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Il sindaco di Milano spiega le ragioni dietro la scelta di non affidare San Siro per la finale di Champions 2027

Il sindaco di Milano spiega le ragioni dietro la scelta di non affidare San Siro per la finale di Champions 2027 - Bagolinoweb.it

Milano si trova al centro di un dibattito acceso riguardante il futuro dello stadio di San Siro e la sua potenziale esclusione come sede per la finale di Champions League 2027. Le dichiarazioni del sindaco Giuseppe Sala, rilasciate in occasione dell’evento “La Grande Milano. Dimensione Smart City“, pongono l’accento sulla necessità di garantire che non ci siano lavori in corso nello stadio durante l’importante evento calcistico. Queste affermazioni evidenziano la crescente complessità legata alla gestione degli impianti sportivi e alle sue implicazioni per il calcio milanese.

La posizione di Milano sulla finale di Champions

L’amministrazione comunale di Milano ha espresso chiaramente che la decisione di non concedere San Siro per la finale di Champions League del 2027 è frutto di considerazioni pragmatiche. Secondo il sindaco Sala, la UEFA ha richiesto garanzie che non ci siano lavori in corso nello stadio durante il periodo dell’evento. La possibilità di utilizzare San Siro come sede dipende quindi dalla capacità delle società calcistiche locali, Inter e Milan, di garantire che la struttura sia priva di interventi di ristrutturazione. Sala ha sottolineato un punto cruciale: emanare garanzie che attestino l’assenza di lavori sarebbe contraddittorio rispetto agli impegni assunti nell’ambito del progetto di costruzione di nuovi stadi per le due squadre. Questo scenario complica ulteriormente la pianificazione dell’evento, costringendo il Comune ad affrontare decisioni difficili.

Futuro di San Siro e il contratto di affitto

Inter e Milan hanno in programma di costruire i propri stadi in aree alternative, e Sala ha rimarcato che il Comune non prevede di rinnovare il contratto d’affitto per San Siro, che scade nel 2030. Questa posizione evidenzia la necessità per le squadre di avere piani concreti per le nuove strutture e di rispettare i tempi stabiliti. Durante le dichiarazioni, il sindaco ha messo in evidenza l’importanza di non trovarsi nella situazione di dover gestire un impianto sportivo non più utilizzato o inadeguato ai bisogni delle squadre. La mancanza di un piano collaudato da parte delle squadre potrebbe portare il Comune a prendere in considerazione la possibilità di vendere San Siro a potenziali promotori di eventi, come concerti o manifestazioni, preservando così un bene che appartiene alla comunità.

Possibili scenari per il futuro impiantistico nella città

Il futuro di San Siro subirà inevitabilmente le influenze strategie delle due società calcistiche e delle decisioni politiche della città. Con l’approvazione dei nuovi stadi, la possibilità di una ristrutturazione di San Siro si presenta come un’opzione che il sindaco ha dichiarato di accogliere positivamente. Tuttavia, questa opportunità andrà ponderata attentamente affinché non si generi un danno all’immagine e al patrimonio storico del simbolo calcistico milanese. Le successive mosse delle squadre, nonché la risposta del Comune, delineeranno un quadro più chiaro e definiranno il futuro sportivo e culturale della città.

In sintesi, la città di Milano si trova a un bivio decisivo e dovrà lavorare insieme alle squadre e alla UEFA per garantire un futuro che possa incoraggiare sia l’innovazione strutturale che il rispetto per le tradizioni sportive locali.