alla prova dalla pressione lavorativa e dalle emergenze quotidiane.