La situazione sanitaria nella provincia dell’Aquila è diventata una questione di grande urgenza, segnalata da mesi da parte del Partito Democratico locale. La mancanza di risposte decisionali e strategiche da parte dell’amministrazione e del sindaco Pierluigi Biondi ha portato a un crescendo di denunce riguardanti il collasso della sanità nel territorio. Le criticità più evidenti emergono dalle difficoltà economiche che hanno colpito la ASL1, L’Aquila-Avezzano-Sulmona, la quale si trova a fronteggiare un debito ingente di quasi 50 milioni di euro. Le ripercussioni per i cittadini sono gravissime, aggravate dalle interminabili liste d’attesa e dalla necessità di rivolgersi a strutture sanitarie private.
Il debito della ASL1 e le conseguenze per i cittadini
La ASL1, che dovrebbe garantire assistenza sanitaria ai cittadini, è attualmente nel mirino per la sua difficile situazione economica. Con un debito che sfiora i 50 milioni di euro, il sistema sanitario della provincia dell’Aquila evidenzia gravi disfunzioni. Le liste d’attesa allungate costringono i pazienti a cercare soluzioni alternative, incluse le strutture sanitarie private, creando un divario inaccettabile tra chi può permettersi di pagare e chi, invece, è costretto ad accontentarsi di cure insufficienti.
Sono particolarmente colpite le famiglie che vivono nelle aree interne, dove le strutture sanitarie risultano inadeguate e il personale è sempre più scarso. La carenza di medici e specialisti rappresenta un ulteriore problema, accentuato dalla mancanza di investimenti e di politiche mirate a garantire un servizio sanitario equo e accessibile. Le famiglie si trovano così ad affrontare un’ennesima crisi, dove la salute diventa un privilegio piuttosto che un diritto.
Situazioni allarmanti negli ospedali: mancanza di farmaci e presidi
La situazione all’Ospedale San Salvatore dell’Aquila ha raggiunto livelli critici. Il Partito Democratico ha evidenziato come fin dal dicembre 2022, durante un Consiglio comunale straordinario, fossero emerse problematiche significative relative alla carenza di dispositivi medici essenziali. Un esempio preoccupante è la mancanza di guanti e cateteri, elementi indispensabili per garantire un’adeguata assistenza sanitaria.
Recentemente, si è rivelato un ulteriore aspetto inquietante: i familiari dei pazienti, nei casi più disperati, sono stati costretti a pagare di tasca propria per acquisti di farmaci necessari, inclusi quelli richiesti per procedure d’emergenza. Il contesto diventa ancor più drammatico nelle reparti di Pediatria, dove i pazienti fragili si trovano a fare i conti con una sanità che non riesce a garantire l’approvvigionamento necessario per le loro cure. I cittadini della provincia dell’Aquila, in tale contesto, sono stati spinti a cercare soluzioni altrove, mettendo a rischio non solo la loro salute ma anche quella delle generazioni più giovani.
Le reazioni istituzionali: promesse e assenze
Diverse sono state le risposte da parte delle istituzioni rispetto alle denunce sollevate dal Partito Democratico. Luciano D’Amico ha portato alla luce un documento della Corte dei Conti che attesta come, in alcuni casi, ai pazienti venga richiesto di portare farmaci da casa. Tuttavia, le affermazioni del presidente della Giunta Regionale Marco Marsilio, che ha negato ogni accusa, non sono state sufficienti per attenuare le preoccupazioni dei cittadini.
Le promesse di attività ispettiva, avanzate dal capogruppo di Fratelli d’Italia Massimo Verrecchia, sembrano ad oggi rimaste inapplicate. Sono passati oltre tre mesi e non vi è stata alcuna comunicazione ufficiale riguardo a eventuali risultati o accertamenti effettuati. L’assenza di risposte e un dialogo genuino tra i rappresentanti istituzionali e i cittadini lascia presagire un disinteresse preoccupante nei confronti di una situazione che necessita di attenzione immediata. La sanità, d’altra parte, non può permettersi di essere oggetto di battaglie politiche, ma deve restare una priorità assoluta, soprattutto quando il benessere della popolazione è in gioco.