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Bando per il lavoro portuale a Venezia: 35,3 milioni per un nuovo ciclo di affidi

Bando per il lavoro portuale a Venezia: 35,3 milioni per un nuovo ciclo di affidi - Bagolinoweb.it

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale ha recentemente avviato un importante bando per l’affidamento del servizio di lavoro portuale nel porto di Venezia. Questo progetto, dal valore complessivo di 35,3 milioni di euro, coprirà un periodo iniziale di quattro anni, con la possibilità di rinnovo per un ulteriore quadriennio. L’iniziativa giunge dopo un percorso di consultazione e confronto con le rappresentanze sindacali, le aziende operanti nel porto e i terminal operator, e si preannuncia come una fase cruciale per il futuro degli operai del scalo lagunare.

Dettagli del bando e scadenza per le offerte

Il bando pubblicato dall’Autorità prevede una scadenza per la presentazione delle offerte fissata al 28 ottobre. Il lungo iter che ha preceduto la pubblicazione del bando ha visto coinvolte le parti sociali con l’obiettivo di definire un modello di gara che ponga al centro la tutela dei lavoratori. Le Linee guida sindacali, firmate lo scorso luglio, hanno previsto l’introduzione di una clausola sociale che garantirà le condizioni lavorative per i dipendenti. Inoltre, il bando prevede una strategia di assegnazione suddivisa in due lotti distinti: uno dedicato a Venezia e l’altro a Chioggia, un passo che mira a migliorare la gestione e l’operatività dei due scali.

Aree specifiche del servizio, come le funzioni operative che dovranno essere gestite dalle società affidatarie, saranno sottoposte a monitoraggio continuo per garantire standard elevati di sicurezza e efficienza. L’organico necessario per svolgere le operazioni portuali è stato definito in 120 unità, che comprenderanno eventuali figure di rilievo come il presidente e vice presidente, seguendo le indicazioni fornite dalla Commissione consultiva e dal Comitato di gestione.

Impatti sulla competitività del porto di Venezia

L’affidamento del servizio di lavoro portuale è considerato un passaggio fondamentale per assicurare operatività e competitività al porto di Venezia. Al momento, il servizio è gestito in modalità di proroga, un assetto che, sebbene consentito dalla Legge, tende a introdurre una certa instabilità e incertezza sul futuro del lavoro portuale. L’Authority sottolinea l’importanza di avviare questa nuova fase, che si prefigura come un’occasione per riorganizzare le risorse e migliorare i servizi essenziali per il porto lagunare.

Fulvio Lino Di Blasio, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, ha evidenziato l’accoglimento delle istanze delle rappresentanze sindacali, promettendo che il bando di Venezia segnerà l’inizio di una nuova epoca per il lavoro nei porti italiani. Con il piano già in atto per Chioggia, dove l’organico sarà fissato in venti unità, si prevede di implementare procedure che non solo tutelino gli interessi dei lavoratori, ma che offrano anche opportunità di reinserimento a eventuali esuberi.

L’importanza della salvaguardia dei posti di lavoro

Una delle principali preoccupazioni emerse durante il processo di consultazione è la sostenibilità dell’occupazione nel settore portuale. È fondamentale garantire che i lavoratori che potrebbero trovarsi in esubero possano beneficiare di opportunità su altri scali, in modo da evitare disoccupazione e instabilità economica. Grazie all’impegno e al dialogo con i sindacati, l’Authority ha assicurato che i lavoratori esuberi riceveranno priorità nelle assunzioni future nel porto di Venezia.

L’approccio proattivo dell’Autorità mira a creare un contesto lavorativo inclusivo e attento alle esigenze dei lavoratori, favorendo l’integrazione e l’adesione a modelli di impiego che possono adattarsi con flessibilità alle evoluzioni del settore. La pubblicazione di questo bando rappresenta non solo un passo verso una gestione efficiente dei servizi portuali, ma anche un segnale di responsabilità sociale nella salvaguardia dei diritti dei lavoratori.

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