L’incontro di Coppa Italia tra Salernitana e Catanzaro ha messo in luce la preparazione tattica di entrambe le squadre, ma non ha regalato emozioni travolgenti. In un match che ha visto un pubblico caloroso e numeroso, il tecnico della Salernitana, Martusciello, ha deciso di cambiare strategia rispetto alle precedenti partite, escludendo giocatori chiave per adottare un approccio più difensivo e organizzato. I tifosi hanno risposto con uno striscione toccante, simbolo di un amore infinito per la propria squadra.
La scelta di Martusciello e la formazione
Martusciello ha optato per undici sostituzioni rispetto all’ultima partita, abbandonando l’assetto utilizzato in Coppa Italia. La sua scelta è stata quella di schierare Wlodarczyk come centravanti al posto di Simy, puntando su una maggiore versatilità offensiva. La linea difensiva è stata confermata nella sua interezza, con Stojanovic, Bronn, Ferrari e Njoh ben posizionati per difendere il proprio portiere. Anche a centrocampo, la scelta di accoppiare Maggiore e Amatucci ha suscitato interesse, visto che avrebbero dovuto proteggere e supportare il talento offensivo di Reine-Adelaide.
Le squadre professionistiche, specialmente nei tornei di knock-out come la Coppa Italia, devono essere pronte a mostrare le proprie qualità tecniche e strategiche. Questo è stato evidente nel match, caratterizzato da un’azione molto contenuta, soprattutto nei primi minuti. Il supporto del pubblico, comprendente circa 2500 tifosi arrivati dalla Calabria, ha contribuito a creare un’atmosfera vibrante, nonostante il colpo di scena dell’assenza di uno stendardo che tipicamente rappresenta la fede calcistica e i colori della squadra.
La cronaca della partita
L’incontro si è rivelato subito tattico e difensivo, con il Catanzaro che ha cercato di pressare i terzini granata nella loro metà campo. La schiera di trequartisti lanciata dal tecnico ospite, Caserta, ha reso particolarmente ostico il compito della Salernitana. La squadra granata, purtroppo, ha subito un duro colpo quando Reine-Adelaide, uno dei giocatori chiave, si è infortunato al flessore, costringendo Martusciello a effettuare un cambio forzato, mandando in campo Soriano.
Nonostante l’incidente, la Salernitana ha fatto qualche tentativo di attacco, con Verde che ha cercato di avvicinarsi al gol ma senza successo. La difesa del Catanzaro è apparsa solida e ben organizzata, rendendo gli affondi granata poco incisivi. La partita si è mantenuta in equilibrio, con entrambe le squadre impegnate a controllare i dettagli e a cercare pertugi nella difesa avversaria.
La ripresa e le sostituzioni strategiche
Oltre a un primo tempo equilibrato, la ripresa ha confermato l’approccio difensivo di Martusciello, che ha aspettato a effettuare sostituzioni. Tuttavia, il secondo tempo ha visto un cambiamento nel ritmo, con la Salernitana che ha tentato di approfittare di alcuni spazi. La strenua difesa del Catanzaro ha costretto la squadra granata a cercare opportunità diverse per pungere, ma la precisione nei tiri è stata carente.
Dopo il malore di Braaf, costretto a lasciare il campo per un infortunio al polpaccio, Martusciello ha deciso di rimodellare la sua squadra. Senza il quinto cambiamento a disposizione, il tecnico ha preferito rinunciare a Simy, che si stava riscaldando. Gli attaccanti hanno dovuto quindi adattarsi alle circostanze, con l’unica vera occasione potenziale arrivata con un colpo di testa di Maggiore, ben neutralizzato dal portiere del Catanzaro, Pigliacelli.
Un match da ricordare per la resilienza
Il match tra Salernitana e Catanzaro ha messo in evidenza la resilienza delle squadre, capaci di resistere a pressioni e incertezze. Nonostante le difficoltà sul campo e i cambi forzati, entrambe le squadre hanno mantenuto una buona organizzazione. Il palcoscenico ha comunque offerto momenti di tensione, dove ogni tiro e ogni passaggio sono diventati cruciali per il risultato.
Il finale ha lasciato il segno, con Pigliacelli impegnato in parate decisive nel momento clou della partita, sottolineando l’importanza di un portiere ben preparato in un match così equilibrato. L’atmosfera creatasi tra i sostenitori e il coinvolgimento emotivo degli ultras ha rappresentato il vero dovere di una partita di Coppa Italia, in grado di unire i cuori e le menti dei tifosi, anche senza il bottino finale di una vittoria.