in

Arresti storici a Milano: colpita la gestione mafiosa delle curve di Milan e Inter

Arresti storici a Milano: colpita la gestione mafiosa delle curve di Milan e Inter - Bagolinoweb.it

L’operazione condotta dalla DDA di Milano ha portato all’arresto di 19 persone, tra cui i principali capi ultrà delle curve di Milan e Inter. Questo intervento non solo ha decapitato la leadership dei gruppi di tifosi, ma ha anche messo in luce il profondo coinvolgimento della ‘ndrangheta nella gestione delle attività illecite legate allo stadio. Le indagini si sono concentrate sull’omicidio di Antonio Bellocco, figlio del clan di Rosarno, avvenuto in circostanze violente a seguito di conflitti interni alla curva interista. Questo episodio segna un grave allerta riguardo il legame tra sport e fenomeni mafiosi.

L’operazione contro la mafia e le curve ultrà

Il blitz a Milano ha portato all’arresto di figure chiave all’interno delle curve di Milan e Inter, rivelando un sistema di associazione a delinquere che ha facilitato la penetrazione della mafia calabrese nei settori del tifo organizzato. Tra gli arrestati figurano nomi noti come Andrea Beretta e il suo vice Marco Ferdico, responsabili della Curva Nord dell’Inter. L’operazione ha confermato l’interesse della ‘ndrangheta per gli affari legati allo stadio, evidenziando come il crimine organizzato gestisca e protegga le dinamiche interne ai gruppi di tifosi. Questo sistema complesso è caratterizzato da scontri violenti, estorsioni e conflitti per la gestione del potere e dei profitti derivanti dal tifo.

Il caso di Antonio Bellocco, ucciso a coltellate lo scorso mese, è emblematico del clima di tensione e violenza che pervade il tifo a Milano. Il conflitto fra Beretta e Bellocco, alimentato da precedenti divergenze economiche, ha culminato in un omicidio che rappresenta un punto di non ritorno nella lotta interna per il controllo delle attività illecite. Questo blitz non ha solo reso la sicurezza delle curve ultrà un tema centrale, ma ha anche spostato l’attenzione sul legame tra criminalità organizzata e passione calcistica.

L’ascendenza della mafia e i recenti eventi tragici

L’interazione tra i gruppi di tifosi e la mafia calabrese è emersa nel contesto di una lotta per il potere che si è intensificata in seguito a eventi traumatici come l’omicidio di Vittorio Boiocchi. Dopo il suo rilascio nel 2018, Boiocchi, una figura storica del tifo interista, è stato assassinato nel 2021, un omicidio rimasto irrisolto. Le investigazioni sulla sua morte hanno messo in luce le tensioni sull’assegnazione del potere in curva, rivelando come la scomparsa di un leader possa condurre a una vera e propria guerra per la successione.

Infatti, la morte di Boiocchi ha dato origine a una frattura profonda tra gruppi interni, portando alla marginalizzazione degli “Irriducibili” e all’emergere di nuove leadership. All’interno di questa guerra, Antonio Bellocco ha fortemente consolidato il suo potere, fortificando il suo dominio sulla Curva Nord dell’Inter. La sua violenta eliminazione, collegata a dissidi interni, ha rappresentato solo l’ultimo episodio di una serie di omicidi che tracciano una mappa inquietante della violenza nel tifo milanese.

Implicazioni per il futuro del tifo e del calcio a Milano

L’operazione della DDA Milano ha portato alla luce una rete di collusioni tra criminalità organizzata e tifoserie, rivelando l’urgente necessità di strategie di prevenzione per affrontare questo problema dilagante. Non si tratta solo di un problema locale, ma di una questione che coinvolge la sicurezza e l’immagine del calcio italiano in generale. I tifosi vogliono spazi di aggregazione liberi dalle influenze mafiose, e la risposta istituzionale dovrà essere rapida e incisiva.

Il futuro del tifo a Milano ora si trova a un bivio. Mentre le indagini continuano, sullo sfondo ci sono le sfide di far fronte alla violenza e al crimine organizzato per garantire che la passione per il calcio non venga sfruttata per attività illecite. Le istituzioni sportive, insieme alle autorità competenti, dovranno impegnarsi per garantire che il calcio torni a essere un ambiente di divertimento e partecipazione, completamente distante dai conflitti e dalle azioni della criminalità organizzata.