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Richiesta di dodici anni di reclusione per reati di mafia a Mondragone

Richiesta di dodici anni di reclusione per reati di mafia a Mondragone - Bagolinoweb.it

La giustizia italiana continua a fare i conti con fenomeni di illegalità organizzata. Nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il sostituto procuratore Vincenzo Ranieri della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha richiesto una condanna complessiva di dodici anni di carcere per quattro imputati accusati di illecite pratiche di concorrenza e minacce nei confronti di un imprenditore locale, Giancarlo Pagliaro. Questo caso, al centro di un lungo iter giudiziario, evidenzia l’arduo confronto tra iniziative imprenditoriali legittime e le pressioni esercitate dalla criminalità organizzata.

Le accuse nei confronti degli imputati

Il processo coinvolge quattro individui: Tommaso Capizzi, Luigi Affinito e i fratelli Livio ed Erminio Sperlongano. Gli imputati sono accusati di aver ostacolato l’apertura di un’agenzia di pompe funebri a Mondragone, proposta da Giancarlo Pagliaro. Questa nuova iniziativa imprenditoriale, secondo quanto emerso dall’inchiesta, sarebbe stata vista come una minaccia dalla Società Eden srl, l’unico operatore attivo nella zona, la quale beneficerebbe di una posizione monopolistica nel settore delle onorance funebri. La DDA ha sollevato il velo su una pratica di intimidazione e minacce nei confronti di Pagliaro, rilevando come questi, desideroso di implementarvi un’azienda concorrente denominata San Rocco srl, fosse stato oggetto di pressioni, culminando in atti di violenza psicologica.

Il magistrato Ranieri, durante l’udienza, ha proposto una pena di 4 anni di detenzione per ciascuno degli accusati, escluso Affinito che ha ottenuto una richiesta di assoluzione. La scelta di richiedere pene significative evidenzia la gravità delle accuse, aggravate dal cosiddetto “metodo mafioso”, che implica un uso sistematico di intimidazione per mantenere il controllo su attività commerciali locali.

I risvolti di un’azione legale protratta nel tempo

Il caso ha avuto inizio nel 2013, quando il Giudice per le Udienze Preliminari del tribunale di Napoli condannò Michele Pagliaro, legato alla Società Eden srl, a 4 anni di reclusione per condotte similari. Tuttavia, il processo ha subito uno stop di cinque anni, un periodo di inattività che ha sollevato interrogativi sul funzionamento della giustizia e sulla velocità delle indagini contro la criminalità organizzata. Nel 2018, a seguito di nuove indagini condotte dalla DDA di Napoli, il fascicolo è stato riaperto, rivelando nuovi elementi che hanno portato all’identificazione degli attuali imputati.

Le indagini hanno permesso di accertare le responsabilità dirette nella condotta intimidatoria nei confronti di Pagliaro, evidenziando un modus operandi ben definito per proteggere il monopolio della Società Eden. Questo monopolio non solo ha limitato il libero mercato locale, ma ha anche comportato un clima di paura tra gli imprenditori disposti a sfidare l’egemonia di questa realtà, mostrando come il fenomeno mafioso riesca ad influenzare in modo significativo le dinamiche economiche regionali.

Aspettative e sviluppi futuri del processo

Il processo proseguirà con ulteriori audizioni fissate per dicembre. Questa fase potrebbe essere cruciale per gli esiti finali del procedimento, dato che si attendono testimonianze e ulteriori prove che possano confermare le dinamiche di intimidazione messe in atto dagli imputati. Il collegio difensivo, che include anche l’avvocato Luigi Mordacchini, sta preparando una strategia legale per contrastare le accuse e sostenere l’innocenza dei propri assistiti.

Il caso rappresenta non solo una battaglia legale per gli involti, ma anche un importante punto di svolta per la comunità di Mondragone. I cittadini stanno assistendo a un ripristino della legalità che potrebbe aprire nuove opportunità economiche e favorire la nascita di imprese non soggette a pressioni mafiose. L’attenzione dell’opinione pubblica rimane alta, con molti che sperano in un risultato giusto che possa rappresentare una vittoria contro l’intimidazione e il monopolio criminale nel settore economico locale.