Un nuovo studio svela il panorama lavorativo e economico dell’Emilia-Romagna, evidenziando che, nonostante il calo delle retribuzioni in termini reali, la regione continua a vantare salari superiori rispetto alla media nazionale. La ricerca, curata da Unioncamere Emilia-Romagna e presentata a Bologna, mette in luce le dinamiche salariali e le disparità presenti nel mercato del lavoro, fornendo una visione approfondita della situazione economica nell’area.
Regressione delle retribuzioni nella regione
Nel decennio che va dal 2012 al 2022, i dati indicano un significativo decremento delle retribuzioni medie giornaliere in Emilia-Romagna, con una somma complessiva ridotta del 4% in termini reali, depurata dall’inflazione. Nonostante ciò, il salario medio, fissato a 104 euro, rimane al di sopra della media italiana, che si attesta a 99 euro. Questo scenario suggerisce una compressione del potere d’acquisto dei lavoratori, che sta destando attenzione tra gli esperti del settore.
In particolare, l’analisi ha messo in evidenza l’andamento delle retribuzioni per diverse categorie professionali. I dirigenti hanno visto un incremento dell’8% nel periodo considerato, pur rimanendo leggermente sotto la media nazionale . D’altro canto, i quadri hanno mantenuto gli stessi livelli retributivi, mentre le figure professionali più vulnerabili, come impiegati e operai, hanno subito un decremento del 4%, con retribuzioni di 109 euro e 86 euro rispettivamente. Settori cruciali come costruzioni, commercio, ristorazione e servizi alle imprese hanno registrato cali ancora più marcati, dimostrando le difficoltà economiche in cui operano molti lavoratori.
Disparità salariale di genere e di età
Un aspetto preoccupante emerso dalla ricerca è il persistente divario salariale tra uomini e donne, che qui assume dimensioni significative. Gli uomini guadagnano in media il 38% in più rispetto alle donne, un dato superiore alla media italiana del 35%. Questa disparità si riflette in una mancanza di rispetto delle pari opportunità nel mercato del lavoro, sollevando interrogativi sul progresso verso la parità di trattamento in un’epoca in cui l’uguaglianza di genere dovrebbe essere una priorità.
Anche il differenziale salariale in base all’età si rivela allarmante. Gli over 50, infatti, guadagnano circa il 56% in più degli under 30, evidenziando una stratificazione delle opportunità lavorative e dei compensi che potrebbe risultare dannosa per il futuro delle nuove generazioni. In particolare, i dirigenti ottenendo salari pari al 544% di quelli degli operai, segnalano una disuguaglianza estremamente accentuata nel sistema economico regionale. A livello nazionale, questa forbice raggiunge sette volte, ma in Emilia-Romagna è particolarmente pronunciata.
Crescita economica del territorio
Analizzando l’andamento dell’economia della regione, si osserva che il valore aggiunto, un indicatore fondamentale simile al Pil, ha registrato una crescita del 12% dal 2015 al 2024. Questo andamento è stato superato solo da regioni come il Trentino Alto Adige e la Lombardia, che ha visto un incremento del 13%. Tuttavia, la situazione per l’Emilia-Romagna è ulteriormente complicata dalle dinamiche specifiche della Lombardia, in particolare dalla sua capitale, Milano. Se si esclude il capoluogo, la crescita regionale lombarda sarebbe stata del 10%, evidenziando l’importanza della città nel trascinare l’economia regionale.
Le prospettive per il 2024 e il 2025 indicano una crescita del Pil emiliano-romagnolo dell’1,1%. Le città di Bologna e Modena sono previste come i principali motori di questa ripresa economica. Al contrario, territori come Ferrara e Piacenza si trovano in una situazione più difficile, suggerendo che non tutte le aree della regione beneficeranno allo stesso modo delle prospettive di crescita economica imminenti.
In sintesi, mentre l’Emilia-Romagna continua a mostrare segni di forza nella crescita economica, le sfide relative alle retribuzioni e alle disparità rimangono evidenti e richiedono attenzione per garantire un futuro sostenibile e giusto per tutti i cittadini.