Un preoccupante scenario si delinea per il mercato del lavoro in Abruzzo, con la regione che ha registrato una significativa perdita di occupazione nei primi mesi del 2024. I dati parlano chiaro: un calo di 12.000 posti di lavoro nel periodo compreso tra il IV trimestre 2023 e il II trimestre 2024 ha spinto l’Abruzzo verso il fondo della classifica nazionale. Un aumento della disoccupazione, che ha toccato nuovi picchi, alimenta ulteriormente le preoccupazioni riguardo alla salute economica della regione.
Flessione occupazionale e settori in crisi
Nei primi sei mesi del 2024, l’Abruzzo ha subito un decremento di 12.000 occupati, segnando una flessione del 2,4% rispetto al trimestre precedente. Questo dato contrasta nettamente con una modesta crescita dello 0,7% a livello nazionale, collocando l’Abruzzo al quartultimo posto nella graduatoria delle regioni italiane. La crisi è particolarmente forte nei settori dei servizi, con una perdita di 18.000 posti di lavoro, e nel commercio, alberghi e ristoranti, che conta 12.000 occupati in meno.
L’industria, sebbene rimanga il pilastro dell’economia abruzzese, ha visto una leggera flessione, perdendo 1.000 posti. Tuttavia, le costruzioni si trovano nella situazione più critica, con una perdita di 10.000 occupati che attesta l’Abruzzo all’ultimo posto della graduatoria nazionale per questo settore. La situazione è aggravata dalla scarsa propensione all’innovazione e dalla predominanza di micro imprese, che costituiscono il 96% delle attività in regione e impiegano il 56% dei lavoratori.
Aumento vertiginoso della disoccupazione
Nello stesso periodo, il tasso di disoccupazione in Abruzzo ha subito un incremento significativo, passando da 41.000 disoccupati nel IV trimestre 2023 a 52.000 nel II trimestre 2024. Questo corrisponde a un aumento del 26,7%, in netta controtendenza rispetto alla diminuzione registrata a livello nazionale, che ha visto una flessione dell’11,8%. Tali statistiche collocano l’Abruzzo all’ultimo posto a livello nazionale per incremento della disoccupazione.
Il tasso di disoccupazione nella regione è attualmente fissato al 9,7%, con uno spread negativo di 2,9 punti percentuali rispetto alla media italiana. La Regione Abruzzo si trova al quintultimo posto in questa triste graduatoria. La situazione è ulteriormente complicata dalla stagnazione del mercato del lavoro, che genera un clima di incertezza non solo per i lavoratori, ma anche per le imprese che sono in cerca di stabilità e crescita.
Export in aumento ma con divergenze settoriali
Malgrado la crisi occupazionale, il settore dell’export abruzzese ha registrato un incremento di 106 milioni di euro nel primo semestre del 2024, corrispondente a una crescita del 2,1%. Tuttavia, questo risultato è influenzato da chiaroscuri settoriali. L’industria automotive, uno dei principali pilastri dell’economia regionale, ha subito un crollo di 106 milioni di euro, mettendo in evidenza la vulnerabilità del settore. Al contrario, il settore farmaceutico ha contribuito positivamente con un incremento di 281 milioni di euro.
Il mercato abruzzese mostra pertanto un quadro complesso, con settori che crescono in contrapposizione a quelli in calo. Questa disomogeneità evidenzia il bisogno di politiche e strategie di sviluppo più robuste e puntuali, in grado di valorizzare le aree di crescita e risollevare quelle in crisi.
Riflessioni sul sistema produttivo e micro imprese
L’analisi complessiva del mercato del lavoro e dell’economia abruzzese rivela la presenza di problematiche strutturali che necessitano di attenzione. La predominanza delle micro imprese nella regione, che nonostante la loro numerosità affrontano significativi ostacoli all’innovazione e alla competitività, rappresenta un fattore cruciale in questo contesto. Queste imprese, a causa delle loro dimensioni, spesso non dispongono delle risorse necessarie per investire in sviluppo e modernizzazione.
È essenziale instaurare meccanismi e iniziative che possano stimolare le micro imprese, migliorare le loro capacità di innovazione e competitività e, allo stesso tempo, favorire la creazione di posti di lavoro. Solo attraverso un impegno coordinato e strategico sarà possibile risolvere le difficoltà attuali e favorire la ripresa occupazionale in Abruzzo.