Il trasferimento del mercato infrasettimanale di Ariano Irpino a Cardito ha riaperto un intenso dibattito tra le associazioni dei commercianti e l’amministrazione comunale. Mentre le voci della comunità imprenditoriale si fanno sempre più forti contro questa proposta, i rappresentanti del commercio locale temono che una simile decisione possa avere ripercussioni devastanti sul già fragile centro storico della città.
Le preoccupazioni dei commercianti
La posizione di Manfredi D’Amato, responsabile dell’Unione Commercianti Arianesi, è chiara: il trasferimento del mercato rappresenterebbe una “definitiva morte del centro storico”. Secondo D’Amato, mantenere il mercato nella sua attuale posizione è cruciale per preservare l’integrità commerciale del centro. Egli suggerisce che le bancarelle che attualmente intralciano la viabilità potrebbero essere ricollocate in altre aree senza spostare l’intero mercato. Questa soluzione, secondo il rappresentante dei commercianti, garantirebbe sia il passaggio del traffico veicolare che la continuità delle attività commerciali.
Anche Nicola Grasso, responsabile di Confcommercio, concorda sull’inadeguatezza della proposta di trasferire il mercato a Cardito, evidenziando come questa decisione potrebbe ulteriormente congestionare il traffico in un’area già problematica. Gli imprenditori della zona sono in allerta, poiché una tale ridistribuzione del mercato comporterebbe un’ulteriore pressione sulle loro attività, già in difficoltà.
Proposte alternative per il mercato
Confcommercio ha lanciato l’idea di spostare il mercato nel campo sportivo Renzulli, una soluzione che, pur suscitando alcune perplessità, potrebbe rivelarsi un compromesso accettabile che non implicherebbe il totale allontanamento dal centro. Tuttavia, rimane aperta anche l’ipotesi Russo Anzani, malgrado le evidenti lacune tecniche che essa presenta.
Le proposte alternative hanno come obiettivo comune quello di mantenere vivo il centro storico, cuore pulsante della vita commerciale arianese. Gli imprenditori non sono oppositori di un cambiamento, ma quanto piuttosto sostenitori di un cambiamento che tenga conto delle reali necessità del tessuto economico locale.
Il futuro del centro storico e dei cantieri
Parallela alla questione del mercato ci sono altre serie preoccupazioni riguardanti il futuro del centro storico di Ariano Irpino, attualmente in fase di trasformazione. I lavori in corso in località Calvario, che si concluderanno a breve dopo un anno di attesa, e l’avvio dei lavori in via d’Afflitto, pongono interrogativi sul futuro commerciale dell’area. Il progetto delle cinque piazze, finanziato con oltre 5 milioni di euro, deve essere completato entro il prossimo anno, sollecitando l’esigenza di un’accelerazione dei tempi.
In aggiunta, la situazione è complicata dall’ormai noto cantiere del Polo Alberghiero, un progetto che ha protratto la sua realizzazione per anni, creando ulteriori disagi al traffico e pregiudicando le attività commerciali circostanti. I commercianti temono che le interruzioni e i disagi possano compromettere anche l’importante stagione dello shopping natalizio, rendendo la situazione ancor più critica.
Necessità di un dialogo tra amministrazione e commercianti
Alla luce di queste problematiche, il delegato al commercio Andrea Melito ha convocato per venerdì mattina un incontro con la consulta delle attività produttive. Questo incontro si preannuncia cruciale per stabilire un dialogo costruttivo tra commercianti e amministrazione, con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise e sostenibili.
Il clima di incertezza e le preoccupazioni espresse dai commercianti necessitano di una tempestiva risposta da parte delle istituzioni. In un momento in cui le piccole e medie imprese stanno già affrontando enormi sfide, è fondamentale che si adottino misure che possano evitare ulteriori pesanti ripercussioni sul tessuto commerciale locale. La partecipazione attiva degli imprenditori e delle associazioni di categoria sarà un passo fondamentale nella costruzione di un piano strategico che punti a rivitalizzare il centro storico, piuttosto che a relegarlo al rischio di un’ulteriore marginalizzazione.