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Allerta a Trieste: crisi per l’ovovia e polemiche sulla gestione dei fondi Pnrr

Allerta a Trieste: crisi per l'ovovia e polemiche sulla gestione dei fondi Pnrr - Bagolinoweb.it

La situazione a Trieste si è fatta tesa a causa dello stop ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinati alla realizzazione di un’ovovia che avrebbe dovuto collegare la città con l’altipiano carsico. Durante una conferenza stampa tenutasi in piazza Unità d’Italia, Riccardo Laterza, rappresentante del movimento politico Adesso Trieste, ha espresso fermezza nel chiedere le dimissioni degli amministratori pubblici che hanno mentito riguardo all’approvazione del progetto a Bruxelles e sulle spese che i cittadini triestini non avrebbero dovuto affrontare. Il dibattito ha coinvolto vari esponenti dell’opposizione, sottolineando le gravi conseguenze che questo stop ai finanziamenti potrebbe avere sulla comunità locale e sull’intera area.

La questione dell’ovovia e il blocco dei fondi

Al centro dell’acceso dibattito vi è il progetto dell’ovovia, pensato per migliorare i collegamenti tra Trieste e l’altipiano carsico. Secondo un comunicato del vicepresidente del Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia, Francesco Russo, il finanziamento è stato congelato, gettando un’ombra di incertezza su uno degli investimenti più significativi per il futuro della città. Laterza ha dichiarato che Trieste ha perso un’opportunità cruciale di finanziamento, con un’importanza che non si vedrà probabilmente ripetersi nel prossimo futuro.

Il progetto era visto come un modo per stimolare il turismo e potenziare l’economia locale. Con il ritiro dei fondi, i promotori dell’ovovia lamentano non solo la perdita economica immediata, ma anche lo spreco di tempo e risorse spesi per progettare qualcosa che ora pare irrealizzabile. La reazione della comunità è palpabile; ci si chiede se esistano altre fonti di finanziamento, ma molti dubitano che un’alternativa possa compensare le perdite.

Le reazioni politiche: accuse e iniziative

Nei giorni successivi all’annuncio del blocco dei fondi, le reazioni in Consiglio comunale si sono intensificate. Giovanni Barbo, esponente del Partito Democratico, ha messo in discussione le recenti dichiarazioni del sindaco Roberto Dipiazza. Secondo Barbo, chiedere ulteriori finanziamenti per un progetto non allineato con il piano regolatore è una contraddizione in termini. La critica di Barbo rappresenta un sentimento condiviso da altri membri del consiglio, i quali sostengono che senza un adeguato piano urbanistico, il progetto dell’ovovia rischia di risultare insostenibile.

Inoltre, il consigliere Paolo Altin della Lista Russo ha informato che è stata lanciata una petizione online contro la ricerca di nuovi fondi, la quale ha già ottenuto 3.600 firme in sole 24 ore. Questo chiaro segnale di dissenso da parte della popolazione suggerisce che il tema è sentito e che si sta mobilitando un’opinione pubblica contraria alla prosecuzione del progetto così com’è concepito. Altin ha inoltre proclamato l’intenzione di richiedere un Consiglio comunale straordinario per discutere la situazione e le ulteriori possibili vie da seguire.

Un clima di disagio e la richiesta di responsabilità

La deputata Alessandra Richetti, del Movimento 5 Stelle, ha evidenziato il clima di frustrazione crescente tra i cittadini. Secondo Richetti, si sta assistendo a un “delirio di onnipotenza” da parte degli amministratori che ignorano le regole e le normative, perseguendo obbiettivi contro il consenso popolare. L’assenza di un dialogo aperto e costruttivo ha contribuito a creare un clima di tensione e sfiducia, rendendo la comunità sempre più scettica sul futuro dei progetti infrastrutturali in atto.

La richiesta di dimissioni da parte di Laterza e le critiche avanzate dagli altri membri dell’opposizione mettono in evidenza un problema più profondo riguardante la trasparenza e l’affidabilità delle istituzioni. I triestini chiedono chiarezza e responsabilità da parte di chi gestisce la cosa pubblica, ma anche un approccio che ascolti e consideri le esigenze e le opinioni dei cittadini. La questione solleva interrogativi sul futuro delle infrastrutture in città e sull’importanza di una pianificazione partecipata.