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Processo Vitalina Balani: nuova perizia potrebbe scagionare il commercialista condannato all’ergastolo

Processo Vitalina Balani: nuova perizia potrebbe scagionare il commercialista condannato all'ergastolo - Bagolinoweb.it

L’udienza di revisione del processo per l’omicidio di Vitalina Balani, un caso che ha segnato la cronaca giudiziaria italiana, si è tenuta oggi presso la Corte d’Appello di Perugia. Questa nuova fase del procedimento giuridico è stata innescata da una consulenza medica che rivede il momento della morte della vittima, e potrebbe avere implicazioni significative per il commercialista Andrea Rossi, attualmente in carcere da 17 anni con condanna definitiva. L’udienza si è conclusa con il rinvio al 9 ottobre per ulteriori discussioni legate alla nuova sentenza.

La revisione del caso

Il caso di Vitalina Balani, assassinata il 14 luglio 2006, sta vivendo un nuovo capitolo. La Corte d’Appello di Perugia ha accolto la richiesta di revisione e ha ascoltato la perizia di uno specialista, il professor Mauro Bacci, che ha fornito nuovi elementi per far luce sulla data e orario del decesso della donna. Secondo le nuove scoperte, l’orario di morte sarebbe compreso tra le 22 del 14 luglio e le 5 del 15 luglio, contrariamente a quanto stabilito dalla sentenza originale, che indicava temporaneamente il decesso tra le 13:30 e le 14 del 14 luglio.

L’udienza ha visto la presenza di Rossi, il quale ha mantenuto la stessa dignità di sempre, indossando un maglione rosso, espressione della sua determinazione a difendersi dalle accuse. L’uomo, che ha trascorso quasi due decenni dietro le sbarre, continua a proclamarsi innocente, attirando il sostegno di familiari e amici accorsi da Bologna per assistere a un momento cruciale nella sua lotta per la giustizia.

Le nuove evidenze scientifiche

Nel merito della nuova perizia, l’anatomopatologo Bacci ha giustificato l’intervallo temporale aggiornato attraverso un’analisi approfondita delle macchie ipostatiche rilevate sul corpo di Vitalina Balani. Le macchie ipostatiche, in sostanza, sono il risultato dei ristagni di sangue che si formano dopo la morte e il loro studio può fornire indizi cruciali sul momento del decesso. Inizialmente, il caso era stato interpretato come una morte naturale, ma successivamente, attraverso l’autopsia, emerse l’ipotesi di strangolamento.

Questa rinnovata attenzione scientifica ha spinto la difesa di Rossi, rappresentata dall’avvocato Gabriele Bordoni, a richiedere un riesame più dettagliato delle evidenze, evidenziando l’importanza di nuovi esami per dimostrare la validità dell’alibi del suo assistito. Con l’orario della morte ora spostato, l’avvocato Bordoni sostiene che Rossi potrebbe dimostrare di trovarsi in un’altra parte di Bologna nel momento del delitto.

La controffensiva della parte civile

Nonostante le nuove prove presentate dalla difesa, il procuratore generale e l’avvocato di parte civile, Francesco Cardile, non hanno esitato a combattere contro le conclusioni del professor Bacci. Cardile ha messo in dubbio il fondamento scientifico della nuova perizia, sostenendo che le affermazioni sul cambiamento dell’orario di morte si basano su interpretazioni che potrebbero essere facilmente contraddette da altri studi all’interno della letteratura medica. Questa battaglia legale si sta svolgendo all’interno di un contesto giuridico complesso, dove l’incertezza scientifica può avere un impatto determinante su una condanna già portata a termine.

Mentre il rinvio dell’udienza al 9 ottobre offre alle parti ulteriori opportunità di presentare i propri argomenti, la questione centrale che rimane è se il nuovo quadro probatorio potrà effettivamente modificare l’esito di un caso che ha scosso le fondamenta del sistema giudiziario nel nostro paese. Le prossime settimane saranno cruciali per il futuro di Andrea Rossi, il quale attende con trepidazione la decisione della Corte d’Appello.