L’attenzione si concentra sui comuni di Filadelfia e Mileto, a seguito della decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere l’ASP di Vibo Valentia per infiltrazioni mafiose. Le recenti indagini hanno rivelato legami preoccupanti tra amministratori locali e cosche mafiose, alimentando il dibattito sull’influenza della ‘ndrangheta nell’amministrazione pubblica. Le commissioni di accesso agli atti sono attualmente impegnate nella finalizzazione delle loro indagini, con impatti potenzialmente devastanti per le amministrazioni locali.
Infiltrazioni mafiose in Filadelfia: l’operazione Imponimento
L’operazione Imponimento, avviata nel luglio 2020, ha messo in luce la capacità della cosca Anello di influenzare le competizioni elettorali a Filadelfia. Secondo le accuse, la cosca era in grado di “procurare voti” per candidati disposti a favorire i loro interessi futuri. La testimonianza di Giovanni Angotti, collaboratore di giustizia con legami a lungo termine con la cosca, è stata cruciale. Angotti ha rivelato che un ex amministratore comunale di Filadelfia avrebbe ricevuto supporto elettorale dalla cosca in cambio di corrispettivi finanziari.
Il GUP, nella sua sentenza di primo grado, ha attestato la credibilità di Angotti, evidenziando che la cosca Anello utilizzava metodi intimidatori per garantire il successo dei propri candidati. Le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello sono attese, ma il Consiglio dei ministri agirà in tempi brevi, considerando il lavoro investigativo delle commissioni e le dichiarazioni di Angotti. È probabile che ulteriori evidenze possano emergere dalla commissione di accesso, rivelando ulteriori irregolarità nella gestione municipale di Filadelfia.
La gravità della situazione a Mileto: l’operazione Maestrale-Carthago
Sempre sul fronte delle indagini a Mileto, l’operazione Maestrale-Carthago ha portato all’arresto di tre ex assessori, sottolineando l’infiltrazione della mafia nella governance locale. Domenico Colloca è stato identificato come un imprenditore vicino alla cosca di Paravati, attivo nel business degli appalti per il servizio mensa negli ospedali vibonesi. Vincenzo Nicolaci, noto con il soprannome “Assessore,” è anche accusato di aver partecipato attivamente a estorsioni legate agli appalti comunali.
In particolar modo, Nicolaci è citato per aver estorto tangenti a un imprenditore lametino coinvolto nella raccolta dei rifiuti, mentre interagiva con dipendenti e dirigenti pubblici per promuovere assunzioni sospette, manovrando il sistema di assunzioni pubbliche in modo illecito. La rete dei legami con pregiudicati e con il crimine organizzato si fa sempre più fitta, rivelando un sistema di potere fortemente compromesso.
Preoccupazioni e strategia futura del governo
Con l’emergere di queste inchieste, il Consiglio dei ministri prepara una risposta strategica per garantire la trasparenza e la legalità nei comuni colpiti. Le commissioni di accesso agli atti stanno terminando le loro indagini e il governo avrà presto l’onere di decidere il futuro amministrativo di Filadelfia e Mileto. La situazione rimane tesa, e non è escluso che si possa assistere a ulteriori provvedimenti, a fronte di un fenomeno di infiltrazione mafiosa che ha segnato in modo indelebile il panorama politico e sociale della provincia di Vibo Valentia.
Le azioni intraprese finora, unite all’impegno delle autorità competenti, possono rappresentare solo il primo passo verso una lotta più incisiva contro la cattiva amministrazione e le infiltrazioni mafiose, fattore cruciale per il recupero della fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali e per il reinsediamento della legalità nel territorio.