Il mondo politico abruzzese e nazionale si trova in lutto per la scomparsa di Romeo Ricciuti, ex presidente della Regione Abruzzo e figura di spicco della Democrazia Cristiana, che è deceduto all’età di 94 anni. La sua carriera, durata più di mezzo secolo, ha avuto un impatto significativo non solo sulla politica locale, ma anche su quella nazionale. Ricciuti è ricordato per i suoi contributi alla crescita economica e sociale dell’Abruzzo e per il suo ruolo di responsabilità all’interno del governo italiano.
Le origini e l’ingresso in politica
Nato nel 1930 a Giuliano Teatino, Romeo Ricciuti iniziò il suo percorso politico negli anni ’50, un periodo in cui l’Italia stava attraversando profondi cambiamenti sociali ed economici. Entrato a far parte della Democrazia Cristiana, Ricciuti si distinse rapidamente e diventò un esponente di rilievo della sezione abruzzese del partito. Militante nella corrente fanfaniana, rappresentò una generazione di politici impegnati nella modernizzazione del paese e nella promozione della partecipazione politica. Il suo attivismo lo portò a conquistare seggi nelle istituzioni locali e regionali, iniziando così una carriera che avrebbe segnato la storia della politica abruzzese.
Le sue prime elezioni regionali nel 1970 furono un momento cruciale. Ricciuti fu eletto al Consiglio Regionale dell’Aquila, dove iniziò a farsi notare per la sua capacità di affrontare le sfide locali e per il suo impegno nel migliorare le condizioni di vita dei cittadini abruzzesi. Fu riconfermato in successive elezioni nel 1975 e nel 1980, rafforzando la sua influenza nella politica regionale.
La presidenza della Regione e il mandato da sindaco
Nel 1977, Romeo Ricciuti venne eletto presidente della Regione Abruzzo, una carica che mantenne fino al 1981. Durante il suo mandato, adottò politiche che miravano a promuovere lo sviluppo economico e sociale della regione, affrontando questioni fondamentali come l’occupazione e le infrastrutture. Ricciuti si distinse per la sua capacità di relazionarsi con le varie realtà locali, cercando di unire le diverse esigenze del territorio abruzzese. La sua amministrazione affrontò anche le difficoltà legate alla disoccupazione e cercò di incentivare il settore industriale e il commercio.
Nel breve periodo in cui servì come sindaco dell’Aquila, dal 12 al 24 ottobre 1985, Ricciuti dimostrò ancora una volta il suo impegno per la città. Sebbene la sua permanenza alla guida del comune fosse di breve durata, rappresentò un’opportunità per affrontare questioni locali in un periodo delicato per la capitale abruzzese.
La carriera parlamentare e il riconoscimento nazionale
La carriera di Romeo Ricciuti proseguì con un’importante affermazione a livello nazionale. Alle elezioni politiche del 1983, fu eletto alla Camera dei Deputati per la IX legislatura, ricevendo poi ulteriore conferma nelle elezioni del 1987 e del 1992. Durante il suo mandato, Ricciuti ricoprì vari ruoli di responsabilità, tra cui quello di sottosegretario di Stato al Ministero dell’Industria nel governo Goria e sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura nei governi Andreotti.
Questi incarichi lo posero al centro delle politiche nazionali e gli permisero di contribuire a importanti leggi e iniziative che avrebbero avuto ripercussioni su tutta Italia. Ricciuti si distinse per la sua dedizione al servizio pubblico e per l’attenzione verso le esigenze delle comunità locali, facendosi promotore di politiche a favore dello sviluppo economico e sociale.
Tributi e riconoscimenti postumi
La notizia della scomparsa di Romeo Ricciuti ha suscitato una profonda commozione, non solo tra i familiari e gli amici, ma anche tra i colleghi e i cittadini. Marco Marsilio, attuale presidente della Regione Abruzzo, ha espresso le sue condoglianze alla famiglia, sottolineando l’importanza del contributo di Ricciuti alla vita politica e sociale della regione. Viene ricordato come uno dei politici più rappresentativi del secolo scorso, un punto di riferimento per molti, non solo per le sue capacità politiche, ma anche per il suo impegno verso la comunità abruzzese.
Oltre ai tributi istituzionali, la sua figura sarà sempre presente nella memoria collettiva degli abruzzesi, che continueranno a riconoscere il suo ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo della regione. La scomparsa di Ricciuti segna la fine di un’epoca, ma il suo lascito perdurerà nel tempo, ispirando le future generazioni di politici e cittadini.