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Capaccio Paestum punta a includere la tradizione delle Cente nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale

Capaccio Paestum punta a includere la tradizione delle Cente nell'Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale - Bagolinoweb.it

Il Comune di Capaccio Paestum si prepara a un importante passo per la valorizzazione delle proprie tradizioni religiose e culturali. La proposta di includere le storiche “Cente” nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano rappresenta non solo un riconoscimento per la comunità, ma anche un’opportunità per preservare e diffondere una pratica che affonda le radici nella memoria collettiva dei cittadini. La tradizione delle Cente si svolge annualmente in onore della Santissima Madonna del Granato e porta con sé secoli di storia, fede e cultura.

La tradizione delle Cente: un rito di fede e comunità

Le Cente votive sono parte integrante della tradizione religiosa di Capaccio Paestum, che si sviluppa nel periodo estivo e culmina nella notte tra il 14 e il 15 agosto. Questa celebrazione coinvolge centinaia di fedeli che, in un’atmosfera di devozione e unità, partono dalle diverse borgate, come Gromola, Capaccio Scalo, Rettifilo, Vuccolo Maiorano, Spinazzo e Capaccio Capoluogo, per raggiungere il Santuario della Madonna del Granato. La camminata è accompagnata dalla musica e dal canto di inni sacri, creando un clima di fervore spirituale.

La preparazione delle Cente è un momento di coesione per la comunità, con i cittadini che si riuniscono nei giorni precedenti per realizzare le barche di legno leggero. Ogni pezzo è realizzato a mano, seguendo una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Le Cente, una volta pronte, assumono una particolare estetica, con 100 candele disposte in fila, abbellite da nastri colorati e fiori freschi che rendono omaggio all’immagine della Madonna del Granato. Questo rituale non è solo un atto di fede, ma una celebrazione della cultura locale e della sua storia.

Il percorso verso il Santuario: tradizione e spiritualità

Il tragitto verso il Santuario, situato su un promontorio a 243 metri di altezza, è un viaggio di grande significato, non solo per la sua rilevanza religiosa ma anche per il legame che stringe i partecipanti con il territorio. La sua costruzione risale al X secolo e rappresenta un simbolo di fede per la comunità di Capaccio Paestum. Durante la processione, i devoti portano le Cente a spalla o sul capo, spesso a piedi nudi, esprimendo un gesto di umiltà e amore verso la Madonna.

La via che porta al Santuario è illuminata non solo dalle luminarie festive, ma anche dalle prime luci dell’alba, creando un’atmosfera incantevole e suggestiva. Questo momento di transizione rappresenta anche un simbolo di speranza e rinascita, riflettendo l’importanza della tradizione nello sviluppo dell’identità culturale locale. Le Cente votive diventano quindi non solo un oggetto di devozione, ma anche un mezzo attraverso il quale la comunità si unisce e celebra il proprio patrimonio immateriale.

Riconoscimenti e valorizzazione del patrimonio culturale

L’inserimento della tradizione delle Cente nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano rappresenterebbe un ulteriore riconoscimento per Capaccio Paestum e per l’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento. Questo patrimonio immateriale non è un caso isolato: nell’IPIC sono già presenti altre manifestazioni significative, come il “Volo dell’Angelo” di Prignano Cilento, il “Carnevale” di Agropoli e la tradizionale processione di Agropoli, che celebra la regina venuta da Costantinopoli. L’inserimento delle Cente contribuirebbe a rafforzare l’identità culturale della regione, offrendo maggiore visibilità e opportunità di sviluppo turistico.

Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento, ha manifestato il suo sostegno verso questa iniziativa. La richiesta di riconoscimento del valore delle Cente mette in luce l’importanza della cultura e delle tradizioni nel contesto della valorizzazione del patrimonio storico e sociale della comunità. La speranza è che questo passo alimenti un crescente interesse verso pratiche che non solo raccontano una storia, ma costruiscono legami duraturi tra le generazioni.