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Reggio Calabria: grave scopertura di organico alla Corte d’Appello e sfide in arrivo

Reggio Calabria: grave scopertura di organico alla Corte d'Appello e sfide in arrivo - Bagolinoweb.it

La Corte d’Appello di Reggio Calabria si trova di fronte a una situazione preoccupante a causa di una grave scopertura di organico, che supera il 50%. La presidente Caterina Chiaravalloti ha condiviso il suo punto di vista su questa complessità, evidenziando gli impegni richiesti ai magistrati e l’importanza di un’efficace copertura del personale per affrontare le crescenti sfide legate ai processi penali e agli obiettivi imposti dal PNRR.

L’attuale condizione dell’organico della Corte d’Appello

La presidente della Corte d’Appello, Caterina Chiaravalloti, ha messo in luce che la scopertura di organico nella sua sede è superiore al 50%. Questo deficit, che evidenzia una carenza di risorse umane, non è solo un problema relativo al numero di magistrati disponibili, ma mette in discussione la bontà delle operazioni giudiziarie in un distretto noto per la sua attività nel campo del diritto penale. Nel contesto del PNRR, gli obiettivi di produttività e il rispetto dei tempi di disposizione dei processi sono diventati fondamentali. La pressione per una giustizia più efficiente è incessante, e Chiaravalloti ha esortato le istituzioni a incrementare l’organico per poter rispondere adeguatamente a queste richieste.

Nella recente intervista, Chiaravalloti ha sottolineato come queste carenze si manifestino anche nei tempi di risposta e nella qualità delle sentenze. La situazione è aggravata dall’alto numero di casi in attesa di essere trattati, richiedendo non solo una maggiore attenzione alle assunzioni, ma anche un potenziamento delle infrastrutture e delle risorse disponibili per la giustizia. La presidente ha evidenziato come la sottovalutazione di questo problema di organico implichi delle ripercussioni sul diritto dei cittadini a una giustizia tempestiva e soddisfacente.

Il convegno su intercettazioni e riforme

Un’importante iniziativa in programma è il convegno intitolato “Le intercettazioni telefoniche, le valutazioni di professionalità, le riforme costituzionali: approdi e prospettive”, organizzato dall’associazione di magistrati Unità per la Costituzione in collaborazione con il Centro Studi “Nino Abbate”. La scelta di Reggio Calabria come sede riflette la gravità della situazione giuridica vissuta nella regione, specialmente nel ricovero processual-penale. Chiaravalloti ha confermato che eventi come questo sono essenziali per discutere le complessità attuali e promuovere una maggiore armonizzazione tra le normative italiane e quelle sovranazionali.

Uno dei temi cruciali trattati riguarda le intercettazioni telefoniche, strumenti fondamentali nelle indagini penali, ma che richiedono un bilanciamento delicato tra privacy e necessità dello Stato di perseguire crimini. La presidente ha insistito sull’importanza di conformarsi alla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che si è mostrata attenta a questo argomento. La giurisprudenza europea offre linee guida utili per trovare un punto di equilibrio fra la protezione delle comunicazioni private e il dovere delle autorità di combattere efficacemente contro la criminalità, spesso avvalendosi di misure invasive.

Le dichiarazioni di Antonino Laganà del Csm

Antonino Laganà, consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura , ha confermato le osservazioni della presidente Chiaravalloti, definendo la Corte d’Appello di Reggio Calabria come la più gravata in Italia. Laganà ha elogiato la professionalità e l’impegno dei magistrati in un contesto così difficile, sottolineando che nonostante le difficoltà ci sia un notevole senso di responsabilità e determinazione tra coloro che lavorano nel distretto.

Inoltre, Laganà ha fatto riferimento agli sforzi del Ministero della Giustizia per incrementare la disponibilità di magistrati. Sono in programma concorsi mirati a colmare il gap e a portare nuovi professionisti nella regione. Questo, secondo lui, è essenziale per garantire che chi lavora nei tribunali calabresi possa affrontare in modo efficace la lotta alla ‘ndrangheta e altre forme di criminalità organizzata, sempre nel rispetto delle norme costituzionali.

Il dibattito sulla situazione della giustizia a Reggio Calabria mette in luce la necessità di un intervento tempestivo e mirato da parte delle autorità competenti, affinché i diritti dei cittadini possano non solo essere riconosciuti, ma anche tutelati in modo adeguato.