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Antimicrobico resistenza: una sfida globale che minaccia la salute pubblica

Antimicrobico resistenza: una sfida globale che minaccia la salute pubblica - Bagolinoweb.it

L’antimicrobico resistenza rappresenta un grave problema per la salute globale, poiché i batteri continuano a sviluppare resistenza agli antibiotici, compromettendo la capacità di cura delle infezioni. Recenti dichiarazioni di esperti, come Massimo Andreoni, direttore scientifico della SIMIT , evidenziano l’urgenza di affrontare questa questione attraverso investimenti nella ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci.

L’urgente necessità di nuove terapie

La crescente insorgenza di ceppi batterici resistenti ha reso imperativo l’utilizzo parsimonioso degli antibiotici riservati. Attualmente, risultano disponibili solo cinque di questi farmaci, ma la scarsità di opzioni terapeutiche efficaci si traduce in un elevato bisogno di nuove molecole. Sebbene le aziende farmaceutiche siano stimolate a innovare, la creazione di antibiotici che possano combattere germi multiresistenti è un processo complesso e impegnativo. La ricerca è ostacolata dalla necessità di conservare questi nuovi antibiotici, limitando la loro diffusione e uso. Questo contesto rende poco appetibile per le industries investire in progetti di sviluppo di nuovi antibiotici, contribuendo a una stagnazione nella scoperta di terapie innovative.

Un problema di proporzioni pandemiche

Massimo Andreoni ha chiarito che, se la tendenza attuale non cambia, l’AMR potrebbe diventare la prima causa di morte nel mondo entro il 2050, con previsioni di oltre otto milioni di decessi all’anno direttamente correlati a questa problematica. La resistenza antimicrobica non conosce confini, e la necessità di strategie globali condivise è più urgente che mai. La lotta contro l’AMR deve coinvolgere non solo i professionisti della salute ma anche i governi e le organizzazioni internazionali, per sviluppare un approccio sistemico alla problematica.

Il ruolo del G7 nella lotta contro l’AMR

La questione dell’AMR sarà centrale nei dibattiti del G7 che si terrà ad Ancona all’inizio di ottobre. Diversi Stati membri si riuniranno per confrontarsi su come affrontare questa sfida e sviluppare strategie comuni. L’Italia, in particolare, si distingue per il suo alto tasso di germi multiresistenti e di infezioni nosocomiali. La necessità di condividere soluzioni e di promuovere un utilizzo appropriato degli antibiotici diventa cruciale per ridurre l’impatto dell’AMR. La collaborazione internazionale si presenta come un aspetto ineludibile per affrontare questa crisi a lungo termine.

La responsabilità dei paesi e la ricerca di soluzioni condivise

In Europa, l’Italia si trova di fronte a statistiche preoccupanti riguardo l’inadeguato utilizzo degli antibiotici e l’elevata incidenza di germi multiresistenti. Il professor Andreoni sottolinea la responsabilità dell’Italia nell’adottare misure incisive per migliorare la situazione. È evidente che le politiche sanitarie devono essere potenziate per incoraggiare un uso responsabile degli antibiotici, facilitando contestualmente la ricerca di nuove soluzioni. Le collaborazioni tra paesi potrebbero portare a risultati significativi nella lotta contro l’AMR, rendendo possibile il futuro sviluppo di terapie in grado di garantire la salute pubblica e l’efficacia dei trattamenti.