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L’ascesa delle scuole di montagna: un nuovo futuro per le aree interne italiane

L'ascesa delle scuole di montagna: un nuovo futuro per le aree interne italiane - Bagolinoweb.it

In un’epoca in cui le aree interne italiane soffrono di spopolamento e sottovalutazione, iniziative come il progetto “Vivere in Montagna” offrono una prospettiva di rinascita e riscoperta delle terre alte. Attirando individui desiderosi di cambiare vita, questo progetto si propone di valorizzare le potenzialità delle zone montane, favorendo l’imprenditoria e l’educazione. Tra i partecipanti c’è Gianluca Sinico, un insegnante di 33 anni, che rappresenta una nuova generazione pronta a intraprendere la strada della montagna.

La vita nei parchi: l’esperienza di Gianluca Sinico

Gianluca Sinico, cresciuto in un ambiente urbano, ha abbracciato l’idea di vivere in montagna attraverso un’esperienza pratica presso un rifugio. Qui, ha appreso le sfide e i benefici della vita in alta quota, elementi che lo hanno accompagnato verso una consapevolezza profonda. “Ho imparato ad amare la montagna solo quando mi è venuta a mancare”, dice Gianluca, riflettendo su come la sua esperienza lavorativa gli abbia aperto gli occhi sulle piccole, ma significative, attività quotidiane, come fare legna o prendersi cura degli animali.

Quest’incontro con la montagna ha portato Gianluca a lasciare il posto fisso come maestro per dedicarsi a un progetto di vita che unisce la sua professione educativa al suo amore per la natura. Anche se non ancora trasferito completamente, sta lavorando per integrare il suo lavoro in una dimensione montana, mirando a trasmettere ai più giovani l’importanza di una connessione autentica con il territorio e l’ambiente circostante.

Aree interne: un tesoro sottovalutato

In Italia, le aree interne rappresentano oltre il 60% del territorio nazionale, ma accolgono solo un quinto della popolazione totale. Questi spazi, spesso trascurati, hanno un potenziale significativo per lo sviluppo imprenditoriale, specialmente nell’ambito dell’economia sociale, agricola e forestale. Un’iniziativa chiave è rappresentata dalla Scuola di Montagna, ideata nel 2022 mediante una collaborazione tra l’Università di Torino e SocialFare, insieme all’esperto in migrazioni Andrea Membretti.

La Scuola ha l’obiettivo di fornire un’opportunità di apprendimento profondo e immersivo per i partecipanti, che dedicano tre giornate all’esplorazione del contesto montano. Durante questi giorni, i partecipanti apprendono non solo le buone pratiche locali ma anche come nascono e si sviluppano attività imprenditoriali che possono contribuire al ripopolamento delle aree montane.

Il progetto di accelerazione: strumenti per il cambiamento

Un elemento chiave del progetto Scuola di Montagna è il suo approccio di accelerazione della conoscenza, che aiuta i partecipanti a definire chiaramente le loro aspirazioni. Non sono solo studenti o imprenditori a beneficiare di questa formazione: la Scuola accoglie anche smartworker e professionisti in cerca di un cambiamento di vita. Alberto Magni, esperto di design sociale, evidenzia come il progetto possa fornire una vera e propria “tool box” per chi desidera realmente intraprendere un percorso di transizione dalla vita cittadina a quella montana.

Attraverso seminari e incontri, il progetto si dedica a trattare non solo le sfide imprenditoriali, ma anche questioni legate all’abitazione e alla creazione di una rete di relazioni significative con il territorio. Questo approccio olistico consente ai partecipanti di sviluppare non solo competenze pratiche, ma anche un’attitudine imprenditoriale che può essere applicata a vari aspetti della vita quotidiana.

Nuove vite in montagna: storie di cambiamento

Il progetto ha coinvolto più di 200 partecipanti fin dal suo inizio, con un numero crescente di persone che hanno preso parte ai percorsi formativi offerti dalla Scuola di Montagna. Tra di loro emergono diverse storie significative, come quella di Lorena Orlando, un’infermiera di 45 anni che ha scelto di esercitare la sua professione nel contesto montano, lontano dai costi e dalla bassa qualità della vita delle città. Anche Giuliano Faccani, un neurochirurgo in pensione di 73 anni, ha trovato nella montagna un luogo ideale per condurre la sua vita attiva, condividendo le competenze acquisite nel corso della sua carriera.

Queste esperienze dimostrano come le terre alte possano offrire nuove opportunità e rappresentino una risorsa fondamentale per il rinnovamento delle aree interne italiane. Con iniziative come la Scuola di Montagna, l’Italia può riscoprire non solo un patrimonio naturale da proteggere ma anche una cultura imprenditoriale da sviluppare in armonia con l’ambiente.