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Il confronto tra l’estetica infantile e adulta nella moda della stagione a Parigi

Il confronto tra l'estetica infantile e adulta nella moda della stagione a Parigi - Bagolinoweb.it

La stagione della moda a Parigi offre una luce nuova sui fenomeni della polarizzazione estetica, conducendo a un’analisi del contrasto tra la leggerezza infantile e la sensualità adulta. Le sfilate di questo periodo mettono in risalto due archetipi femminili distinti: la donna bambina e quella adulta. Questo articolo esplorerà come diversi stilisti stanno affrontando queste tematiche attraverso le loro collezioni, offrendo spunti di riflessione su come la moda possa fungere da specchio per la società e le sue aspirazioni.

Comme des Garçons: un universo di infantilismo e astrazione

Nel regno di Comme des Garçons, la visione della moda è intrisa di un’influenza pre-puberale, come se l’idea di crescere rappresentasse un cambiamento problematico e difficile. La silhouette che caratterizza il marchio e i suoi derivati è frequentemente paragonata a un’uniforme scolastica, composta da giacchette marziali, ampie gonne e calzature imponenti. Kei Ninomiya, il designer di Noir, porta questo concetto verso un futuro futuristico, impiegando materiali industriali e combinazioni audaci che rafforzano l’effetto di distacco dalla realtà. La stagione si gioca sui toni del rosso, utilizzato non solo per enfatizzare il nero, ma anche per conferirgli una dimensione romantica e, in alcuni casi, sensuale.

Parallelamente, Junya Watanabe abbraccia l’assurdo e l’inconsueto, reinterpretando oggetti quotidiani come borse e gilet di sicurezza per crearne abiti. Watanabe sostiene che l’abbigliamento anomalo sia necessario nel contesto contemporaneo. La sua collezione è un esperimento artistico che rielabora materiali comuni con metodi scultorei, preservando tuttavia la linea stilistica che contraddistingue il designer. Rei Kawakubo prosegue il suo cammino di astrazione, portando la sua proposta a un livello di cripticità sorprendente, proponendo abiti che si configurano come mobili e oggetti da soggiorno, tutto in una palette di colori vivaci e tessuti ricchi, dimostrando una volontà di allontanarsi dalle convenzioni dell’indossabilità.

Ann Demeulemeester: un rinnovato dinamismo estetico

Stefano Gallici, subentrato alla leggendaria Ann Demeulemeester, porta un’energia complessa e immediata alla casa di moda. La sua proposta, caratterizzata da un mix di pizzi, maglie sbrindellate e fasce di satin, segna una visione rinfrescante e stratificata che, pur sfidando le aspettative dei puristi, innalza il marchio a nuove vette. Gallici, piuttosto che infantile, si propone di alleggerire l’approccio alla moda, mantenendo una densità distintiva. Questo mutamento avviene senza rinunciare alla maturità che ha contraddistinto l’opera di Demeulemeester in passato, ma con un aggiornamento che aspira a una maggiore contemporaneità.

Hermès: una celebrazione della donna adulta

Nadège Vanhee, per la sua seconda stagione con Hermès, presenta una collezione che si discosta dalle attese della tradizione, abbracciando una sensualità che rivela una visione adulta e carnale sorprendente. La collezione per la primavera-estate 2025 integra trasparenze audaci e un uso sensuale della pelle, mantenendo comunque un’impostazione di eleganza e misura. Questa nuova direzione ha portato a risultati notevoli, poiché riesce a coniugare un’idea di lusso con una proposta stilistica che esprime forza senza risultare eccessivamente appariscente o provocatoria. La ricerca della sostanza all’interno della bellezza è un tema centrale che lancia Hermès in una dimensione di forte impatto visivo.

Alexander McQueen: tra la potenza e la mancanza di identità

Dal canto suo, Alexander McQueen propone una visione della donna potente ma priva di un’identità stilistica ben definita. Sotto la direzione di Sean McGirr, la casa di moda sembra oscillare tra il desiderio di riaffermare il carattere audace del brand e la tentazione di ritornare a un’estetica più decorativa e tradizionale, che caratterizzava le collezioni di Sarah Burton. Il risultato, in questa stagione, si traduce in una proposta che fatica a impressionare, rischiando di diventare una replica fiacca di ciò che è stato, senza convincere il pubblico sulla sua originalità e sulla sua visione innovativa.

Le differenti interpretazioni della femminilità nella moda parigina di questa stagione si intrecciano, rivelando le tensioni e i contrasti che caratterizzano la società contemporanea. In un periodo di cambiamento e riflessione, le sfilate offrono una piattaforma per esplorare le complessità dell’identità e dell’espressione femminile.