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Ambiente svenduto: la Corte d’Appello annulla la sentenza di primo grado e sposta il processo a Potenza

Ambiente svenduto: la Corte d’Appello annulla la sentenza di primo grado e sposta il processo a Potenza - Bagolinoweb.it

Ambiente svenduto: la Corte d’Appello annulla la sentenza di primo grado e sposta il processo a Potenza

La recente sentenza della Corte d’Appello ha segnato una svolta nel controverso processo “Ambiente Svenduto”, legato al disastro ambientale dell’ex Ilva di Taranto. La corte ha annullato le 26 condanne inflitte in primo grado, trasferendo il procedimento al tribunale di Potenza. Questo articolo esplora le motivazioni della decisione e le possibili implicazioni su un caso di grande rilevanza per l’ambiente e le comunità locali.

Motivazioni dell’annullamento della sentenza

Competenza territoriale contestata

Il giudice Antonio Del Coco, presidente della Corte d’Assise d’Appello, ha spiegato le motivazioni per cui la corte ha accolto le istanze di incompetenza territoriale presentate dalla difesa. I reati per cui erano stati accusati gli imputati si riferiscono a eventi che si sono verificati tra il 1995 e il 2012. Tuttavia, i giudici onorari coinvolti nel processo avevano cessato l’esercizio delle loro funzioni magistrali molto prima della costituzione in giudizio avvenuta nel 2016. Questo aspetto ha portato la Corte a concludere che la qualifica di magistrato ordinario, fondamentale per la procedura, deve essere esistita al momento della commissione del reato.

Riferimenti giuridici e decisioni precedenti

La Corte ha fatto riferimento a una sentenza della Corte Costituzionale del 2013, che stabilisce che la qualifica soggettiva dei magistrati deve essere considerata al momento in cui si sono verificati i fatti illeciti. Pertanto, la presenza dei giudici onorari dalla posizione di parte civile non ha validità nel contesto giuridico del processo originale. La tesi degli avvocati difensori, che sosteneva la possibilità di considerare i magistrati come parti offese semplicemente per il fatto di risiedere nelle zone inquinate, è stata respinta dalla Corte.

Il futuro del processo a Potenza

Avvio dell’udienza preliminare

Con il trasferimento del caso a Potenza, le audizioni riprenderanno dall’udienza preliminare. Questo comporta un’inversione di marcia significativa, poiché gli atti già svolti a Taranto non saranno automaticamente validi, e il nuovo giudice di Potenza dovrà esaminare il caso sin dall’inizio. Gli avvocati della difesa e dell’accusa avranno l’opportunità di ripresentare le loro argomentazioni, creando un nuovo panorama giuridico e una nuova fase del processo.

Rischio di prescrizione dei reati

È importante notare la preoccupazione che il prolungamento dell’iter processuale possa portare alla prescrizione per la maggior parte dei reati contestati. In primo grado, il tribunale di Taranto aveva inflitto 26 condanne per un totale di 270 anni di carcere, con le pene più severe riservate ai fratelli Fabio e Nicola Riva, rispettivamente condannati a 22 e 20 anni di reclusione. La nuova fase del processo a Potenza dovrà considerare attentamente i tempi di prescrizione, una questione già evidenziata durante le udienze precedenti.

Il caso “Ambiente Svenduto” continuerà ad attirare l’attenzione pubblica e a destare preoccupazioni per le implicazioni ambientali e sanitarie legate all’ex stabilimento Ilva, mentre la battaglia legale si sposta in un nuovo contesto giuridico con sfide e opportunità.