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Calabria: il lungo percorso verso la legalità nella sanità e i commissariamenti per mafia

Calabria: il lungo percorso verso la legalità nella sanità e i commissariamenti per mafia - Bagolinoweb.it

La situazione della sanità in Calabria è caratterizzata da una lunga serie di commissariamenti dovuti a infiltrazioni mafiose. Negli ultimi decenni, diverse aziende sanitarie hanno subito questo destino, evidenziando il profondo legame tra criminalità organizzata, politica e gestione dei servizi pubblici nella regione. Questo articolo esamina i vari aspetti del problema, dal contesto storico ai recenti sviluppi.

Storia dei commissariamenti: dal passato al presente

La questione del commissariamento delle aziende sanitarie calabresi affonda le radici negli anni ’80, quando il sistema sanitario locale era ancora gestito dalle Usl, Unità sanitarie locali. Con più di venti enti diversi presenti sul territorio, governi locali, spesso dominati dalla Democrazia Cristiana, creavano un ambiente fertile per infiltrazioni mafiose. Nel 1987, le prime due Usl, Locri e Taurianova, furono sciolte per infiltrazioni della ‘ndrangheta, un’azione senza precedenti che anticipò la legislazione attuale.

L’Asl di Locri, sciolta nel 2006, è emblematico di questo fenomeno. La relazione del prefetto Basilone, che denunciava un quadro quasi di “Gomorra” nella sanità calabrese, esplicitava le collusioni tra cosche mafiose e funzionari pubblici, oltre a disfunzioni gravi come assunzioni basate su raccomandazioni mafiose. Da quel momento, il fenomeno del commissariamento per infiltrazioni mafiose ha continuato a essere una costante, coinvolgendo altre aziende sanitarie, come l’Asp di Reggio Calabria, che ha subito il primo commissariamento nel 2008.

I motivi dei commissariamenti e il loro impatto

I commissariamenti, avvenuti in vari momenti storici e per diversi motivi, sono sempre stati giustificati da indagini che rivelavano forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata. Nel caso dell’Asp di Reggio Calabria, il Consiglio dei ministri ha dichiarato che gli interessi mafiosi compromettevano il regolare funzionamento dei servizi, generando un pericolo per la sicurezza pubblica. Questa situazione non è stata un caso isolato; nel tempo, altre aziende, come quella di Vibo Valentia nel 2010, hanno subito la stessa sorte, evidenziando una costante infiltrazione mafiosa nel settore sanitario.

Le verifiche hanno rivelato connivenze tra esponenti della mafia e personale delle aziende sanitarie, spesso culminando in appalti pubblici gestiti da ditte con legami diretti o indiretti con le cosche. Sono emersi casi in cui le aziende vincitrici di appalti per la fornitura di servizi, come la somministrazione di pasti nelle strutture ospedaliere, si avvalevano di personale legato a gruppi mafiosi. Tale contesto ha alimentato un ciclo di cattiva gestione e inefficienza, aggravando ulteriormente la già precaria situazione della sanità calabrese.

Recenti sviluppi e la lotta alla criminalità

Negli ultimi anni, la situazione sembra aver intrapreso un cambiamento significativo. Nonostante il panorama complesso dei commissariamenti e delle infiltrazioni, l’azione dei commissari straordinari e un maggiore controllo da parte delle autorità statali hanno iniziato a portare risultati concreti. La struttura commissariale, sotto la guida del presidente della Regione Roberto Occhiuto, ha lavorato per riportare la sanità calabrese su un sentiero di regolarità e trasparenza.

Particolare attenzione è stata posta sul ripristino della normalità contabile, con importanti provvedimenti come l’approvazione dei bilanci, che hanno messo fine alla cosiddetta “contabilità orale” e al disordine finanziario. L’Asp di Vibo Valentia, recentemente commissariata, potrebbe diventare un laboratorio per la rinascita di una sanità finalmente libera dalle ingerenze mafiose. Questo processo di recupero è essenziale per ripristinare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e garantire servizi sanitari dignitosi e efficienti.

Il percorso verso una sanità calabrese pulita è ancora lungo e complesso, ma i segnali di cambiamento mostrano che è possibile un futuro migliore per la Calabria, libero dall’influenza della criminalità organizzata.