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Aumento dell’addizionale Irpef in Abruzzo: il dibattito sul debito della sanità torna prepotente

Aumento dell'addizionale Irpef in Abruzzo: il dibattito sul debito della sanità torna prepotente - Bagolinoweb.it

Negli ultimi mesi, Abruzzo si è trovato al centro di un dibattito acceso sull’addizionale Irpef e sulla necessità di aumentare le tasse regionali per far fronte alla crescente pressione del debito sanitario. L’aliquota attuale si attesta al 1,73%, ma si sta considerando un potenziale incremento fino al 3,33%, che rappresenterebbe la soglia massima. La questione non è solo economica, ma affonda le radici in una gestione complessa e controversa della sanità regionale che risale a diversi anni fa. Questo articolo esplorerà le problematiche legate all’addizionale Irpef, il contesto delle finanze sanitarie e le reazioni politiche al riguardo.

L’addizionale Irpef: storia di un aumento mai revocato

La storia dell’addizionale Irpef in Abruzzo ha inizio nel 2011, durante il periodo di commissariamento della sanità regionale. In quell’anno, l’aliquota fu innalzata, portando un incremento deciso per affrontare il pesante debito accumulato nel settore. Tuttavia, nonostante la fine del commissariamento nel 2016, il provvedimento non è mai stato ritirato, come invece era stato promesso dalle autorità. Questo ha sollevato interrogativi su come vengano gestite le entrate fiscali e sull’assenza di misure correttive ai tavoli decisionali.

Negli anni successivi, i cittadini abruzzesi hanno visto ripetuti appelli per un abbassamento della tassa, senza però ricevere risposte concrete. La cifra di risorse raccolte attraverso l’addizionale è stata utilizzata dalla giunta regionale non solo per il risanamento delle casse sanitarie, ma anche per finanziare leggi cosiddette “mancia”, destinate a vari progetti a sostegno di diversi ambiti e per garantire visibilità ai politici in carica. Una situazione che ha portato a malcontento tra i cittadini, i quali vedono la necessità di rivedere il sistema fiscale, soprattutto in un momento di difficoltà economica.

Nonostante le promesse politiche e le promesse di riforme, l’aliquota è rimasta invariata, mentre il debito della sanità ha continuato a crescere, evidenziando una gestione inefficace delle risorse. Le critiche sono aumentate, e oggi si assiste a una rinnovata richiesta di trasparenza e di accountability da parte degli amministratori.

La situazione finanziaria della sanità: sfide e opportunità

La questione del debito sanitario in Abruzzo è complessa e ha radici profonde. Gli esperti hanno messo in luce come, nonostante un apparente aumento delle risorse, il gap finanziario delle Asl sta continuando ad allargarsi. Attualmente, il debito si attesta intorno ai 130 milioni di euro, nonostante i piani di rientro previsti che dovrebbero portare a una riduzione della somma a 20 milioni.

L’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, ha dichiarato che ci sono buone probabilità di raggiungere questi obiettivi, grazie all’aumento dei trasferimenti statali. Tuttavia, questo scenario positivo non è condiviso da tutti e le preoccupazioni rimangono alte tra i cittadini e gli oppositori politici, soprattutto considerando il passivo accumulato in anni di malagestione.

Inoltre, il dibattito si sposta sulla necessità di una pianificazione sostenibile, che consenta di garantire servizi efficienti alla popolazione senza dover ricorrere ad alzare le tasse. La maggioranza politica sembrerebbe divisa: mentre da un lato ci sono le rassicurazioni di non aumentare la tassazione, dall’altro si registrano tensioni interne riguardo alla gestione delle risorse e alle promesse fatte ai cittadini.

Le reazioni politiche: alleanza fragile e critiche reciproche

La riunione del centrodestra si è svolta a Francavilla al Mare, con la presenza del presidente della Regione, Marco Marsilio. Qui, Marsilio ha escluso ogni possibilità di un nuovo commissariamento, sostenendo che la Regione si trova sotto il limite del 5% del deficit consentito. Tuttavia, l’accusa di non occuparsi adeguatamente dei problemi della sanità è tornata a sollevare toni accesi.

È interessante notare come, in passato, alcuni membri dell’attuale maggioranza avevano rincarato la dose contro il precedente governo di centrosinistra, guidato da Luciano D’Alfonso, accusandolo di non aver ridotto l’aliquota. La stessa dialettica sembra ormai essere ritornata, con i membri dell’opposizione pronti a puntare il dito sulla gestione attuale. Questa dinamica evidenzia come la questione dell’aliquota Irpef e il debito sanitario siano diventati campi di battaglia politica.

I recenti episodi di disaccordo sul budget e sull’assegnazione dei fondi hanno accentuato le divisioni, rendendo difficile una collaborazione fruttuosa. L’imminente scadenza di fine anno rappresenta un momento cruciale in cui i diversi attori politici dovranno prendere decisioni difficili che avranno un impatto diretto sui cittadini, in un contesto già segnato da fragilità economiche e sociali.

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