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Accuse di violenza sessuale a un imprenditore del settore pulizie: la riconquista di un’identità perduta

Accuse di violenza sessuale a un imprenditore del settore pulizie: la riconquista di un'identità perduta - Bagolinoweb.it

Fernando Trevisan, un imprenditore 67enne del settore delle pulizie, ha recentemente ottenuto una sentenza di assoluzione dopo un lungo calvario di otto anni segnato da accuse di violenza sessuale. Tre dipendenti lo hanno denunciato, portandolo a vivere una realtà difficile e dolorosa, dove reputazione e stabilità economica sono andate in frantumi. Questo articolo esamina la vicenda di Trevisan, le dinamiche delle accuse e le conseguenze sulla sua vita personale e professionale, gettando luce su un caso complesso e controverso.

La denuncia e gli sviluppi iniziali del caso

Nel 2016, Fernando Trevisan è stato travolto da accuse di gravità inaudita da parte di tre dipendenti, che sostenevano di essere state vittime di violenze sessuali durante i turni di lavoro in capannoni nelle province di Pavia e Milano. Le accuse hanno avuto inizio con una denuncia da parte di una donna che Trevisan aveva assunto per aiutare un suo conoscente in cerca di lavoro. La denunciatrice, secondo Trevisan, ha subito mostrato tensioni nel rapporto lavorativo. Nonostante ciò, continuò a lavorare per diversi giorni, senza mai menzionare gli episodi di molestia.

Trevisan racconta di come la donna, nonostante le proprie accuse, fosse concentrata sulla sua posizione lavorativa e, addirittura, desiderasse proseguire in azienda. La situazione si è aggravata quando la prima denuncia ha dato origine a ulteriori accuse da parte di altre due dipendenti. Quest’ultime, tuttavia, avevano avuto rapporti di lavoro solo in coppia con la moglie di Trevisan, creando ulteriori incongruenze alle testimonianze.

Il processo e la condanna iniziale

Il calvario di Fernando Trevisan è culminato in una condanna in primo grado, con una pena iniziale di dieci anni, successivamente ridotta a sette anni e sei mesi, insieme a un risarcimento di 35.000 euro ai danni delle denunciate. Tuttavia, la sentenza è stata annullata dalla Cassazione, la quale ha ritenuto necessario un riesame del caso, in particolare riguardo agli elementi di prova non adeguatamente considerati. Il giudice ha richiesto che venisse ascoltato un perito sui tabulati telefonici e sull’analisi delle posizioni delle denunciate al momento delle presunte violenze.

L’assoluzione e la prova della sua innocenza

Con l’assistenza del suo avvocato, Antonio Francesco Catanzariti, Trevisan ha riaperto il caso, dimostrando come i tabulati telefonici e altri elementi di prova confutassero le accuse mosse contro di lui. Grazie a una minuziosa analisi dei contatti telefonici e degli spostamenti delle denuncianti, la difesa ha potuto evidenziare incongruenze significative. Ad esempio, è emerso che una delle accusatrici aveva concordato telefonicamente con Trevisan durante il periodo in cui sosteneva di essere stata molestata. Ciò, insieme alle evidenze mediche e alle testimonianze che indicavano discrepanze nei racconti delle donne, ha portato alla decisione della Corte d’Appello di Milano di dichiarare Trevisan non colpevole. La sentenza ha dichiarato esplicitamente che i fatti non sussistono, ripristinando così la sua integrità.

L’impatto sulle attività lavorative e sulla vita personale

Il lungo processo ha avuto conseguenze devastanti per l’attività di Trevisan e la sua vita personale. La pubblicazione delle accuse ha portato a una significativa perdita di clienti e reputazione, costringendolo a rispondere di fronte a ogni nuovo contatto del suo passato legale. Trevisan ha espresso come il peso delle accuse lo abbia seguito per anni, rendendo arduo il recupero della sua posizione nel settore pulizie. Nonostante il sostegno di moglie e amici, il percorso per recuperare la fiducia del pubblico e dei clienti si è rivelato tortuoso e complesso.

Possibili azioni legali per il risarcimento

Ora che è stato riconosciuto innocente, Trevisan sta valutando con il suo avvocato le possibili azioni legali da intraprendere per richiedere un risarcimento per la lesione all’immagine e alla dignità, sia a livello personale che professionale. L’imprenditore, dopo aver vissuto anni di tormenti e ingiustizie, sembra ora pronto a combattere per il riconoscimento dei danni subiti nel corso di questo prevalente incubo legale.

La vicenda di Fernando Trevisan non solo mette in risalto le dinamiche spesso problematiche delle accuse di violenza, ma solleva anche interrogativi sulla tutela delle persone innocenti di fronte a contestazioni infondate.