in

Abruzzo, lacune nella gestione faunistica: la denuncia di un attivista sull’assenza di dati cruciali

Abruzzo, lacune nella gestione faunistica: la denuncia di un attivista sull'assenza di dati cruciali - Bagolinoweb.it

L’attenzione sulla gestione faunistica della Regione Abruzzo è tornata in primo piano grazie alla denuncia di Augusto De Sanctis, un attivista ecologista che ha segnalato gravi mancanze nella raccolta e monitoraggio dei dati relativi alla fauna selvatica. A quattro anni dall’approvazione del Piano Faunistico Venatorio, De Sanctis ha evidenziato che la Regione non dispone di informazioni fondamentali per la corretta attuazione del piano stesso. Questi dati sono essenziali per garantire la salvaguardia delle specie protette e il monitoraggio della biodiversità nella regione.

Assenza di dati sul monitoraggio delle specie protette

Secondo quanto emerso, la Regione Abruzzo non ha raccolto informazioni sul numero di esemplari di specie protette come l’Orso Bruno Marsicano, il Lanario e il Nibbio Reale, nonostante l’obbligo sancito dalla normativa comunitaria sulla Valutazione Ambientale Strategica e dal Testo Unico dell’Ambiente. Il Dr. Francesco Riga dell’Ispra aveva già sottolineato nel 2020 la necessità di monitorare questi dati con un preciso elenco di indicatori di performance. La mancata attuazione di queste misure pone interrogativi sulla capacità della Regione di gestire la fauna in modo efficace e sostenibile.

Questa situazione è ulteriormente aggravata dalla scadenza del Piano Faunistico Venatorio, previsto per la fine di quest’anno, senza che siano stati effettuati i monitoraggi necessari. I dati relativi agli anni 2021, 2022 e 2023 non sono stati resi disponibili, creando quindi un gap informativo che potrebbe compromettere le azioni di gestione faunistica e la protezione delle specie vulnerabili. La Regione ha richiesto dati circa il censimento dell’Orso Bruno Marsicano e di altre specie, ma le risposte dell’Ispra sono scarse e insufficienti. Ad esempio, si è avuta notizia solo del monitoraggio del Lupo per l’anno 2021, mentre per il resto delle specie non vi è stata alcuna comunicazione.

Il monitoraggio delle specie aliene e le richieste inevase

Un ulteriore allarme è stato lanciato da De Sanctis riguardo al monitoraggio delle specie aliene, considerate una delle principali minacce per la biodiversità. La Regione ha inoltrato all’Ispra richieste specifiche sui dati di monitoraggio delle specie considerate invasive, ma le risposte non si sono fatte attendere. Infatti, otto mesi dopo aver chiesto informazioni circa la presenza di specie come la Nutria e lo Scoiattolo Grigio, non sono pervenute risposte, nonostante l’Italia sia stata già deferita alla Corte di Giustizia Europea per non aver rispettato le obbligazioni europee sul contenimento di queste specie.

La mancata raccolta di dati sulle specie aliene non solo ostacola il monitoraggio delle minacce alla biodiversità, ma solleva interrogativi sulla priorità data dalla Regione a tali problematiche rispetto ad altre attività come la caccia al cervo. Questa disparità di attenzione evidenzia la necessità di un approccio sistematico e coerente nella gestione delle risorse faunistiche.

Le lacune nella vigilanza e il mancato rispetto degli obblighi normativi

Per quanto riguarda la vigilanza sul territorio, l’attivista ha infine segnalato che la Regione ha richiesto ai vari enti locali il monitoraggio delle ore di attività di vigilanza. Tuttavia, i dati ricevuti si sono rivelati deludenti: una sola provincia ha fornito informazioni, rivelando che il numero di ore di vigilanza sul territorio è pressoché insignificante. Questi dati, sebbene limitati, indicano un impegno molto scarso rispetto alle esigenze di monitoraggio della fauna.

L’osservazione di De Sanctis si estende anche ai doveri di legge previsti dal Ministero dell’Ambiente, che nelle sue recenti comunicazioni ha ribadito l’obbligo di stanziare risorse adeguate per l’attuazione dei piani di monitoraggio. Le mancanze nella pubblicazione online di questi dati e la scarsa informazione riguardante le procedure di valutazione ambientale sono una chiara violazione delle normative.

Con l’avvicinarsi della scadenza per il Piano Faunistico Venatorio e il rischio di ulteriori inadempienze, l’interrogativo su come procedere rimane aperto. De Sanctis ha dichiarato di essere intenzionato a portare la questione all’attenzione della Commissione Europea per le palese violazioni del diritto comunitario che minacciano la gestione efficace della fauna in Abruzzo. La questione è di fondamentale importanza non solo per la conservazione della biodiversità, ma per il futuro stesso della governance ambientale in regione.