Menu
in

Attivisti universitari di Bologna protestano contro il turistificazione della città

Attivisti universitari di Bologna protestano contro il turistificazione della città - Bagolinoweb.it

Un gruppo di attivisti universitari ha lanciato un appello contro il crescente fenomeno della turistificazione a Bologna, manifestando preoccupazione per l’accessibilità abitativa nella città. Con azioni simboliche e comunicazioni dirette, gli studenti sottolineano la necessità di proteggere il patrimonio residenziale dalla pressione del turismo, sostenendo che nonostante si possa considerare ancora lontani dall’eccesso di turismo, il numero di alloggi turistici è già elevato.

L’azione simbolica degli attivisti

Recentemente, gli attivisti hanno organizzato un blitz informativo, bloccando temporaneamente il City Red Bus, un simbolo del turismo cittadino. Durante l’azione, hanno esibito striscioni e fatto riferimento a una scritta che recitava “No overtourism” sul veicolo, per esprimere la loro posizione sul tema. Le immagini diffuse mostrano anche l’impatto visivo della protesta, sottolineando la volontà di attirare l’attenzione del pubblico e delle autorità sul problema dell’accesso alle abitazioni per i residenti.

Gli attivisti, rappresentati da una voce portante come Luna, affermano che il messaggio della rivendicazione è chiaro: fermare il processo di turistificazione è cruciale per preservare il tessuto sociale della città. Secondo le loro osservazioni, la situazione abitativa a Bologna sta diventando sempre più difficile per i residenti, con l’aumento di affitti e la diminuzione delle abitazioni disponibili a lungo termine. Questo è un punto che frequentemente riemerge nei dibattiti locali, dove molti cittadini avvertono un pericoloso conflitto tra le esigenze dei turisti e quelle dei residenti.

Il fenomeno della turistificazione

Il termine turistificazione si riferisce al processo attraverso il quale una città diventa sempre più attrattiva per i turisti, talvolta a scapito della vivibilità per i residenti. In questo contesto, gli attivisti hanno messo in evidenza il numero crescente di annunci su piattaforme di short-term rental come Airbnb, con oltre 5.000 proprietà disponibili a Bologna. Questa cifra, secondo loro, rappresenta un eccesso di alloggi turistici che sottrae spazio vitale ai cittadini, contribuendo a un modello economico che avvantaggia pochi a discapito di molti.

La loro analisi sottolinea come la crescita del settore turistico possa generare posti di lavoro, ma che spesso questi risultano essere precari e poco remunerati. Gli addetti del settore, come le persone impegnate nelle pulizie o nel servizio di accoglienza, è probabile che percepiscano stipendi risibili e vivano in condizioni precarie, senza accesso a benefici adeguati. Questo dualismo tra profitto e precarietà è un aspetto centrale della protesta, che evidenzia la necessità di un cambiamento governativo e legislativo.

Le conseguenze per i residenti

La presenza massiccia di affitti turistici ha non solo aumentato i costi della vita per i residenti, ma ha anche trasformato il modo in cui si vive in città, creando una società divisa tra turisti e residenti. Gli attivisti avvertono che il rischio è quello di trasformare Bologna in una “vetrina” per il turismo di massa, a scapito della sua autenticità culturale e sociale. Questo comporta la necessità di ripensare il modello urbano, con una governance più equa e comprensiva che prenda in considerazione anche gli interessi dei cittadini.

La protesta degli attivisti universitari è un chiaro invito a riflettere su quale sia il futuro di Bologna, ponendo interrogativi radialmente diversi. Cosa significa vivere in una città dove il turismo è la principale fonte di reddito? Qual è il prezzo che si paga quando gli affitti salgono e i residenti vengono emarginati? Il dibattito è acceso e non si limita a Bologna, ma si estende a molte altre città d’arte e di cultura che affrontano la stessa sfida della balance tra residenza e turismo.

La lotta contro la turistificazione non è solo una battaglia di attivismo locale, ma un richiamo all’azione per le politiche urbane di tutto il mondo, affinché non dimentichino chi chiama casa la città.

Leave a Reply

Exit mobile version