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Hezbollah e il suo ruolo controverso in Libano e oltre: dalla guerra civile agli attentati

Hezbollah e il suo ruolo controverso in Libano e oltre: dalla guerra civile agli attentati - Bagolinoweb.it

Hezbollah, noto gruppo sciita libanese, ha svolto un ruolo controverso sia in Libano che all’estero, in particolare in relazione alla guerra civile siriana e agli attentati mirati a intellettuali e politici. La sua involuzione da movimento di resistenza contro l’occupazione israeliana a oggetto di critiche internazionali evidenzia un percorso complesso che ha segnato la storia della regione. Questo articolo esplorerà le radici di Hezbollah, gli eventi chiave che hanno definito la sua espansione, e le ripercussioni delle sue azioni.

Le origini di Hezbollah e il monopolio militare

Hezbollah è emerso negli anni ’80 durante la guerra civile libanese, un conflitto che ha devastato il Paese per quindici anni. I negoziati di Taif, svolti tra il 1989 e il 1991, hanno posto le basi per la fine del conflitto. Tuttavia, hanno anche sancito un compromesso che ha consentito a Hezbollah di mantenere la sua milizia armata, contrastando le altre forze, inclusa la Falange cristiana. Gli accordi di Taif avrebbero dovuto garantire la pacificazione, ma non hanno liberato il Libano dalla pesante influenza siriana.

Dopo il ritiro israeliano dal Libano nel 2000, Hezbollah ha resistito alla dismissione delle armi, sostenendo di dover difendere il Paese da una potenziale minaccia israeliana. Questo contesto ha permesso al gruppo di consolidare il proprio potere, diventando un attore chiave nella realtà politica e sociale libanese. La milizia di Hezbollah ha progressivamente acquisito una forza tale da superare le capacità dell’esercito regolare libanese, ora paralizzato da sfide settarie e divisioni interne.

Gli attentati e la strategia di intimidazione

A partire dagli anni ’90, Hezbollah ha iniziato a orchestrare attentati colpendo in Libano e all’estero. Nel 1992, un attacco all’ambasciata israeliana di Buenos Aires ha provocato circa trenta morti, mentre nel 1994 un attentato contro un centro culturale ebraico ha causato 85 morti e una vasta ondata di feriti. Questi eventi hanno alimentato l’immagine del gruppo come terrorista a livello internazionale e hanno reso evidente il suo uso della violenza come strumento di intimidazione.

Nel contesto libanese, l’ombrello di protezione militare di Hezbollah ha contribuito a silenziare il dissenso. Diverse figure di spicco, tra cui intellettuali e giornalisti, sono state minacciate, ferite o addirittura uccise. I casi di Samir Kassir e Rafic Hariri sono emblematici di questo clima di terrore. Kassir, un noto storico, è stato assassinato nel maggio 2005, seguito dall’omicidio di Hariri, un leader politico sunnita ucciso il 14 febbraio dello stesso anno in un attentato che ha sconvolto il Libano.

L’intervento siriano e le ripercussioni della primavera araba

Con l’inizio della primavera araba nel 2011, Hezbollah ha fornito supporto militare al regime siriano di Bashar al-Assad contro le rivolte sunnite. Questo intervento ha amplificato la già critica tensione settaria all’interno del Libano e ha collocato Hezbollah in una posizione di conflitto con elementi della popolazione libanese, molte delle quali simpatizzavano con i gruppi di opposizione alla dittatura siriana. La società civile libanese ha sofferto per le scelte imposte dall’alto, alimentando sentimenti di risentimento contro Hezbollah e le sue alleanze.

Le conseguenze di questo intervento sono state di vasta portata, portando a un ulteriore deterioramento delle relazioni intercomunitarie e a un incremento della violenza settaria nel Paese. Molti libanesi hanno visto in Hezbollah non solo un gruppo militare, ma anche un attore che influisce e determina il destino del Paese senza tener conto delle voci dissenzienti. Questo scenario ha messo a nudo la fragilità dello stato libanese, dove il potere e l’influenza di Hezbollah continuano a sfidare la stabilità nazionale.

Hezbollah, pertanto, non è solo un protagonista della storia libanese, ma un attore chiave nei conflitti regionali, la cui rinomata capacità di mobilitazione militare e geopolitica ha conseguenze che trascendono i confini nazionali, rendendolo una presenza controversa sul palcoscenico internazionale.