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Il documento dei sindaci a Mirabella Eclano: un’occasione persa per l’Irpinia?

Il documento dei sindaci a Mirabella Eclano: un’occasione persa per l’Irpinia? - Bagolinoweb.it

I recenti eventi legati al G7 a Mirabella Eclano hanno portato alla ribalta un documento presentato dai sindaci locali al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Tuttavia, questo documento ha suscitato dubbi e perplessità, sollevando interrogativi sulla direzione futura dell’Irpinia. Le richieste presentate non sembrano sufficienti a risolvere problematiche storiche e complesse che affliggono la provincia. Senza una visione lungimirante, le opportunità di sviluppo rischiano di svanire, lasciando spazio a un deludente immobilismo.

Un documento fra desideri e mancanza di concretezza

Nell’occasione dell’evento G7, i sindaci hanno consegnato al Ministro un documento che ha sollevato critiche per la sua apparente mancanza di struttura e incisività. Definito da alcuni come una ‘lista della spesa’, il testo presenta richieste che sembrano frutto di una riflessione superficiale e ripetitiva, piuttosto che di un’analisi approfondita delle necessità del territorio. Si percepisce una sorta di immobilismo, come se le proposte fossero ferme nel tempo, incapaci di cogliere il cambiamento necessario per l’Irpinia. Da molti commentatori si è levata la domanda: è davvero questa l’Irpinia che desideriamo?

Purtroppo, il documento sembra riflettere una disperata mancanza di visionarietà. Non è sufficiente elencare delle richieste, senza considerare il contesto in cui queste si inseriscono. La storia recente dell’Irpinia insegna che le soluzioni ai problemi complessi non possono limitarsi a interventi superficiali, ma devono essere accompagnate da un impegno costante nel creare un progetto di sviluppo sostenibile e innovativo, che tenga conto delle risorse locali, delle opportunità di investimento e delle competenze della comunità.

La questione delle risorse idriche e la responsabilità istituzionale

Una delle questioni centrali sollevate nel documento è quella delle risorse idriche e della gestione delle infrastrutture fatiscenti. Questa tematica non è nuova per l’Irpinia, eppure i sindaci sembrano tirare in ballo l’argomento come se fosse una novità. La responsabilità di questa situazione è storicamente legata alla gestione dell’Alto Calore, ente che ha mostrato evidenti lacune a livello di trasparenza e di integrità. Gli stessi sindaci, però, sono stati spesso accusati di utilizzarne le risorse per fini personali, senza adottare un approccio di vera accountability.

Sebbene l’idea di migliorare le reti di approvvigionamento idrico sia certamente valida e necessaria, la presentazione di una richiesta priva di un piano concreto e di responsabilità non basta. È necessario un radicale cambiamento nella gestione delle risorse pubbliche e dei servizi essenziali, affinché non si ripetano gli errori del passato. Le proposte devono essere accompagnate da un piano d’azione chiaro e verificabile, un progetto credibile che coinvolga la cittadinanza nel processo di monitoraggio e verifica dei risultati ottenuti.

Sicurezza e illegalità: una visione a lungo termine

La questione della sicurezza è un altro tema cardine affrontato nel documento, con richieste di incremento degli impianti di videosorveglianza. Tuttavia, la semplice installazione di telecamere non rappresenta una soluzione esaustiva ai problemi di illegalità endemica che colpiscono la provincia. Le autorità locali devono guardare oltre l’aspetto tecnico e considerare come combattere la corruzione e la speculazione edilizia in modo che si possa realmente proteggere il patrimonio ambientale e urbano.

La vera sfida risiede nella costruzione di una rete di responsabilità e protezione che parta dalla comunità, coinvolgendo non solo le istituzioni ma anche i cittadini stessi. L’installazione di impianti di videosorveglianza deve essere parte di un approccio olistico alla sicurezza che affronti anche le cause profonde dell’illegalità, optando per strategie che promuovano il dialogo e la cooperazione fra le diverse parti interessate.

Un futuro da disegnare: la necessità di una nuova classe dirigente

Infine, la delusione espressa nei confronti del documento dei sindaci si allarga a un’analisi più profonda sulla classe dirigente irpina. L’assenza di innovazione e di proposte creative non può essere ignorata. La storia del dibattito politico locale ha visto sfide importanti, dalle riflessioni di Manlio Rossi Doria fino alla visione lungimirante di politici come Ciriaco De Mita, e oggi si avverte l’urgenza di un ritorno a quella ricchezza di idee e di coinvolgimento.

La nuova classe dirigente ha il compito di svecchiare il panorama politico e di rispondere non solo alle urgenze del presente, ma anche a quelle del futuro. È tempo che i leader locali superino le tradizionali barriere della politica, abbracciando il rinnovamento e la ricerca di soluzioni innovative che possano finalmente portare l’Irpinia verso una fase di sviluppo sostenibile e condiviso. È fondamentale ritrovare la capacità di sognare, di progettare e di lavorare insieme per il bene della comunità, piuttosto che limitarsi a rispondere a esigenze immediate senza una visione a lungo termine.