in

Cambiamenti nell’Aciam: assemblea approva statuto che favorisce il settore privato

Cambiamenti nell'Aciam: assemblea approva statuto che favorisce il settore privato - Bagolinoweb.it

Dopo un’assemblea durata quattro ore, l’Aciam, consorzio per la gestione dei rifiuti che riunisce 48 comuni della Marsica e dell’Aquilano, ha dato il via libera a un’importante modifica statutaria, unitamente all’approvazione del bilancio. La nuova delibera prevede la possibilità di una quota di maggioranza in mano a un socio privato, un aspetto che ha sollevato accesi dibattiti tra i comuni soci. La Tekneko, rappresentata dal suo amministratore Umberto Di Carlo, gioca un ruolo cruciale in questa ristrutturazione, già ostentando una quota significativa in Aciam.

Approvatore della maggioranza e voci contrarie

L’assemblea ha visto l’appoggio della maggior parte dei 48 comuni soci, sebbene alcuni abbiano manifestato la propria opposizione. In particolare, Oricola, Carsoli, Rocca di Botte e Celano hanno espresso il loro dissenso, mentre Sante Marie ha optato per l’astensione. Con un’affluenza pari all’86,40% degli amministratori, l’assemblea ha potuto procedere sia per l’ordinaria che per la straordinaria, facendo registrare un forte segnale di supporto per il cambiamento.

Tra i membri influenti presenti, il presidente Maurizio Bianchini, rappresentante del comune di Avezzano, ha guidato la discussione, schierandosi a favore delle modifiche. Questa decisione ha generato divisioni considerevoli tra i soci, tanto da rinviare l’assemblea programmata per giugno. Le dichiarazioni sovrapposte da parte della maggior parte dei sindaci, sia favorevoli che contrari, non hanno mancato di sottolineare la complessità del dibattito. Alcuni comuni, come Celano, Carsoli e Pescina, si sono già opposti formalmente a una ristrutturazione che potrebbe favorire la prevalenza del capitale privato rispetto a quello pubblico.

Interventi politici e domande sul ruolo di Tekneko

Nel mezzo di questo tumulto, la figura di Giampaolo Lugini, neoconsigliere regionale di FDI, è emersa per sollevare interrogativi significativi sull’ingresso della Tekneko nel consorzio nel 2005. Lugini ha richiesto documentazione alla commissione di Vigilanza del consiglio regionale per chiarire le modalità della gara di assegnazione. Questo intervento evidenzia la crescente paura che i comuni possano perdere il controllo sull’Aciam a favore di un’entità privata, una preoccupazione che si riflette in tutte le azioni politiche recenti.

Umberto Di Carlo ha rassicurato sul fatto che la questione del possesso di quote non è centrale per la Tekneko, bensì la necessità di affrontare una crisi economica. L’obiettivo dichiarato è quello di trasformare Aciam in una società con maggiore flessibilità e capacità operativa, superando vincoli legislativi che attualmente limitano le sue funzioni al solo trattamento dei rifiuti nell’impianto di Aielli. La ristrutturazione di Aciam è vista come un passo necessario per garantire la sopravvivenza dell’azienda.

Struttura economica e debiti dell’Aciam

La situazione finanziaria dell’Aciam è al centro delle discussioni, evidenziando un deficit di 2 milioni di euro, con una necessità di ricapitalizzazione di 800.000 euro da suddividere tra i soci, di cui metà a carico della Tekneko. Inoltre, l’azienda presenta debiti complessivi superiori a 15 milioni di euro, principalmente rappresentati da mutui pregressi, come quelli per la realizzazione dell’impianto di Aielli, che ammontano a 12,8 milioni.

La questione dei debiti e delle difficoltà finanziarie in corso rappresenta un tema delicato, considerando che il rilascio di ulteriori fondi e la ricapitalizzazione sono strettamente legati alla nuova struttura statutaria. Le preoccupazioni sollevate da ex amministratori e accademici, come Anna Maria Taccone, evidenziano il rischio che la società slitti sempre più nelle mani di investitori privati, riducendo il potere di intervento dei comuni. Una modifica così radicale della governance dell’Aciam appare cruciale non solo per la stabilizzazione economica dell’ente, ma anche per il futuro della gestione dei rifiuti nella regione.

La situazione rimane in continua evoluzione e necessiterà di attenta osservazione sia da parte delle autorità locali che dei cittadini, con l’auspicio di trovare soluzioni sostenibili per la gestione dei rifiuti e la salvaguardia degli interessi pubblici.