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Burioni e Remuzzi sull’assenza di rischi del 5G: un dibattito infiamma la Toscana

Burioni e Remuzzi sull'assenza di rischi del 5G: un dibattito infiamma la Toscana - Bagolinoweb.it

Burioni e Remuzzi sull’assenza di rischi del 5G: un dibattito infiamma la Toscana

L’argomento della salute pubblica continua a dividere esperti e cittadini, specialmente sulle tematiche moderne e le nuove tecnologie. Negli ultimi giorni, la Regione Toscana ha annunciato l’intenzione di commissionare uno studio sulla sicurezza del 5G, suscitando reazioni contrastanti tra scienziati e popolazione. I virologi BURIONI e REMUZZI si sono espressi sul tema, confermando l’assenza di fondati rischi per la salute. Le loro affermazioni, che portano alla luce il dibattito su come vengono spesi i fondi pubblici nella ricerca scientifica, pongono interrogativi riguardo alla necessità di ulteriori studi.

La posizione di Burioni

Un uso discutibile dei fondi pubblici

L’ordinario di virologia all’UNIVERSITÀ SAN RAFFAELE di Milano, ROBERTO BURIONI, ha commentato con sarcasmo l’iniziativa della Regione, evidenziando come gli investimenti in questo tipo di ricerca sembrino superflui. Sul suo profilo social, ha affermato: «Complimenti alla Regione Toscana per l’oculato impiego dei soldi pubblici». Le sue parole sono un chiaro riferimento al fatto che precedenti ricerche, inclusi studi condotti dall’OMS, abbiano già escluso legami tra tecnologie come il 5G e malattie gravi come leucemie e linfomi. Secondo BURIONI, insistere su questa questione a livello locale non solo è ridondante, ma rappresenta un uso discutibile delle risorse pubbliche.

L’esperto sottolinea anche come il 5G sia stato già ampiamente studiato e che esistano ampie evidenze scientifiche che attestano la sua sicurezza. Pertanto, proseguire nella direzione di ulteriori studi, come proposto dalla Regione, appaia come una scelta discutibile. BURIONI afferma: «Non mi sembra il miglior modo di impiegare il denaro pubblico», sottolineando l’abbondanza di dati rassicuranti già disponibili.

Il messaggio contro le fake news

In un contesto caratterizzato da un’informazione spesso confusa e da una proliferazione di notizie infondate, è importante che scienziati di fama come BURIONI partecipino al dibattito pubblico. Il suo approccio mira a contrastare le cosiddette “fake news” riguardanti effetti nocivi della tecnologia, evidenziando che la ricerca scientifica seria ha già chiarito la questione. Quando una Regione spende risorse per questioni già risolte, potrebbe anche alimentare incertezze e paure infondate tra i cittadini.

La risposta di Remuzzi

La posizione scientifica

Al fianco di BURIONI, il nefrologo ed esperto dell’ISTITUTO MARIO NEGRI, GIULIANO REMUZZI, ha ribadito la validità delle ricerche condotte finora. Secondo REMUZZI: «Burioni ha ragione, ci sono centinaia di studi che hanno analizzato il fenomeno», spiegando che la comunità scientifica ha affrontato e continuerà ad affrontare il tema della sicurezza delle tecnologie come il 5G. Il suo intervento pone l’accento su come il problema non sia tanto la ricerca in sé, quanto la sua necessità e il contesto in cui viene promossa.

Critiche al sistema sanitario

Un ulteriore punto su cui REMUZZI si è espresso riguarda un’altra recente controversia: l’omeopatia nel sistema sanitario pubblico toscano. Il nefrologo non ha esitato a definire «scandaloso» che un sistema sanitario si affidi a pratiche omeopatiche nei suoi ambulatori. Le sue critiche portano alla luce non solo una disapprovazione personale, ma anche una preoccupazione più ampia sul modo in cui le risorse sanitarie vengono gestite. Riguardo al 5G, REMUZZI ha insinuato che la decisione di condurre ulteriori ricerche in questo ambito potrebbe risultare influenzata da pressioni di carattere populistico, piuttosto che da vere necessità scientifiche.

La necessità di mantenere il focus sulla scienza

Entrambi gli scienziati, pur esprimendo posizioni distinte su alcune dinamiche sociali e di gestione della sanità pubblica, si trovano concordi nel sottolineare che la scienza deve guidare la comprensione del rischio associato alle nuove tecnologie. Con una comunicazione chiara e basata su evidenze, la comunità scientifica ha la responsabilità di contrastare allarmismi ingiustificati e di promuovere un’informazione corretta. La questione riguardante il 5G, quindi, non è solo una questione scientifica, ma anche un duro combattimento contro la disinformazione che potrebbe minare fiducia e salute pubblica.