in

Autonomia differenziata: il ruolo della Calabria nel dibattito su risorse e disuguaglianze

Autonomia differenziata: il ruolo della Calabria nel dibattito su risorse e disuguaglianze - Bagolinoweb.it

Autonomia differenziata: il ruolo della Calabria nel dibattito su risorse e disuguaglianze

Il dibattito sull’autonomia differenziata sta guadagnando sempre più attenzione e un clima culturale poco favorevole sembra ostacolare le posizioni a supporto di tale iniziativa. Tuttavia, il Gruppo di Lavoro sull’Autonomia Differenziata, nato il 6 settembre a Sellia Marina, evidenzia come la Calabria possa beneficiare significativamente dall’implementazione di questo sistema. Una rapida analisi dei “conti pubblici territoriali” mette in luce l’iniquità nella distribuzione delle risorse, che attualmente premia alcune regioni a statuto speciale a scapito di quelle a statuto ordinario.

La situazione attuale della spesa pubblica in Calabria

Un confronto sui dati

Secondo l’Agenzia per la Coesione Territoriale, i dati più recenti, sebbene risalenti al 2021 e non completamente aggiornati, mostrano che la Calabria beneficia di circa 14.000 euro per abitante in spesa pubblica territoriale. In confronto, le province autonome di Trento e Bolzano ricevono 25.000 e 23.000 euro per abitante rispettivamente, segnando una disparità che solleva interrogativi cruciali riguardo al valore percepito dei cittadini in base alla loro regione di residenza. Nonostante la Calabria abbia quasi quattro volte la popolazione del Trentino-Alto Adige, le risorse destinate ai servizi pubblici rimangono inadeguate e non uniformi sul territorio nazionale.

Analisi delle cause

Il Gruppo di Lavoro sottolinea che l’attuale sistema di finanza pubblica opera su un “doppio binario” che penalizza le regioni a statuto ordinario come la Calabria. Infatti, la compartecipazione ai tributi erariali per queste regioni ammonta attualmente a circa il 67%, mentre le regioni a statuto speciale godono di vantaggi significativi. Un esempio illuminante è fornito dalla Valle d’Aosta, dove il 100% del gettito IVA viene trattenuto localmente, contro il 90% nelle province di Trento e Bolzano e solo il 36,4% in Sicilia. Questa situazione non solo svantaggia la Calabria, ma evidenzia un problema strutturale di equità nella distribuzione delle risorse tra diverse aree del Paese.

Le proposte del Gruppo di Lavoro

Riequilibrio delle risorse

Il riequilibrio della spesa pubblica sulla base della popolazione potrebbe restituire alla Calabria, almeno, un 20% in più di risorse che attualmente finiscono in altre regioni. Questo sarebbe un passo fondamentale per affrontare la cronica situazione di debito sanitario, una problematica che affligge la regione da anni. La proposta di un riequilibrio si basa sulla necessità di garantire che tutte le regioni abbiano accesso alle stesse opportunità, rendendo i servizi pubblici più equi e sostenibili.

Le disuguaglianze tra le regioni

Le regioni a statuto speciale sono esonerate dalla partecipazione ai programmi nazionali di riduzione della spesa pubblica, contribuendo così alla perpetuazione di disuguaglianze che si sono consolidate nel corso dei decenni. Secondo quanto prospettato dal Gruppo di Lavoro, questa situazione esiste da almeno venticinque anni, con una progressione aggravata dalla recente pandemia. Senza adeguati studi ufficiali, si accentua il timore che l’attuale sistema di ripartizione delle risorse ampli i divari socioeconomici tra le diverse regioni italiane, richiedendo quindi un intervento deciso per ripristinare la giustizia fiscale nel Paese.

Autonomia differenziata e opportunità per la Calabria

Maggiore trasparenza nella distribuzione delle risorse

L’adozione dell’autonomia differenziata potrebbe apportare maggiore trasparenza e una distribuzione più equa delle risorse tra le varie regioni. Un aspetto fondamentale di questo processo è la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni , che garantirebbero risorse adeguate per il Sud, e in particolare per la Calabria. Il miglioramento delle condizioni e dei servizi come l’educazione infantile ne è un esempio chiaro: molte regioni del Centro-Nord hanno già raggiunto la copertura minima di un terzo per i posti negli asili nido, mentre la Calabria resta indietro, mancando risorse necessarie per colmare questa lacuna.

I meccanismi di garanzia proposti

Nonostante le critiche contro la legge 86/2024, nota come “legge Calderoli”, che molti ritengono possa compromettere l’unità nazionale, il Gruppo di Lavoro evidenzia l’introduzione di meccanismi volti a garantire equità. Questi includono la necessità di un doppio voto a maggioranza assoluta da parte del Parlamento su documenti preliminari e finali delle intese Stato-Regioni, oltre a una revisione periodica dei LEP. Queste misure potrebbero contribuire a evitare squilibri eccessivi e migliorare la situazione delle regioni svantaggiate come la Calabria.

L’autonomia differenziata potrebbe, quindi, rappresentare una chiave per affrontare le storiche ingiustizie nella distribuzione delle risorse, favorendo così uno sviluppo più omogeneo e sostenibile su tutto il territorio nazionale.