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Aggressione nel carcere di Rossano: due agenti feriti da un detenuto psichiatrico, il Sappe chiede riforme urgenti

Aggressione nel carcere di Rossano: due agenti feriti da un detenuto psichiatrico, il Sappe chiede riforme urgenti - Bagolinoweb.it

Il carcere di Rossano è nuovamente al centro dell’attenzione dopo un episodio di grave violenza avvenuto nella mattina di ieri. Due agenti della Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti da un detenuto con problematiche psichiatriche durante un comune momento di routine. L’incidente mette in luce le necessità pressanti di interventi per garantire la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie e solleva interrogativi sulle condizioni di cura dei detenuti affetti da disturbi mentali.

Aggressione violenta e conseguenze per gli agenti

Nella mattinata di ieri, un detenuto di media sicurezza, recentemente riammesso nel carcere dopo un periodo di ricovero, ha aggredito due agenti della Polizia Penitenziaria mentre attendeva di recarsi al passeggio. L’aggressore, identificato come un individuo con gravissimi problemi psichiatrici, ha colpito uno degli agenti con particolare violenza, infliggendogli segni di strangolamento sul braccio sinistro, al petto e al collo.

A causa della grave carenza di personale di sorveglianza, gli agenti coinvolti non hanno potuto accedere immediatamente a cure mediche in ospedale, ricevendo assistenza solo nella locale infermeria prima di rientrare al loro servizio. La mancanza di risorse e di personale sta diventando un tema ricorrente nelle relazioni riguardanti la sicurezza e la salute degli agenti all’interno delle carceri italiane, aspetto evidenziato dai rappresentanti del Sappe, Giovanni Battista Durante e Francesco Ciccone.

Il Sappe e la richiesta di riforme

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria ha colto l’occasione per ribadire l’urgenza di riforme significative nel sistema penitenziario nazionale. Durante una dichiarazione ufficiale, i rappresentanti del sindacato hanno sottolineato che i detenuti con disturbi psichiatrici necessitano di trattamenti adeguati, da svolgersi in apposite strutture specializzate, e non all’interno delle carceri, che non sono attrezzate per fornire il necessario supporto psicologico e sanitario.

Il Sappe ha fatto riferimento a una sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2022, che aveva già messo in luce l’inadeguatezza delle attuali strutture e ha invitato il Parlamento a rivedere la legislazione riguardante gli ospedali psichiatrici giudiziari, le cui porte sono state chiuse e sostituite dalle Residenze per l’Espletamento delle Misure di Sicurezza . Tali misure, secondo i rappresentanti del sindacato, non stanno rispondendo alle necessità dei malati psichiatrici in carcere, creando un contesto potenzialmente pericoloso tanto per i detenuti quanto per il personale penitenziario.

Necessità quindi di una gestione centralizzata delle REMS

Un ulteriore punto sollevato dal Sappe riguarda la necessità di una gestione delle REMS sotto l’egida del Ministero della Giustizia. Questa proposta mira a garantire un approccio centralizzato e statale nel trattare situazioni delicate come il trattamento di malati psichiatrici detenuti, andando incontro, così, alle direttive impartite dalla Corte Costituzionale e garantendo, al contempo, maggiore sicurezza all’interno degli istituti penitenziari.

Questa situazione complessa richiede soluzioni che tutelino i diritti dei detenuti e, al contempo, preservino la sicurezza degli agenti penitenziari. L’episodio di Rossano evidenzia l’urgenza di riforme strutturali nel sistema carcerario italiano, affinché episodi simili non si ripetano e gli agenti possano svolgere il proprio lavoro in sicurezza, garantendo un ambiente più umano anche per i detenuti.

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