Nell’ambito di una crescente preoccupazione riguardo alla denatalità e le sue conseguenze sul sistema educativo, il Comune di Brescia ha annunciato una riorganizzazione delle scuole che prevede di mantenere aperti tutti i dodici istituti comprensivi attualmente presenti. L’assessora alle Politiche educative, Anna Frattini, ha illustrato un piano partecipato che dà ascolto alle esigenze delle famiglie, dei dirigenti e dei sindacati, con l’obiettivo di scongiurare eventuali chiusure nei prossimi anni. Questa iniziativa si colloca in un contesto più ampio di ristrutturazione della rete scolastica in Lombardia, dove il numero degli studenti è in calo.
La proposta di riorganizzazione
L’Assessorato alle Politiche educative ha presentato una strategia per evitare che la scure dei tagli colpisca le scuole bresciane. La riorganizzazione mira a garantire che i dodici istituti comprensivi rimangano attivi, senza alcuna chiusura, nonostante le proiezioni demografiche suggeriscano una continua diminuzione del numero di iscritti. Negli ultimi quindici anni, il numero di minorenni iscritti è diminuito del 10%, e si prevede una ulteriore flessione nei prossimi anni.
Frattini ha sottolineato come questa proposta nasca da un “percorso partecipato, non scontato”, che ha coinvolto attivamente le comunità locali attraverso i Consigli di Quartiere e il dialogo con i dirigenti scolastici e i sindacati. L’approccio è stato definito cruciale in un momento in cui la Lombardia intera è chiamata a fare i conti con istituti sottodimensionati, con il rischio che la Regione proponga la chiusura di almeno sette istituti per il prossimo anno.
Il Comune, quindi, ha scelto di prendere in mano la situazione e riorganizzare il servizio educativo, promuovendo una maggiore stabilità per le famiglie che vorranno continuare a iscrivere i propri figli nelle scuole attualmente frequentate.
La situazione della scuola Don Vender
Particolare attenzione è stata rivolta alla scuola Don Vender, che in passato era stata al centro di polemiche e timori riguardo alla sua possibile chiusura. Tuttavia, Frattini ha chiarito che anche questo plesso rimarrà operativo e non sarà oggetto di chiusura. Nonostante gli impegni assunti, è evidente che la situazione richiede un adeguamento interno per ottimizzare le risorse educative.
La Loggia ha richiamato l’attenzione sul fatto che le scuole dovranno adattarsi alla crescente domanda di spazi e laboratori didattici, evitando la formazione di classi troppo numerose. Il focus è quindi su un miglioramento dell’ambiente educativo, senza compromettere l’accesso agli istituti.
L’impatto sul futuro del sistema scolastico
La riorganizzazione non riguarda solo il presente, ma getta le basi per un futuro più solido e sostenibile per il sistema educativo bresciano. Filippo Ferrari ha sottolineato l’importanza di questo approccio, definendolo “interessante” in quanto si pone l’obiettivo di affrontare le sfide non solo attuali, ma anche quelle previste nei prossimi anni. La stabilizzazione degli istituti comprensivi, attraverso la riorganizzazione, può fornire un valido supporto anche per le scuole nella Provincia di Brescia.
Il piano presentato dovrà ora passare per l’approvazione della Giunta Comunale e successivamente del Consiglio Comunale, passando attraverso il vaglio degli interlocutori istituzionali, per garantire la sostenibilità dell’iniziativa nel lungo termine. Questo processo rappresenta una risposta a esigenze reali, in un contesto in cui la rete scolastica deve adattarsi a scenari demografici in evoluzione.