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Comparazioni sui costi dei servizi di gestione rifiuti: L’Aquila e Avezzano a confronto

Comparazioni sui costi dei servizi di gestione rifiuti: L'Aquila e Avezzano a confronto - Bagolinoweb.it

Il dibattito sulla gestione dei rifiuti in Abruzzo ha recentemente attirato l’attenzione dei media locali, con il confronto tra i costi dei servizi di gestione rifiuti a L’Aquila e Avezzano. Questa analisi offre un’opportunità per esplorare i diversi approcci adottati dai comuni e i relativi impatti economici, contribuendo a una discussione più informata sulle politiche di gestione dei rifiuti.

Le dichiarazioni di Fabrizio Taranta

Fabrizio Taranta, assessore comunale della città de L’Aquila, ha risposto a una serie di affermazioni emerse in un’intervista da Umberto Di Carlo, presidente della Tekneko, la società che si occupa della gestione dei rifiuti ad Avezzano. Taranta ha evidenziato come le comparazioni tra i costi dei servizi di gestione rifiuti non siano corrette, date le sostanziali differenze tra i territori. Nella sua replica, Taranta sottolinea che la superficie di L’Aquila è ben più ampia di quella di Avezzano, arrivando a coprire 466 chilometri quadrati rispetto ai 104 chilometri quadrati di quest’ultima città. Inoltre, la densità abitativa de L’Aquila è significativamente più bassa, con un impatto diretto sui costi operativi e gestione del servizio.

In particolare, Taranta ha esemplificato che, mentre il costo annuo per il servizio di gestione rifiuti a Avezzano è di 140 euro pro capite, a L’Aquila il costo si attesta attorno ai 246 euro pro capite. L’assessore ha messo in guardia sull’uso non accurato dei dati, avvertendo che tale confusione potrebbe danneggiare la comprensione dei cittadini, specialmente come rappresentato nel caso emblematico della ‘Signora Maria’, personaggio simbolo spesso citato per esemplificare i cittadini comuni.

Il confronto tra gestioni pubbliche e private

Un altro punto centrale del dibattito riguarda la scelta tra gestione pubblica e privata dei servizi di rifiuti. Taranta ha contestato l’idea che la privatizzazione sia sempre meglio o più efficiente. La discussione si è intensificata anche in relazione alla recente modifica dello statuto della società consortile Aciam, che ha aperto la possibilità a privati di diventare soci maggioritari, segno di come le politiche locali stiano cambiando. Secondo Taranta, L’Aquila ha scelto da tempo l’affidamento in house, una strategia che, sebbene costosa, garantirebbe un maggior controllo sulla qualità del servizio.

D’altro canto, Di Carlo ha esposto l’argumento di una miglior gestione nel libero mercato, evidenziando che ad Avezzano, la decisione di ricorrere a un appalto europeo ha portato a una riduzione dei costi. I numeri presentati da Di Carlo mostrano che con l’attuale affidamento ad Asm, le spese annuali si aggirano intorno ai 17 milioni di euro per una popolazione di 69.000 abitanti. In contrasto, Avezzano, con una popolazione di circa 40.000 persone, ha spese annuali di circa 5,6 milioni di euro, dimostrando quindi una differenza sostanziale nel costo pro capite.

Analisi dei costi pro capite e dati statistici

Taranta, rispondendo a Di Carlo, ha contestato i dati di costo forniti, affermando che il costo totale per il servizio gestito da Asm è in realtà di 14,5 milioni di euro, con un costo pro capite di 207 euro. Questo viene messo in relazione ai servizi di Avezzano, dove il costo per abitante risulta essere di 160 euro annuali. La disparità nei dati, secondo Taranta, deriva dall’approccio utilizzato per calcolare i costi, il quale varia significativamente a seconda delle modalità di servizio e della densità abitativa.

In un contesto più ampio, l’assessore Taranta ha anche fatto riferimento ai dati forniti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale , secondo cui la differenza nel costo pro capite tra le due città nel 2022 si attesta a 32,48 euro, considerando le diverse caratteristiche territoriali. Inoltre, con la specificità dei territori e la dispersione urbana che caratterizza L’Aquila, è evidente che i diversi modelli di gestione dei rifiuti comportano risultati analoghi ma non comparabili.

Questi dati offrono una visione più chiara delle dinamiche economiche in gioco e danno il giusto contesto alle rivendicazioni fatte sia dai sostenitori della gestione pubblica che da quelli della gestione privata. Allo stesso modo, sottolineano la necessità di un’analisi più puntuale delle politiche di gestione dei rifiuti che superi le semplici comparazioni numeriche, aprendo a un dialogo più costruttivo sulle scelte future da intraprendere in ambito locale.