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Accordo quadro per le pari opportunità di studio e formazione nella Casa Circondariale di Montorio

Accordo quadro per le pari opportunità di studio e formazione nella Casa Circondariale di Montorio - Bagolinoweb.it

L’Università di Verona ha recentemente siglato un accordo quadro con diverse istituzioni locali per promuovere le pari opportunità di studio e formazione per le persone detenute nella Casa Circondariale di Montorio. Questa iniziativa multidisciplinare mira a favorire il benessere e il recupero sociale di coloro che sono sottoposti a misure di restrizione della libertà personale, creando opportunità educative che possano accompagnare i detenuti verso una reintegrazione positiva nella società.

L’importanza dell’accordo e i soggetti coinvolti

L’accordo sottoscritto coinvolge un’ampia rete di enti e istituzioni attive nel settore della giustizia e dell’istruzione. Tra i membri partecipanti troviamo il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria per il Triveneto, il Centro per la Giustizia minorile del Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano, il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, il Comune di Verona, il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale e il Tribunale di sorveglianza di Venezia. Queste collaborazioni mirano a creare un sistema integrato per facilitare l’accesso a percorsi di formazione e studio per le persone in stato di detenzione o limitazione della libertà.

Il progetto si propone non solo di promuovere l’istruzione, ma anche di incoraggiare una cittadinanza attiva e responsabile tra i detenuti. L’obiettivo è quello di lavorare congiuntamente per costruire un ambiente favorevole alla crescita personale e alla formazione, favorendo il recupero e la riconciliazione con la società.

Nuove opportunità di formazione e ricerca

L’accordo prevede l’implementazione di nuovi percorsi educativi con l’intento di abbattere le barriere che limitano l’accesso all’istruzione superiore. Il magnifico rettore dell’Università di Verona, Pier Francesco Nocini, ha evidenziato l’importanza di questa collaborazione, sottolineando che l’istituzione si impegnerà a integrare il maggior numero possibile di detenuti in percorsi di studio universitari. A tal fine, si prevede di sfruttare piattaforme online per la formazione a distanza, offrendo così l’opportunità di accedere a corsi universitari direttamente dalla Casa circondariale.

Innovativa è anche l’idea di portare i servizi universitari all’interno della struttura carceraria tramite la presenza di tutor e referenti amministrativi, facilitando così l’interazione tra gli studenti detenuti e l’ateneo. Questa iniziativa non solo migliorerà le possibilità di apprendimento, ma fornirà anche supporto pratico e amministrativo ai detenuti in cerca di una formazione accademica.

In aggiunta, il documento condiviso prevede la creazione di attività di studio e ricerca scientifica relative ai temi della privazione della libertà e della legalità, esplorando questioni fondamentali per una giustizia più equa e inclusiva. Attraverso queste attività, sarà possibile raccogliere informazioni e dati che potrebbero influire positivamente sulle politiche carcerarie e sull’approccio alla rieducazione dei detenuti.

Riflessioni sul futuro della formazione dei detenuti

Questo accordo rappresenta un passo significativo verso l’integrazione sociale delle persone detenute e riflette un cambiamento culturale nel modo in cui le istituzioni pubbliche affrontano il tema della riabilitazione. Con l’aumento della consapevolezza riguardo all’importanza dell’istruzione per il reinserimento dei detenuti, si auspica che esperienze simili possano essere replicate in altre aree, contribuendo a una società più giusta e solidale.

La sinergia tra l’Università di Verona e le istituzioni partner è un esempio tangibile di come la collaborazione tra diverse entità possa portare a un miglioramento concreto del benessere delle persone in situazioni svantaggiate. L’implementazione efficace di questo accordo avrà un impatto significativo non solo sui detenuti coinvolti, ma anche sulla società nel suo insieme, favorendo una cultura di responsabilità e inclusione.