L’emergenza sanitaria legata al COVID-19 ha messo in evidenza le carenze strutturali del sistema sanitario in Italia, portando a misure straordinarie. Tra queste, il decreto 34/2020, conosciuto come decreto rilancio, prevedeva un significativo aumento dei posti letto in terapia intensiva. Tuttavia, a distanza di quattro anni, emerge un quadro preoccupante per la Basilicata, dove i risultati ottenuti non rispondono alle aspettative, sollevando interrogativi sulla preparazione del sistema per future emergenze sanitarie.
L’emergenza covid e le promesse del governo
Durante la crisi sanitaria del COVID-19, la mancanza di posti letto in terapia intensiva si è rivelata una delle maggiori criticità del sistema sanitario nazionale. Il governo Conte ha immediatamente riconosciuto la necessità di un potenziamento delle strutture, inserendo nel decreto rilancio specifiche misure per incrementare il numero di letti disponibili. Il decreto 34/2020 prevedeva un aumento sostanziale dei posti letto nelle unità di terapia intensiva e sub intensiva, con l’obiettivo di garantire cure adeguate e salvare vite umane.
Tuttavia, la recente analisi del monitoraggio effettuato al 3 luglio 2024 mette in luce una situazione allarmante. Infatti, rispetto ai 32 posti letto previsti in Basilicata, solo 11 sono stati realizzati, equivalente a poco più del 34%. Nel contesto italiano, questi numeri evidenziano una significativa inadeguatezza e un ritardo nell’esecuzione dei piani di emergenza. La scarsità di strutture in grado di affrontare shock sanitari futuri suggerisce che la lezione appresa durante la pandemia non sia stata completamente interiorizzata.
Il bilancio dei posti letto: terapia intensiva e sub intensiva
Passando alla terapia sub intensiva, il quadro, pur essendo migliore, rimane preoccupante. Su un obiettivo di 40 posti letto, sono stati realizzati 28, raggiungendo il 70% del target previsto. Tuttavia, nonostante i risultati relativamente positivi nella sub intensiva, il ritardo nella cura e nell’ampliamento delle unità di terapia intensiva evidenzia una gestione dell’emergenza che risulta insufficiente. La maggior parte dei fondi previsti è ancora disponibile, e le scadenze per l’attuazione dei progetti sono fissate per il 2026, il che lascia poco tempo per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Questa situazione pone una questione vitale sulla prevenzione e sulla preparazione delle strutture sanitarie. La Basilicata, come altre regioni italiane, deve fare i conti con i cicli pandemici, e l’assenza di un numero adeguato di posti letto potrebbe compromettere le risorse necessarie per affrontare eventuali nuove ondate di contagio, aggravando ulteriormente la già critica condizione sanitaria regionale.
Il futuro è incerto: cosa ci riserva il domani?
La mancanza di posti letto adeguati in Basilicata pone interrogativi inquietanti sul futuro della salute pubblica della regione. In un contesto nel quale gli esperti avvertono dell’imminente possibilità di nuove pandemie, la comunità deve essere pronta a rispondere in modo tempestivo ed efficace. Gli investimenti necessari, sebbene disponibili, richiedono urgenti azioni da parte delle istituzioni.
Le parole di Andrisani del Tribunale per i diritti del malato sono chiare: è fondamentale che si prenda sul serio la questione, evitando sovrastrutture burocratiche che possono ritardare il progresso. Il richiamo all’azione è forte, e l’appello alla responsabilità collettiva si fa sentire: l’obiettivo di potenziare le strutture sanitarie non può essere trascurato, né tantomeno sottovalutato. Solo una gestione proattiva e lungimirante del sistema sanitario potrà garantire l’incolumità della popolazione lucana nei prossimi anni, evitando di ritrovarsi nuovamente impreparati a fronte di situazioni di crisi. La sfida è quella di convertire le risorse disponibili in azioni concrete e tempestive, prima che sia troppo tardi per recuperare il terreno perduto.