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Cosenza, il dibattito sulla restanza: esperienze e riflessioni nel film di Riccardo Milani

Cosenza, il dibattito sulla restanza: esperienze e riflessioni nel film di Riccardo Milani - Bagolinoweb.it

La questione della restanza, tema centrale del film “Un mondo a parte” di Riccardo Milani, è stata al centro di un incontro al Cinema Citrigno di Cosenza. Grazie alla presenza del regista e dell’antropologo Vito Teti, il film ha aperto un importante dibattito sulle sfide delle aree interne italiane, in particolare della Calabria. Con uno sguardo approfondito sui legami con la propria terra e sulle scelte di vita che molti giovani si trovano a dover affrontare, questa proiezione ha evidenziato problematiche attuali e richieste di nuove politiche per il sud.

La restanza e il cinema: un legame da esplorare

La restanza è un concetto che si riferisce alla decisione di rimanere nel luogo in cui si è nati, anche quando le condizioni di vita sono difficili. Nel film di Riccardo Milani, la teoria di Vito Teti viene messa in luce, sebbene i protagonisti fuggano da queste aree interne, che percepiscono come opprimenti. La proiezione ha quindi offerto uno spunto per riflessioni più ampie sui motivi che spingono le persone a lasciare le proprie terre e sui sentimenti legati al desiderio di appartenenza.

Teti, presente all’evento, ha sottolineato l’importanza di comprendere il vissuto degli abitanti delle aree interne, avvertendo che molti studiosi non si soffermano adeguatamente sulle reali necessità di queste comunità. Per lui, è fondamentale che venga prestata maggiore attenzione ai luoghi, poiché la vita nelle piccole realtà è caratterizzata da una bellezza tutta specifica, ma anche da un profondo senso di solitudine e isolamento. Il dramma della desertificazione demografica viene spesso sottovalutato, eppure, come sottolinea Teti, è un tema cruciale per il futuro del territorio.

Un racconto che riflette la realtà delle aree interne

Il film di Milani affronta il fenomeno dello spopolamento attraverso la commedia, offrendo una prospettiva che, pur affrontando tematiche gravi, riesce a coinvolgere il pubblico in modo leggero. Le storie raccontate si intrecciano con quella di un piccolo paese dell’Abruzzo, rappresentando simbolicamente le sfide che i centri minori stanno fronteggiando nel contesto attuale. Durante l’incontro, Milani ha spiegato come la narrazione riflette una realtà che attraversa l’intero paese, rivelando l’emergenza delle scuole che chiudono e dei luoghi che perdono popolazione.

La sensibilità di Milani verso il tema della restanza si riflette anche nella scelta di coinvolgere Teti nella realizzazione del film. Quest’ultimo, infatti, ha collaborato attivamente per garantire che il messaggio portato sul grande schermo fosse autentico e rappresentativo delle esperienze vissute dalle persone sul territorio. L’obiettivo non era solo quello di intrattenere, ma anche di accendere una discussione importante su un tema che merita attenzione e impegno.

Le possibili soluzioni per la Calabria e il Mezzogiorno

La questione della restanza non riguarda solo la volontà individuale di rimanere nei luoghi nativi, ma implica anche scelte politiche e interventi concreti per invertire il trend di spopolamento. Vito Teti ha sollevato la questione della responsabilità collettiva, sottolineando che non basta desiderare di rimanere; è necessaria una politica attiva che supporti il diritto alla permanenza. L’assenza di servizi fondamentali, come strade e ospedali, rende difficile vivere e prosperare in queste realtà.

Per il futuro della Calabria e del Mezzogiorno, Teti propone l’implementazione di iniziative culturali, sociali ed economiche, sostenute da un impegno significativo dello Stato. È un impegno che va orientato verso progetti concreti e strategie a lungo termine, capaci di rispondere alle necessità delle comunità locali. Solo così si potrà tentare di arrestare un declino che, altrimenti, sembra inarrestabile.

La discussione pubblica sollevata dalla visione del film e dagli interventi dei relatori rappresenta un passo importante verso la ridefinizione del rapporto che i giovani hanno con il proprio territorio e il riconoscimento delle potenzialità delle aree interne. Il riconoscimento della bellezza e della ricchezza culturale di questi luoghi è il primo passo verso un cambiamento reale.