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Cgil Basilicata: No al deposito nazionale di rifiuti radioattivi, pronta la mobilitazione

Cgil Basilicata: No al deposito nazionale di rifiuti radioattivi, pronta la mobilitazione - Bagolinoweb.it

La questione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi in Basilicata sta sollevando preoccupazioni sempre più forti e diffuse. La Cgil Basilicata, attraverso il suo segretario generale Fernando Mega, ha ribadito la propria posizione contraria a qualsiasi pianificazione che preveda l’allocazione di tale deposito nel territorio lucano. In un contesto dove la sostenibilità ambientale è diventata una priorità, la Cgil chiede che anche la Regione assuma un ruolo attivo e deciso in questo dibattito cruciale.

La contrarietà della Cgil alla creazione del deposito

La Cgil Basilicata ha manifestato con fermezza la propria opposizione all’idea di trasformare la Basilicata in un sito di stoccaggio per rifiuti radioattivi. Questa posizione non è nuova; affonda le radici in eventi trascorsi, come le famose 15 giornate di Scanzano, quando nel 2003 la mobilitazione sociale raggiunse apici significativi per contrastare la stessa idea. Mega ha sottolineato che questa nuova minaccia riaccende sentimenti di resistenza già sperimentati vent’anni fa, un’epoca in cui cittadini e rappresentanti sindacali si unirono in una lotta decisa per difendere il territorio.

“Difenderemo a tutti i costi il nostro territorio da ogni tentativo di depredazione ulteriore,” ha affermato Mega, evidenziando l’importanza di mantenere la Basilicata libera da progetti che possano compromettere ulteriormente il suo stato attuale. La lotta, secondo la Cgil, non è solo una questione di non voler accettare un deposito, ma si tratta di tutelare una qualità della vita e di salvaguardare il patrimonio ambientale.

Le esperienze del passato e l’attuale contesto socio-economico

Il segretario generale ha richiamato l’attenzione sui sacrifici già fatti dalla Basilicata in termini di produzione energetica. Negli anni, la regione ha contribuito in maniera significativa alle necessità energetiche nazionali, senza però ricevere adeguati benefici in termini occupazionali. Questo squilibrio è diventato un tema centrale nel discorso che la Cgil desidera promuovere: la Basilicata ha dato molto, ma ha anche il diritto di reclamare una giusta ricompensa per le sue risorse.

Occorre inoltre ricordare che non è soltanto un discorso di opportunità economiche, ma anche di impatto ambientale. Le conseguenze delle attività industriali, compresa l’estrazione energetica, possono avere ripercussioni a lungo termine che spesso non vengono immediatamente visibili. Ciò ha portato a una crescente consapevolezza riguardo alla necessità di un cambio di paradigma nello sviluppo regionale, che deve accelerare verso un approccio più responsabile e sostenibile.

Verso un nuovo modello di sviluppo per la Basilicata

Mega ha chiarito che la Basilicata deve trovare la sua collocazione all’interno del dibattito su sostenibilità e energie alternative. Non più vista esclusivamente come un terreno da sfruttare per l’energia fossilizzata, la regione è chiamata a costruire un futuro sostenibile, valorizzando le sue potenzialità in campo ecologico e innovativo.

L’auspicio del sindacato è che la Basilicata si ponga in prima linea non solo per affrontare la sfida energetica, ma anche per diventare modello di riferimento in ambito di energie rinnovabili. L’idea di sviluppo sostenibile deve quindi passare attraverso la valorizzazione delle risorse locali, il sostegno all’innovazione tecnologica e la promozione di un’economia a basso impatto ambientale.

La Cgil Basilicata, quindi, non si limita a dire “no” a un progetto, ma invita tutti gli attori del territorio a unirsi per tracciare un percorso di crescita che non solo contempli la sicurezza della comunità, ma anche il rilancio di un modello economico e sociale più giusto ed equo.

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