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Tagli alle infrastrutture abruzzesi: il decreto legge n. 113 sotto accusa al Senato

Tagli alle infrastrutture abruzzesi: il decreto legge n. 113 sotto accusa al Senato - Bagolinoweb.it

Tagli alle infrastrutture abruzzesi: il decreto legge n. 113 sotto accusa al Senato

Nel corso del dibattito al Senato, si torna a parlare di sicurezza delle autostrade in Abruzzo. Il decreto legge n. 113 prevede significativi tagli, sollevando preoccupazioni tra i politici locali, che denunciano la continua erosione delle risorse destinate alla manutenzione delle infrastrutture. La situazione è ulteriormente complicata da precedenti misure governative che hanno già messo a rischio importanti progetti per migliorare la mobilità e la sicurezza nella regione.

Un decreto controverso per l’Abruzzo

Le implicazioni del decreto legge n. 113

Il decreto legge n. 113, attualmente in fase di discussione al Senato, rappresenta un aspetto cruciale per la sicurezza delle infrastrutture abruzzesi. Con un taglio di 117 milioni di euro, questo provvedimento mette seriamente a rischio la manutenzione di ponti, viadotti e gallerie autostradali nell’area. Daniele Marinelli, segretario regionale del PD, evidenzia che tale decisione si inserisce in un contesto di continui prelievi dalle risorse economiche destinate all’Abruzzo, considerandola una sorta di “scippo sistematico.”

L’attenzione alla sicurezza delle strade è fondamentale, non solo per garantire la sicurezza degli automobilisti, ma anche per la stabilità e lo sviluppo economico della regione. La mancanza di investimenti adeguati potrebbe comportare costi maggiori in futuro, dovuti a potenziali incidenti o degrado delle infrastrutture esistenti.

L’erosione delle risorse nel tempo

Non è la prima volta che il governo Meloni viene accusato di favorire altri territori a discapito dell’Abruzzo. Con la revisione del PNRR nell’estate del 2023, e il relativo prelievo di 620 milioni di euro destinati al raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Roma, si evidenzia un trend preoccupante. Attraverso queste manovre, secondo Marinelli, l’Abruzzo pare trattato come una riserva economica piuttosto che come una regione che necessita di interventi mirati per il progresso tecnologico e la sicurezza.

Questa situazione si è aggravata ulteriormente, considerando che solo pochi giorni prima erano già stati sottratti 845 milioni di euro dal Ministero dei Trasporti, con un saldo complessivo che supera il miliardo e mezzo di euro. Sebbene il governo avesse restituito 720 milioni, è evidente che si tratta di risorse non nuove ma reindirizzate, accentuando la sensazione di un’iniquità nel trattamento economico riservato all’Abruzzo.

La risposta della politica abruzzese

Le responsabilità dei leader locali

La risposta politica a queste questioni è apparsa finora blanda e poco incisiva. La giunta regionale di centrodestra guidata da Marco Marsilio non sembra aver preso una posizione forte contro i tagli. Nonostante le continue sottrazioni di risorse, come i 350 milioni di euro trasferiti dall’alta velocità sulla linea ferroviaria adriatica a quella Milano-Genova, le domande su cosa stia facendo il presidente per difendere gli interessi della regione rimangono senza risposta.

Il disinteresse manifestato dalla leadership regionale potrebbe portare a conseguenze dirette, non solo sul piano economico, ma anche sulla percezione della regione a livello nazionale. La domanda centrale è se è più importante mantenere un’alleanza di partito o battersi per il bene dell’Abruzzo, un interrogativo che ricorre con insistenza tra i cittadini e i membri dell’opposizione.

Il ruolo dei parlamentari abruzzesi

Un altro punto critico riguarda l’atteggiamento dei parlamentari abruzzesi del centrodestra, i quali sono accusati di restare in silenzio di fronte a un quadro di costanti sottrazioni alle risorse della regione. Tale passività potrebbe favorire ulteriori decisioni governative che non tengono in considerazione le esigenze reali degli abruzzesi.

Le mancate azioni di contrasto a queste politiche rappresentano un tema controverso, e continueranno a sollevare interrogativi sulla validità della rappresentanza politica abruzzese. Ci si aspetta che i politici locali rispondano concretamente a questa insoddisfazione crescente, visto che la fiducia dei cittadini nelle istituzioni è a rischio. Le prossime settimane saranno cruciali per osservare se emergerà un cambio di rotta nelle politiche governative nei confronti della regione.