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Proteste della Cgil a Potenza e Matera contro il ddl Sicurezza: appuntamenti e motivazioni del dissenso

Proteste della Cgil a Potenza e Matera contro il ddl Sicurezza: appuntamenti e motivazioni del dissenso - Bagolinoweb.it

Proteste della Cgil a Potenza e Matera contro il ddl Sicurezza: appuntamenti e motivazioni del dissenso

Mercoledì 25 settembre 2024, le Camere del lavoro della Cgil di Potenza e Matera si mobiliteranno con un presidio davanti alle Prefetture locali per manifestare il loro dissenso nei confronti del ddl Sicurezza. Questo progetto di legge, già approvato alla Camera, ha suscitato preoccupazioni da parte di diverse organizzazioni sindacali e sociali, che vedono in esso un attacco ai diritti fondamentali dei cittadini.

Motivazioni della protesta contro il ddl Sicurezza

Un attacco alla libertà di espressione

Un aspetto centrale delle preoccupazioni espresse dai segretari generali di Cgil Matera e Cgil Potenza, Fernando Mega e Vincenzo Esposito, riguarda il rischio di limitazione della libertà di manifestare e di esprimere il proprio dissenso. Secondo i leader sindacali, il ddl introduce nuovi reati penali destinati a penalizzare comportamenti come l’occupazione di spazi pubblici e privati, i quali sono spesso utilizzati come forme di protesta legittima. Tale normativa, secondo le loro dichiarazioni, potrebbe portare a pene detentive per chi partecipa a queste forme di attivismo, minando così il diritto democratico di esprimere il proprio punto di vista.

Limiti alle mobilitazioni sindacali

Un’altra questione centrale affrontata dai sindacalisti riguarda la limitazione dell’iniziativa sindacale. Il ddl, secondo loro, renderebbe difficile organizzare mobilitazioni per la difesa dei posti di lavoro e per affrontare le crisi aziendali. In particolare, c’è preoccupazione per il fatto che norme così rigorose possano soffocare la capacità dei sindacati di rispondere prontamente alle emergenze occupazionali e di difendere i diritti dei lavoratori in un contesto già complesso.

Le conseguenze sociali del ddl

Implicazioni per le donne e le categorie vulnerabili

Un tema molto discusso è quello dell’impatto del ddl sulle categorie più vulnerabili, in particolare le donne in gravidanza e quelle con figli piccoli. Secondo Mega e Esposito, il testo di legge prevede misure punitive che potrebbero colpire in modo sproporzionato queste donne, esponendole a sanzioni penali nel momento in cui si trovano a vivere situazioni di difficoltà. La criminalizzazione di chi si oppone a condizioni di vita e lavoro insostenibili non farebbe altro che aggravare le ingiustizie sociali esistenti.

Rischi per la gestione della migrazione

Un’altra area di preoccupazione è la relativa al trattamento dei migranti. I segretari evidenziano come il ddl possa riportare interventi di stampo securitario, soggetti a normative punitive piuttosto che a politiche di integrazione e accoglienza. Questa posizione ha generato un forte dibattito, con molti che sottolineano l’importanza di una gestione più umana e rispettosa di diritti universali, piuttosto che di un approccio che punta alla criminalizzazione di crisi umanitarie.

Appuntamenti e modalità di partecipazione

Dettagli sui presidi a Potenza e Matera

Il presidio si svolgerà mercoledì 25 settembre alle 11 davanti alla Prefettura di Matera e alle 9.30 presso quella di Potenza. Questi eventi rappresentano un’appuntamento cruciale per tutti coloro che si riconoscono nei valori di democrazia e giustizia sociale. I partecipanti saranno invitati a portare striscioni e materiale informativo per educare il pubblico sull’importanza della libertà di espressione e sui rischi associati al ddl.

Mobilitazione al Senato

Nel pomeriggio dello stesso giorno, a partire dalle 16.30, la Cgil nazionale in alleanza con la Uil sarà presente davanti al Senato per monitorare i dibattiti relativi al ddl Sicurezza. Questa mobilitazione si preannuncia significativa, poiché il Senato avrà la responsabilità di tratteggiare il futuro legislativo di una proposta che, secondo i critici, potrebbe avere impatti negativi sulla vita di molti cittadini italiani.

Le denunce delle organizzazioni sindacali evidenziano un forte desiderio di salvaguardare i principi democratici e i diritti civili, rafforzando la necessità di un dialogo aperto e trasparente su questioni di rilevanza sociale e politica.