Una significativa iniziativa ha preso piede a Bologna con la campagna “Non si butta via niente”, realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune di Bologna, il Gruppo Hera e Last Minute Market, una società spin-off dell’Università di Bologna. Questo progetto mira a combattere lo spreco alimentare e a supportare enti no profit, recuperando beni alimentari che altrimenti verrebbero sprecati. Tra il lancio della campagna e oggi, sono già state recuperate 340 tonnellate di alimenti, un dato che mette in luce l’importanza dell’iniziativa, specialmente in occasione della Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi Alimentari, che si celebra il 29 settembre.
L’importanza della campagna sul territorio
L’iniziativa “Non si butta via niente” non è solo un modo per ridurre gli sprechi, ma rappresenta anche un importante supporto per le fasce più vulnerabili della popolazione bolognese. Ogni anno, milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate, spesso a causa di una gestione inadeguata o di cultura del consumo incoerente. In questo contesto, il Comune di Bologna ha deciso di promuovere un progetto che riesca a recuperare alimenti freschi e preparati, supportando così una rete di realtà locali attive contro la povertà alimentare.
Molti sono i soggetti coinvolti: negozi, supermercati, mense aziendali e diverse aziende del territorio. Tra i donatori figurano nomi noti come Caab, Bologna FC 1909, Elior, i Portici Hotel e l’Aeroporto di Bologna. Queste realtà hanno contribuito a raccogliere e a destinare cibo a diverse associazioni no profit, come Civbo-Cucine Popolari, Opera di Padre Marella, Amici di Piazza Grande e l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, garantendo così la preparazione di circa 315.000 pasti per chi ne ha bisogno.
La campagna ha il duplice obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari e di sostenere la comunità, creando un ciclo virtuoso che beneficia sia l’ambiente sia le persone in difficoltà. Il coinvolgimento di diversi attori del territorio contribuisce a far crescere la consapevolezza sull’importanza di questo problema sociale.
Impatti ambientali e sociali della campagna
Oltre agli evidenti benefici sociali, la campagna ha avuto un impatto significativo anche sul piano ambientale. Grazie al recupero di alimenti che altrimenti sarebbero stati destinati a discarica, il progetto ha evitato l’emissione di circa 680.000 chili di anidride carbonica nell’atmosfera. Questo valore è pari alle emissioni prodotte da 6.583 viaggi in auto da Milano a Napoli, un dato che enfatizza l’importanza di iniziative come questa per la salvaguardia dell’ambiente.
Il recupero dei prodotti è stato principalmente focalizzato su alimenti freschi, come frutta e verdura, ma ha incluso anche pasti cotti pronti, gastronomia e prodotti da forno. Questo non solo permette di combattere lo spreco alimentare, ma anche di promuovere un’alimentazione sana e variegata per coloro che ricevono i pasti attraverso le associazioni no profit coinvolte nel progetto.
In un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente, iniziative come “Non si butta via niente” offrono un esempio concreto di come sia possibile coniugare le esigenze alimentari della popolazione con le necessità di tutela dell’ambiente, mostrando come una buona gestione delle risorse alimentari possa portare a risultati soddisfacenti per tutti.
La voce delle istituzioni e dei protagonisti
La Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi Alimentari ha fornito una piattaforma perfetta per riflettere sull’andamento della campagna e sulle sue prospettive future. Durante l’evento, sono intervenuti rappresentanti del Comune come l’assessore Daniele Ara e il collega Simone Borsari. Hanno evidenziato l’importanza di simili iniziative nella lotta agli sprechi e nel supporto alle comunità più vulnerabili.
Giulio Renato, direttore centrale dei servizi ambientali e flotte del Gruppo Hera, e Matteo Guidi, amministratore delegato di Last Minute Market, hanno sottolineato il ruolo fondamentale delle realtà aziendali e associative nel garantire il successo di questo progetto. La loro testimonianza è stata chiara: il lavoro di rete è essenziale per affrontare in modo efficace la questione dello spreco alimentare e per garantire un futuro sostenibile e giusto per tutti.
In un momento in cui la consapevolezza riguardo all’importanza della salute ambientale e della sostenibilità continua a crescere, Bologna si dimostra un esempio di come sia possibile unire forze diverse per un obiettivo comune.