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Abruzzo al terz’ultimo posto in Italia per spesa sanitaria: i dati della Ragioneria Generale dello Stato

Abruzzo al terz’ultimo posto in Italia per spesa sanitaria: i dati della Ragioneria Generale dello Stato - Bagolinoweb.it

Abruzzo al terz’ultimo posto in Italia per spesa sanitaria: i dati della Ragioneria Generale dello Stato

I recenti dati pubblicati dalla Ragioneria Generale dello Stato rivelano una preoccupante situazione per la sanità in Abruzzo, la quale si colloca al terz’ultimo posto in Italia per quanto riguarda la spesa sanitaria pro capite. L’ex deputato abruzzese Camillo D’Alessandro, attuale presidente regionale di Italia Viva, ha analizzato in dettaglio la relazione del monitoraggio dei sistemi sanitari regionali, sottolineando come i cittadini abruzzesi abbiano a disposizione risorse limitate per le proprie cure rispetto ai loro connazionali.

i dati sulla spesa sanitaria in abruzzo

Comparazione con la media nazionale

Secondo i dati forniti, un abruzzese spende poco più di 2000 euro per la propria assistenza sanitaria, un valore che risulta inferiore alla media nazionale che si attesta a 2191 euro. Questi valori potrebbero destare sorpresa, considerando che nel periodo tra il 2013 e il 2023 la spesa sanitaria in Abruzzo è cresciuta da 2,316 milioni di euro a 2,651 milioni nel 2022. Tuttavia, la crescita apparente della spesa non si traduce in un miglioramento sostanziale delle condizioni sanitarie nella regione, suggerendo che una parte considerevole delle risorse destinate alla sanità venga dispersa a causa di inefficienze sistemiche.

Finanziamento e inefficienze

Le cifre relative al finanziamento indicano che, nel 2022, l’Abruzzo ha ricevuto un finanziamento di 2,666 milioni di euro, leggermente superiore alla spesa sanitaria effettuata. Nonostante ciò, i problemi di gestione e la mobilità passiva generano disavanzi, creando una spirale di inefficienza che pesa gravemente su un sistema sanitario già compromesso. La relazione della Ragioneria mette in evidenza la necessità di un’analisi approfondita su come queste risorse vengano allocate e utilizzate, poiché i dati non riflettono un fabbisogno sanitario corrispondente alle effettive necessità degli abruzzesi.

l’aumento delle spese sanitarie sostenute dai cittadini

Costi a carico degli abruzzesi

Un aspetto allarmante emerso dallo studio è l’aumento delle spese sanitarie sostenute direttamente dai cittadini. Nel 2022, le dichiarazioni dei redditi hanno registrato una spesa di 630 milioni di euro per cure sanitarie, cifra che non tiene conto di tutte le spese realmente sostenute, considerando che molti costi potrebbero non essere stati dichiarati. Questo fenomeno indica una tendenza crescente in cui i cittadini abruzzesi cercano di far fronte a spese sanitarie sempre più elevate, con un aumento del 9,6% rispetto all’anno precedente, che posiziona l’Abruzzo al terzo posto per incremento della spesa sanitaria tra le regioni a statuto ordinario.

Confronto con altre regioni

La situazione è ancor più critica se si fa un confronto con altre regioni italiane. L’Abruzzo, infatti, è preceduto soltanto da Molise e Sardegna per quanto riguarda l’aumento delle spese sostenute dai cittadini. Questo trend non solo riflette le difficoltà economiche che molti abruzzesi affrontano, ma anche la mancanza di un sistema sanitario pubblico efficiente e sostenibile, in grado di garantire servizi adeguati.

scenari futuri e responsabilità politiche

Rientro dal deficit e rischi potenziali

Con il rientro dal deficit sanitario previsto nei prossimi anni, le prospettive non sembrano rosee per il sistema sanitario regionale abruzzese. La possibilità di una ulteriore diminuzione delle risorse, combinata con l’ipotesi di autonomia differenziata, potrebbe aggravare una situazione già precaria, svelando le fragilità del sistema. Queste preoccupazioni sono già emerse in campagna elettorale e continuano a rimanere attuali, sollevando interrogativi sull’efficacia degli attuali dirigenti e sulla gestione delle risorse sanitarie.

I dubbi sulla gestione della sanità

La contraddizione fra i dati forniti e l’apparente immobilismo dei manager e degli assessori coinvolti nella gestione della sanità abruzzese solleva interrogativi sul loro operato. D’Alessandro ha espresso il suo rammarico per la mancanza di azioni concrete, auspicando che la relazione della Ragioneria Generale possa influenzare le decisioni della commissione consiliare, la quale ha un ruolo carico di responsabilità nel dare parere vincolante sui piani di rientro. La situazione della sanità pubblica in Abruzzo rimane quindi un tema cruciale da monitorare con attenzione nelle prossime settimane e mesi.