Un ampio coro di proteste ha risuonato nella serata di ieri a Salerno, dove si è tenuta una manifestazione contro il Disegno di Legge Sicurezza del Governo Meloni. Organizzata dalle sigle sindacali Cgil e Uil, l’iniziativa ha richiamato l’attenzione sulla tenuta sociale del Paese, in un contesto di preoccupazione crescente per le libertà fondamentali. Le avverse condizioni meteorologiche non hanno fermato i manifestanti, che hanno raccolto il supporto di diversi politici e associazioni sul territorio.
La partecipazione e il clima di solidarietà
La manifestazione ha avuto luogo in Piazza Amendola, nei pressi della Prefettura di Salerno, e contemporaneamente si è svolta in diverse città italiane. La presenza del sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, insieme a numerosi altri sindaci locali, ha dato un forte significato all’iniziativa. Nonostante le insistenti piogge, i partecipanti hanno affermato con determinazione il diritto di esprimere il proprio dissenso nei confronti di un provvedimento che, secondo loro, potrebbe compromettere diritti fondamentali e libertà civili. Così, in un’atmosfera di forte unità e solidarietà, sono emerse le preoccupazioni relative alla sicurezza e alle possibili conseguenze sociali che il Disegno di Legge potrebbe comportare.
Le critiche al Disegno di Legge sicurezza
Le organizzazioni sindacali e i manifestanti hanno sollevato forti critiche riguardo i contenuti del Ddl 1660. Tra le preoccupazioni principali vi è la possibilità di un inasprimento delle pene e la creazione di nuovi reati che limiterebbero il diritto di protesta e la libertà di espressione. “Questo provvedimento potrebbe introdurre norme penalizzanti che colpiscono le manifestazioni e le occupazioni di spazi pubblici”, hanno affermato i rappresentanti delle sigle sindacali. Queste nuove misure non solo mettono a rischio la capacità dei cittadini di difendere i propri diritti, ma rappresentano anche una risposta inadeguata a problemi bruschi soprattutto di natura sociale.
In particolare, il Ddl contempla il carcere per chi occupa strade e spazi pubblici o privati. Secondo i critici, tali misure colpirebbero in modo diretto le mobilitazioni sindacali, “guttando le possibilità di azioni collettive essenziali per affrontare crisi occupazionali”. Viene inoltre messa in discussione l’introduzione della “resistenza passiva” come reato, che limiterebbe ulteriormente le forme di dissenso pacifico. Un insieme di problematiche che, secondo i manifestanti, necessita di una discussione profonda e articolata nel contesto politico attuale.
L’incontro in Prefettura e le risposte delle istituzioni
La Prefettura ha aperto le sue porte in un gesto di ascolto e confronto, accogliendo le richieste dei manifestanti e le loro preoccupazioni. Durante l’incontro, i rappresentanti di Cgil e Uil hanno avuto l’opportunità di esporre le ragioni della mobilitazione. “Siamo soddisfatti di questo primo passo. È essenziale manifestare dissenso rispetto a un provvedimento che riteniamo lesivo della libertà collettiva”, hanno commentato Antonio Apadula, Segretario Generale Cgil, e i Coordinatori Provinciali della Uil, Ciro Marino e Patrizia Spinelli.
La Prefettura ha confermato l’impegno a riportare le istanze dei manifestanti al Governo, sottolineando l’importanza di un dialogo costruttivo. Tra le varie organizzazioni partecipanti a questo incontro figurano Memoria in movimento, Ottanta Quattro 100, Auser Salerno, e vari partiti come il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. La forte mobilitazione e la convergenza di voci diverse rappresentano un chiaro segnale della volontà di affrontare insieme le sfide future, riaffermando il valore della libertà e del dialogo nella società italiana.