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Allontanamento disposto dal tribunale per un uomo accusato di violenza psicologica e fisica a Merano

Allontanamento disposto dal tribunale per un uomo accusato di violenza psicologica e fisica a Merano - Bagolinoweb.it

Il tribunale di Bolzano ha recentemente preso una decisione significativa riguardante un caso di violenza domestica che ha coinvolto un uomo di 40 anni residente a Merano. Il provvedimento prevede l’allontanamento dall’abitazione familiare e il divieto di avvicinamento alla moglie e alle tre figlie della vittima. Questo intervento è stato reso possibile grazie alle indagini condotte dal commissariato di Merano, attivate a seguito di una segnalazione proveniente dal personale sanitario dell’ospedale locale.

Le indagini e la segnalazione dell’ospedale

Le indagini condotte dalle autorità hanno messo in luce un grave quadro di abuso domestico caratterizzato da violenza psicologica. La moglie del 40enne ha subito un costante stato di pressione dovuto alla gelosia dell’uomo, il quale ha intrapreso un comportamento sistematico volto a controllarla. Per un periodo prolungato, l’uomo ha reso la vita della moglie insopportabile, infliggendole violenze di natura psicologica che le hanno impedito di vivere in serenità e libertà.

La segnalazione che ha portato all’intervento delle autorità è stata effettuata attraverso il codice “Erika“, uno strumento che consente agli operatori sanitari di segnalare situazioni di pericolo per le vittime di violenza domestica. Questa attivazione ha permesso di attivare un protocollo di emergenza, garantendo la protezione della donna e delle sue figlie e avviando un’indagine approfondita sul caso.

La escalation della violenza: dai comportamenti controllanti agli atti fisici

Negli ultimi mesi, la situazione coniugale è degenerata, con l’uomo che ha intensificato le sue minacce e gli atti di violenza. Oltre a proseguire con insulti e intimidazioni, l’uomo ha iniziato a esercitare un controllo sempre più oppressivo sulla vita della moglie. Le sue pretese includevano divieti riguardanti le uscite individuali, l’impossibilità di cercare un lavoro e la richiesta reiterata di conoscere tutti i suoi contatti sociali.

Il fulcro di questa escalation è avvenuto quando, oltre alla violenza psicologica, l’uomo ha iniziato a esercitare violenza fisica. Sono stati riportati episodi in cui ha aggredito non solo la moglie ma anche una delle figlie, una bambina di 11 anni, utilizzando pugni e calci. Questo episodio ha rappresentato un punto di rottura per la donna, la quale ha finalmente trovato il coraggio di abbandonare la situazione di abusi e chiedere aiuto.

L’intervento delle autorità e la protezione della vittima

Dopo la denuncia e l’allerta data attraverso il numero di emergenza 112, le autorità hanno subito attivato le misure necessarie per garantire la sicurezza della donna e delle sue figlie. In particolare, il tribunale ha emesso un’ordinanza di allontanamento dall’abitazione per l’uomo e ha imposto il divieto di avvicinamento alla moglie e ai figli.

L’episodio finale che ha spinto le autorità ad agire in modo urgente è avvenuto durante una videochiamata, durante la quale l’uomo ha minacciato la moglie brandendo un coltello e intimandole di far ritorno a casa, altrimenti l’avrebbe uccisa. Questo gesto ha ulteriormente accresciuto la gravità della situazione, giustificando il trasferimento della donna e delle figlie in una struttura protetta, dove possono ricevere assistenza e supporto.

Questo caso mette in luce l’importanza di segnalare situazioni di violenza domestica e la necessità di un sistema di protezione efficace per le vittime. La decisione del tribunale non solo tutela la donna e le sue figlie, ma sottolinea anche il ruolo cruciale delle istituzioni nel garantire che abusi come questi siano affrontati con la massima serietà e urgenza.

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