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Omicidio a Mestre: un colpo fatale e una città in lutto per Giacomo Gobbato

Omicidio a Mestre: un colpo fatale e una città in lutto per Giacomo Gobbato - Bagolinoweb.it

La tragica morte di Giacomo Gobbato, avvenuta a Mestre durante una serata che doveva essere di festa, ha sollevato interrogativi su sicurezza e politiche sociali nella città veneta. L’autopsia ha rivelato dettagli inquietanti sul ferimento che ha portato alla sua morte, mentre una mobilitazione di protesta coinvolge la comunità locale e le forze politiche. Un evento che fa eco a una crisi più profonda nella gestione della sicurezza a Mestre.

Risultati dell’autopsia: un solo colpo mortale

L’autopsia condotta dalla dottoressa Alessia Viero ha svelato che Giacomo Gobbato è morto a causa di una sola coltellata inferta al torace. Sebbene il giovane presentasse anche altre ferite minori, è stato questo colpo, che ha colpito un’area vitale, a risultare fatale. L’esame autoptico ha evidenziato la gravità della situazione, soprattutto considerando che la ferita avrebbe potuto avere conseguenze ancora più drammatiche. Un altro aspetto rilevante dell’autopsia è relativo all’amico Sebastiano, colpito nel tentativo di difendere Giacomo. La sua ferita alla gamba, che ha sfiorato l’arteria femorale, avrebbe potuto avere esiti catastrofici se il colpo fosse stato inferto con maggiore forza.

La Procura, sotto la direzione del pubblico ministero Federica Baccaglini, ha avviato le indagini sul tentato omicidio del giovane amico di Giacomo. La raccolta di evidenze scientifiche, incluso l’esame del ferimento di Sebastiano, è cruciale per supportare l’accusa. Le testimonianze raccolte finora forniscono un quadro frammentario ma allarmante degli eventi che hanno preceduto la tragedia, alimentando un clima di paura e angoscia tra gli abitanti della zona.

La ricostruzione della serata e le testimonianze

La notte fatale era iniziata come un momento di gioia, una semplice riunione per festeggiare un compleanno. Tra gli invitati figuravano il papà di Giacomo, Luca, e l’amico Sebastiano, con cui il giovane aveva condiviso la serata. Tuttavia, nel giro di pochi istanti, la celebrazione si è trasformata in un incubo. Secondo le testimonianze, un grido di aiuto è risuonato tra Corso del Popolo e via Firenze, seguito dalla fuga frenetica di un rapinatore con lo zaino in spalla.

L’avvocato di Sebastiano, Giuseppe Romano, ha sottolineato il momento drammatico: il giovane non si era reso conto della gravità della sua ferita fino a quando non ha avvertito il dolore. La sua prima reazione è stata avvisare Giacomo della presenza di un coltello, ma era già troppo tardi. Nonostante l’intervento della polizia, le condizioni del sospetto accoltellatore non sono state approfondite, lasciando aperte questioni sul contesto in cui è avvenuta l’aggressione. Anche l’eventuale assunzione di alcol o sostanze da parte dell’aggressore non sembrerebbe influire sulle gravi accuse a lui rivolte.

Mobilitazione e richieste di maggior sicurezza

L’omicidio di Giacomo ha innescato una reazione forte e sentita nella comunità di Mestre. Il centro sociale Rivolta, insieme ad associazioni e comitati del territorio, ha indetto un corteo che si svolgerà sabato. La partenza è prevista dalla rotonda di Corso del Popolo, il luogo in cui la vita di Giacomo si è spezzata. Lo slogan della manifestazione è chiaro e diretto: “Per Jack, per noi, per tutti”. Gli organizzatori intendono sottolineare che la morte di Giacomo non è una fatalità, ma il frutto di una città afflitta da caratteristiche di abbandono e mancanza di supporto sociale.

Gruppi politici di opposizione, comprese le forze del PD, della Sinistra, di Venezia è tua e altri, hanno dichiarato la loro solidarietà. In una nota, hanno evidenziato come le successive amministrazioni, guidate da Luigi Brugnaro, non abbiano affrontato adeguatamente le problematiche socioeconomiche che affliggono la città. L’accusa principale è quella di aver sistematicamente ridotto i servizi sociali e i presidi nella comunità, creando un contesto di insicurezza e degrado.

Un saluto a Giacomo e l’impegno per il futuro

Il tributo finale per Giacomo Gobbato è ancora in fase di organizzazione. L’ultimo saluto avrà luogo nella chiesa di San Liberale e Mauro a Jesolo Lido, una cerimonia che potrebbe svolgersi nel fine settimana o all’inizio della prossima settimana, in attesa del nulla osta necessario. La comunità si prepara a onorare la memoria di un giovane strappato alla vita in circostanze terribili, cercando di trasformare la tragedia in un’opportunità di riflessione e cambiamento.

In un clima di crescente mobilitazione, i cittadini chiedono non solo giustizia per Giacomo, ma anche un ripensamento delle politiche di sicurezza e sociale a Mestre. L’auspicio è che questa tragedia possa fungere da catalizzatore per un cambiamento reale, un passo verso una città che protegga i suoi abitanti e non lasci spazio a ulteriori episodi di violenza.