Il recente Consiglio comunale di Rodi Garganico ha riacceso le polemiche politiche riguardanti la figura del consigliere di opposizione Michele Azzellino. Durante la seduta straordinaria del 26 settembre, il sindaco Carmine D’Anelli ha formalmente contestato al consigliere la sussistenza di una causa d’incompatibilità, in seguito a un ricorso presentato da Azzellino al Tar di Puglia contro un’ordinanza riguardante la gestione dei cortei funebri. Questa situazione mette in luce le tensioni tra il governo locale e l’opposizione, rivelando anche questioni più ampie sulla partecipazione democratica e sui diritti dei cittadini.
Il caso del ricorso al Tar riguardante i cortei funebri
Il 23 settembre, Michele Azzellino ha depositato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia, contestando un’ordinanza emessa il 17 giugno dal responsabile della Polizia Locale. Tale provvedimento vietava lo svolgimento di cortei funebri a piedi, in nome della sicurezza pubblica. Azzellino ha motivato la sua opposizione affermando che l’ordinanza limita gravemente la libertà dei cittadini di partecipare ai funerali dei propri cari, andando contro le tradizioni della comunità locale. Il sindaco, d’altra parte, ha difeso l’ordinanza come necessaria per garantire la sicurezza di tutti e per far fronte alla carenza di personale di vigilanza.
Il ricorso è stato inoltrato in qualità di cittadino e notificato all’ente il 17 settembre, circostanza fondamentale per comprendere il contesto di conflitto. L’ordinanza, secondo il primo cittadino, mira a tutelare la sicurezza dei partecipanti e la fluidità del traffico. La questione, dunque, non si limita al diritto di partecipare ai cortei, ma si complica con questioni di ordine pubblico e gestione dei servizi locali.
Il Comune, rappresentato dall’avvocato Angelo Masucci, ha contestato l’istanza di misura cautelare presentata da Azzellino, la quale è stata successivamente respinta dal presidente della Sezione Prima, Angelo Scafuri. Le motivazioni del giudice hanno indicato che non ci sono prove sufficienti per giustificare un’azione immediata e che la decisione collegiale avrebbe potuto affrontare la questione in modo adeguato.
La contestazione di incompatibilità del consigliere Azzellino
La seduta del 26 settembre ha visto il Consiglio comunale avviare una procedura per verificare una presunta condizione di incompatibilità per Michele Azzellino. Secondo il Testo Unico degli Enti Locali, infatti, non può ricoprire l’incarico di consigliere comunale chi è coinvolto in una lite pendente. La questione ha sollevato un acceso dibattito, con Azzellino che ha partecipato alla seduta da remoto e ha espresso che la richiesta del sindaco non lo ha sorpreso, nonostante avrebbe preferito un dialogo più pacato.
Il Consiglio ha votato a favore della contestazione, registrando nove voti favorevoli, un contrario e tre astenuti. Questa azione scuote ulteriormente il già fragile equilibrio politico dell’ente locale e segna un momento critico per la democrazia a Rodi Garganico. Azzellino, da parte sua, ha ribadito la sua determinazione nel voler proseguire la battaglia legale contro l’ordinanza, mentre riflette sulla possibilità di far presentare il ricorso da un comitato di cittadini piuttosto che come singolo.
La reazione della politica locale e le ripercussioni sul clima elettorale
Le tensioni tra il sindaco D’Anelli e Azzellino non sono passate inosservate, scatenando reazioni nella politica locale. Il commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, insieme al deputato Giandiego Gatta, ha espresso solidarietà nei confronti di Azzellino, denunciando i provvedimenti assunti dal sindaco come comportamenti intimidatori e antidemocratici. Secondo i parlamentari, la richiesta di decadenza di Azzellino dal ruolo di consigliere comunale è un attacco alla libertà di espressione e al pluralismo politico.
Questo episodio si inserisce in un contesto politico già teso a Rodi Garganico, evidenziando le difficoltà di dialogo tra le diverse forze politiche all’interno del Consiglio comunale. Le istituzioni locali si trovano a dover affrontare il dilemma di come garantire la sicurezza pubblica senza compromettere i diritti civili. La Camera di Consiglio per il ricorso di Azzellino è stata fissata per il 16 ottobre, rendendo questa una questione da monitorare attentamente nei prossimi giorni mentre la politica continua a dibattere sulle responsabilità e sulle opportunità per la comunità.