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Angelo Radica, sindaco di Tollo, condannato per diffamazione: il risarcimento e le reazioni politiche

Angelo Radica, sindaco di Tollo, condannato per diffamazione: il risarcimento e le reazioni politiche - Bagolinoweb.it

Il sindaco di Tollo, Angelo Radica, è stato condannato dalla Corte d’Appello dell’Aquila al risarcimento di 5 mila euro per danno morale a un cittadino, oltre a dover coprire le spese legali del processo. Questa condanna segue una sentenza precedente del tribunale di Ortona e deriva da una serie di episodi di diffamazione avvenuti sui social network. La notizia è stata divulgata dal gruppo consiliare di opposizione “Tollo Rinasce”, che ha immediatamente chiesto le dimissioni del sindaco.

La genesi della controversia legale

La vicenda ha avuto inizio quando Angelo Radica ha fatto causa a un cittadino, accusandolo di diffamazione. Tuttavia, la strategia legale del sindaco si è rivelata controproducente, poiché il tribunale di Ortona ha respinto la sua richiesta e ha accolto la difesa del cittadino, che si è visto come la vera vittima di un comportamento diffamatorio da parte di Radica sui social media. Infatti, il tribunale ha stabilito che il sindaco aveva compiuto attacchi personali nei confronti del cittadino, sfociando in un primo grado di condanna che obbligava Radica al risarcimento e al pagamento delle spese legali.

Nella sua sentenza, il giudice ha notato come le dichiarazioni fatte da Radica su Facebook avessero un contenuto gravemente denigratorio. Tra le frasi pronunciate, il sindaco aveva definito il cittadino “una nullità” e “un cretino patentato”, insinuando così una sua incapacità non solo nella vita personale ma anche in ambito lavorativo. Questi attacchi verbali hanno avuto ripercussioni legali significative e hanno alimentato il già acceso dibattito politico a Tollo.

Le clamorose rivelazioni della Corte d’Appello

A seguito dell’appello presentato da Radica, la Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, evidenziando la gravità delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco. Il collegio giudicante, composto da tre giudici indipendenti, ha considerato non solo la natura delle affermazioni fatte, ma anche l’impatto che queste possono avere sulla reputazione di un cittadino. Le parole usate da Radica sono state sottolineate come eccessive e senza giustificazione, portando la corte a ritenere che un simile comportamento da parte di un politico fosse inaccettabile, specialmente nell’era dei social media.

Le dichiarazioni attribuite a Radica hanno spaziato da insulti come “peggio del peggio” a accuse di falsificazione e disonestà. La Corte ha definito tali affermazioni come “attacchi personali e gratuiti” e ha messo in evidenza il “carattere illecito” della diffusione di queste informazioni. Questa situazione ha sollevato interrogativi anche sulla gestione politica del sindaco, che adesso si trova a dover affrontare non solo il danno finanziario ma anche un significativo danno alla sua immagine pubblica.

Reazioni politiche e chieste di dimissioni

A seguito della condanna, il gruppo consiliare di opposizione “Tollo Rinasce”, formato da Ettore Leve, Bruno Pagnanelli e Filomena Mariani, ha preso posizione in modo fermo. I consiglieri hanno messo in evidenza come questa sentenza non sia solo una questione personale per Radica, ma anche un segnale della sua fallimentare amministrazione. Essi sottolineano che il verdetto è stato emesso da giudici imparziali e non dai membri della minoranza. Questa affermazione mira a distaccarsi dall’accusa di essere cattivi e rancorosi, sottolineando invece la serietà della situazione.

Mariani, Pagnanelli e Leve hanno chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco, ritenendo che la fiducia dei cittadini sia stata compromessa dagli eventi recenti. La loro richiesta si basa sulla convinzione che la condotta di Radica non solo danneggi il suo status personale, ma anche l’integrità del governo locale. Le dimissioni, affermano i consiglieri, sarebbero un passo necessario per ripristinare la dignità dell’ufficio e la serenità tra i cittadini di Tollo. La questione continua a tenere banco nei dibattiti pubblici e nei social media, dove il sostegno e il dissenso per il sindaco si riflettono nelle opinioni degli utenti, accentuando ulteriormente la presenza del dibattito politico nel comune abruzzese.

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