Redazione
Il dramma di Ilaria Sollazzo, una giovane donna di 32 anni brutalmente uccisa dal suo ex compagno, ha scosso profondamente la comunità di Scalea il 2 ottobre 2022. La sua vicenda rappresenta non solo una tragica cronaca di violenza di genere, ma rispecchia anche la complessità di relazioni segnate da alti e bassi che culminano in eventi devastanti. La narrazione di Maria Pia, sorella di Ilaria, rivela la brutalità di quei momenti e l’impatto emotivo che un simile evento ha avuto sulla sua famiglia.
Una relazione tormentata
Ilaria e Antonio Russo, originariamente uniti da un amore che sembrava promettente, hanno vissuto una storia complessa e travagliata. Dopo tre anni di convivenza, che hanno portato alla nascita di una figlia, la loro relazione ha cominciato a scricchiolare. La differenza d’età di sette anni, con Antonio che era solo venticinquenne, ha probabilmente contribuito a certe divergenze nei loro obiettivi di vita. Nonostante gli alti e bassi, Ilaria ha cercato di tenere insieme il legame, ma alla fine ha preso la difficile decisione di interrompere la relazione ad agosto 2022, una scelta che ha rivelato la sua determinazione a portare avanti la propria vita.
Antonio, dopo aver lasciato la casa, ha tentato un ritorno a settembre, ma l’inerzia emotiva e la sofferenza di Ilaria l’hanno portata a piantare un punto definitivo. Questa decisione, però, non è stata accettata dall’ex compagno, che ha manifestato un comportamento sempre più inquietante e possessivo. La notte del delitto, Antonio ha atteso Ilaria sotto casa, determinato a non arrendersi. La sua azione violenta ha portato a un tragico epilogo, culminato in un vero e proprio agguato che ha fatto finire prematuramente le vite di entrambi. Una notte che avrebbe dovuto essere come tante, in una stradina buia di via Borsellino, si è trasformata in un incubo.
La drammatica testimonianza della sorella
Maria Pia Sollazzo, sorella di Ilaria, ha condiviso la sua esperienza con LaC News24, descrivendo la terribile sequenza di eventi che ha preceduto il dramma. Vivendo a pochi metri dal luogo della tragedia, Maria Pia e i suoi familiari sono stati svegliati nel cuore della notte dal suono degli spari. “Ricordo quei momenti ogni sera quando vado a letto – racconta Maria Pia – i miei figli non erano usciti quella sera per fortuna, ma di solito tornano a casa con la zia.” Ilaria, uscendo per una festa di compleanno, ha imboccato la strada di casa intorno alle 2 del mattino, ignara del pericolo che l’attendeva.
“Ad un certo punto ho sentito il citofono suonare incessantemente. Mi sono svegliata di colpo, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo,” aggiunge Maria Pia, che corre verso la porta preoccupata. Le parole della madre, che le urlava di correre perché Ilaria era stata uccisa, l’hanno travolta. In quel momento, il cuore di Maria Pia si è fermato, segnato da un’angoscia che la tormenterà per sempre. Alla vista delle luci lampeggianti dell’ambulanza e dei carabinieri, la consapevolezza di un destino atroce la colpisce come un fulmine.
Il destino tragico di Ilaria e Antonio
Quando Maria Pia esce in giardino, corre incontro al fratello, colpito da una scena raccapricciante. Con il corpo di Ilaria a terra, il fratello si è affrettato a soccorrerla, tentando di praticarle la respirazione bocca a bocca, senza sapere che era ormai troppo tardi. “L’hanno trovata con le mani nella borsa, mentre cercava le chiavi per entrare,” racconta Maria Pia, evidenziando l’assenza di consapevolezza del pericolo imminente. La brutalità dell’azione di Antonio si rivela nella sua cruda realtà: un colpo alla tempia ha posto fine alla vita della giovane madre.
Il corpo di Antonio, invece, è stato rinvenuto accasciato, in un quadro di morte che ha stravolto per sempre la vita di chi è rimasto. La spiegazione fornita dalle indagini, condotte dalla procura di Paola, ha rivelato dettagli terribili, rendendo ancor più tragica l’orribile vicenda. La memoria di Ilaria, simbolo di tutte le vittime di violenza di genere, continua a vivere attraverso le parole e il dolore di chi l’ha amata.
