in

Roma spinge per anticipare revisione leggi Ue su emissioni CO2, sostenendo l’industria automotive

Roma spinge per anticipare revisione leggi Ue su emissioni CO2, sostenendo l’industria automotive - Bagolinoweb.it

Un dibattito acceso si sta sviluppando attorno alla revisione delle norme europee sulle emissioni di CO2 per le automobili. Il governo italiano ha manifestato l’intenzione di anticipare al 2025 la clausola di revisione prevista per queste normative, sottolineando l’importanza di adottare strumenti adeguati per supportare la transizione dell’industria automobilistica. Questa proposta è stata messa in campo dal ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e ha trovato interesse e sostegno tra le capitali europee, portando Roma a fare un importante passo avanti nelle negoziazioni con Bruxelles.

La battaglia di Roma a Bruxelles per la revisione delle norme

Nel contesto della recente riunione del Consiglio Competitività, Adolfo Urso ha presentato un piano strategico volto a rafforzare l’industria automobilistica in Europa. Durante una serie di incontri bilaterali con i suoi omologhi di diversi Paesi, tra cui Spagna, Austria, Paesi Bassi, Romania, Malta e Polonia, è emersa una crescente “convergenza” sull’importanza di un intervento immediato per salvaguardare il settore automotive. Urso ha sottolineato che una “maggioranza di Paesi” è pronta a richiedere un anticipo della revisione per facilitare il raggiungimento dei target europei in materia di emissioni.

Questo sostegno internazionale per la proposta italiana potrebbe tradursi in un ‘non paper’, un documento informale che Roma intende presentare alla Commissione Europea. Tale iniziativa giunge in un momento cruciale per determinare le future politiche ambientali dell’Unione, con l’obiettivo principale di creare le condizioni necessarie per raggiungere l’obiettivo di ridurre le auto a combustione interna, fissato per il 2035. Anticipare la revisione delle norme potrebbe rappresentare un passo significativo verso la realizzazione di un obiettivo che, sebbene ambizioso, viene ora visto come imprescindibile da diversi Stati membri.

L’importanza di un fondo di sostegno per l’industria

Il rispetto di queste scadenze normative non è un’operazione da poco, e il supporto all’industria automobilistica passa anche attraverso la creazione di un fondo di sostegno specifico. Il ministro Urso ha manifestato l’intenzione di integrare questa strategia con linee d’azione relative all’autonomia delle materie critiche e una politica tecnologica inclusiva. Questo approccio prevede l’inserimento di biocarburanti, e-fuels e idrogeno tra le soluzioni per permettere alla filiera di adattarsi. Tuttavia, la collaborazione tra Roma e Berlino, tradizionalmente forte su questi temi, potrebbe trovarsi a dover fronteggiare divergenze soprattutto sulle questioni riguardanti i biocarburanti.

La disponibilità di un supporto finanziario dedicato è cruciale per favorire la transizione verso tecnologie più sostenibili. La Germania, ad esempio, ha ribadito l’importanza di mantenere fermo l’obiettivo di eliminare i motori endotermici, e già segnala che non c’è interesse ad attuare un ripensamento su questo impegno. In questa chiave, la proposta italiana si presenta come necessaria non solo per l’industria automobilistica, ma anche per garantire un futuro economico più sostenibile in tutta Europa.

Le preoccupazioni per il meccanismo di aggiustamento del carbonio

La discussione sull’anticipazione della revisione non si limita solo al settore automobilistico. Infatti, durante i colloqui a Bruxelles è emerso anche il timore da parte di diverse capitali europee riguardo gli effetti del meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere, noto semplicemente come ‘carbon tax’. Questo strumento di diplomazia climatica, in fase transitoria per settori come il cemento, il ferro e acciaio e l’alluminio, entrerà in vigore in definitiva dal 2026, ma molti Paesi stanno già esprimendo la necessità di rivedere le sue modalità operative.

In Italia, il meccanismo ha sollevato preoccupazioni, con rappresentanti del governo che hanno sottolineato come potrebbe rivelarsi un ostacolo insormontabile per diverse industrie. Le modifiche proposte da Roma potrebbero riguardare non solo il comparto automotive, ma anche altri settori che rischiano di subire le conseguenze dell’implementazione di tali normative. La situazione resta quindi fluida, con le istituzioni europee che dovranno bilanciare le esigenze ambientali con la necessaria salvaguardia dell’interesse economico delle nazioni membri.